Area ex ospedale S. Anna: «ora tocca alla regione»
Circa 100 persone, fra esse il prefetto di Como, hanno partecipato al seminario aperto organizzato dalla Cgil di Como sull’area di via Napoleona. Per i relatori, fra i quali l’assessore del comune di Como Lorenzo Spallino e direttore di S. Anna e Asl Marco Onofri e Roberto Bollina, la “partita” ora è nelle mani della regione
Con l’accordo di programma siglato nel 2003 fra la regione Lombardia, la provincia di Como, i comuni di Como, Montano Lucino, San Fermo della Battaglia e l’azienda ospedaliera Sant’Anna di Como (ai quali si è aggiunta in seguito Infrastrutture Lombarde spa) si sono formalizzate due scelte per il territorio comasco: la costruzione del nuovo Sant’Anna e la riqualificazione dell’area di via Napoleona. A questo primo atto ne sono seguiti altri che hanno delineato la fisionomia di quest’area nella quale è stata prevista una cittadella sanitaria, con attività dell’azienda ospedaliera e dell’ Asl assieme alla localizzazione di funzioni residenziali, terziarie, commerciali, pubbliche e di interesse pubblico.
«Oggi il nuovo ospedale Sant’Anna è in piena attività ed è ora che venga riattivata tutta la partita che riguarda l’ area di via Napoleona – spiega Lucia Cassina nell’introduzione – ci risulta che solo l’azienda ospedaliera stia portando a termine, per la parte che le compete, il programma di utilizzo degli spazi nel monoblocco. E tutto il resto, già definito o ancora da definire, quando verrà compiuto?».
Per la Cgil, organizzatrice del convegno, la situazione necessita di un cambio di rotta o di veduta, come ha spiegato Alessandro Tarpini nel suo intervento: «L’ex Sant’Anna non deve diventare l’ennesimo problema non risolto della nostra città in cui si nota la mancanza di orizzonte strategico è necessario fin da subito cominciare una discussione che metta assieme interessi e contraddizioni, con al centro però il bene comune per i comaschi».
Lucia Cassina attraverso alcune slide ha mostrato la composizione per fasce d’età della provincia, rapportata alla disponibilità di posti letto: «590 mila abitanti per 2266 posti letto, circa 3,9 su mille abitanti. Siamo una popolazione vecchia, non giovane. Siamo sicuri che bastino le strutture ospedaliere presenti?». La sindacalista della Cgil è tornata poi sul monoblocco, previsto dall’accordo e inserito all’interno di una riqualificazione dell’area attraverso edilizia integrata e canone convenzionato: «Abbiamo alcune domande da fare. A che punto siamo? L’Asl ha che punto è con il trasferimento? In questo spazio che ruolo può giocare la cooperazione e il terzo settore? Quali possono essere i servizi di pubblica utilità? Quali sono i tempi concreti per la sua realizzazione? La riqualificazione di quest’area è importante per il nostro territorio. Non lasciamocela sfuggire».
Per l’architetto Cosenza, dirigente area governo del territorio di Como, bisogna prima chiedersi «cosa si vuole realmente fare». Inoltre introduce un’altra questione importante: «la regione deve essere interessata alla realizzazione della cittadella. Così anche la parte privata risulta più appetibile di quanto è adesso».
Per Lorenzo Spallino, assessore all’Urbanistica del comune di Como, è «l ‘Asl quella più in ritardo ma nemmeno per colpa loro». Sulla area privata della “cittadella” ci sono alcuni aspetti da rivedere: «la parte privata, circa 200 metri cubi, mi sembra più complessa da gestire: rispetto all’inizio della vicenda è diventata meno appetibile al mercato. Con la regione si avranno, mi auguro incontri in futuro, certo la situazione particolare che sta vivendo influisce molto ».
Roberto Bollina riprende quanto detto in precedenza da Marco Onofri, direttore dell’azienda ospedaliera S. Anna: «L’ Asl e l’azienda ospedaliera hanno preparato il progetto per strutturare il monoblocco con attività sanitarie. I progetti ci sono, c’è un finanziamento di ristrutturazione che stiamo discutendo con la regione. Considerate che anche a livello nazionale ci sono i fondi bloccati che ci penalizzano. I fervori che ci sono nella città sul recupero degli spazi – conclude il direttore dell’Asl – ha fatto sì che tutti gli attori si siano messi attorno a un tavolo per discutere . Adesso l’unica cosa è aspettare l’ok sui finanziamenti da parte di Lombardia» [Andrea Quadroni, ecoinformazioni]
E’ ora di finirla con le responsabilità singole.Se un’ opera ha utilità pubblica la si deve portare a termine in maniera rapida e senza attribuirla a tizio e caio….Basta con le giacche colorate e le camice a fiori…..intesi….!!