Le opposizioni a Como tirano le fila del 2009
Tradizionale conferenza di fine anno delle opposizioni a Palazzo Cernezzi «il muro è una metafora della separazione fra questa Amministrazione e i cittadini» ha detto il segretario cittadino del Pd Stefano Legnani «il muro ormai gli impedisce di vedere i problemi della città». Luca Gaffuri, capogruppo del Pd, ha ripercorso il lavoro delle opposizioni e le proposte fatte, di cui alcune approvate dal Consiglio: «La minoranza ha svolto un ruolo di indirizzo; ora la maggioranza che governa rimuove i problemi che verranno affrontati solo dopo le elezioni regionali». D’accordo con lui Vincenzo Sapere, Gruppo misto, «bisogna utilizzare al massimo la possibilità di proporre delibere e mozioni».
Una, quella sulla raccolta dei rifiuti, ha raggiunto la fase di gara, prima della fine del mese prossimo verranno aperte le buste, per Bruno Magatti, Paco, «era tempo che la città uscisse dal medio evo che la caratterizzava, poi si porrà il problema della gestione». «Si è riusciti ad andare fuori e si deve continuare a uscire dalla ristretta agenda proposta dal sindaco e dalla Giunta, capace di affrontare solo i temi cittadini quando si entra nell’emergenza»·ha incalzato il consigliere della rondine.
Non così ottimista Donato Supino, Prc, che contesta le modalità della gara d’appalto chiedendo «trasparenza e concorrenza» riferendosi alla piattaforma ecologica che dovrà garantire il futuro operatore. «Il bando si sarebbe potuto impostare in maniera differente chiedendo di affittare quella già esistente, così come è stato fatto per chi ha concorso per i trasporti pubblici con il deposito dei bus di Lazzago» ha precisato il consigliere comunista. Un falso problema per Magatti «la stesura della gara è una prerogativa dei dirigenti comunali, se dovesse esserci qualche problema si dovranno individuare le singole responsabilità, l’importante è il nuovo indirizzo dato dal Consiglio».
«È stato un anno da dimenticare, non c’è limite al peggio – ha affermato recisamente Mario Molteni, Per Como, che ha auspicato le dimissioni del sindaco – del lungolago deciderà Formigoni e non più il comune di Como».
Infatti le dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia sul concorso di idee sulla futura sistemazione del lungolago diretto da Milano hanno fatto parlare tutti i consiglieri di opposizione presenti di «commissariamento de facto dell’amministrazione comunale», così Marcello Iantorno, Pd, che ha ricordato la raccolta di firme che verranno consegnate ala Corte dei conti sempre a proposito del muro.
Una vicenda che fa sperare le minoranze in un cambiamento del clima politico comasco, per cui si sentono pronte a raccogliere consensi e magari un successo elettorale.