Il Chilometro della conoscenza
«È un corridoio verde di grande pregio naturalistico e di unicità paesaggistica, localizzato in prossimità del centro della città di Como, che riunisce, attraverso i rispettivi parchi secolari (per un totale di 17 ettari), alcune ville storiche di rara bellezza, che si affacciano sul lago di Como»
Così è presentato sul sito Internet di SistemaComo2015: «Queste sono sede di realtà culturali e scientifiche, di eventi espositivi e artistici e di convegni internazionali, ma ospitano anche raffinati ricevimenti, oltre che iniziative di alta formazione e imprese dedicate alla promozione del territorio e alla organizzazione di eventi».
Ma cos’è SistemaComo2015? «Avviato nel 2011 in occasione del primo meeting internazionale dei paesi partecipanti a Expo Milano 2015, SistemaComo2015 è un progetto territoriale che si propone di attirare l’attenzione dei paesi in arrivo per l’esposizione universale presentando loro le imprese, le competenze e le eccellenze del nostro territorio». Una realtà che vuole fare da tramite fra l’imprenditoria locale e quella straniera promossa «dalle maggiori istituzioni del territorio, tra cui: Camera di commercio, Provincia e Comune di Como».
Lo sguardo è sempre rivolto a Expo 2015, ma torniamo al Chilometro della conoscenza. «Il progetto identifica Como a livello internazionale come città della cultura, della conoscenza e della valorizzazione del bello e rappresenta un’idea di Kunsthalle [galleria d’arte] diffusa – si legge sempre su SistemaComo2015 –, che a Como prende corpo in un contesto di eccellenza architettonica, naturalistica e paesaggistica, supportato da strutture funzionali e tecnologicamente all’avanguardia».
Già a fine 2011 il Tavolo per la competitività e lo sviluppo del territorio comasco lo identificava tra i progetti prioritari dell’Accordo quadro di sviluppo territoriale e specificava che si stava parlando della: «Creazione di una infrastruttura logistica di eccellenza, dotata di una serie di strutture di grande prestigio atte a “sviluppare conoscenza” e offrire accoglienza a molteplici livelli, tra loro sinergici che possa consentire alla città di ospitare con continuità eventi di rilevanza anche internazionale ed in tal modo contribuire alla crescita, economica, culturale e sociale del territorio comasco».
Nei cosiddetti obiettivi specifici si precisava che si voleva «offrire a tutti i cittadini la possibilità di fruire di un patrimonio naturale, culturale e storico di grande pregio; rendere riconoscibile sul territorio lariano un ambito – e qui si tocca il lirismo – dove umanesimo e scienza, arte, creatività e sistema imprenditoriale possano fertilizzarsi reciprocamente; accrescere la visibilità ed il richiamo internazione del territorio, e quindi attirare visitatori e talenti e produrre nuove energie per il territorio comasco», tutto in vista sempre di Expo 2015.
Innanzitutto verrà creato un grande parco da Villa Olmo, sede ormai solo delle grandi mostre del Comune di Como, ma un progetto dello studio Brambilla Orsoni di Como, che ha curato il recupero di Villa Grumello, ipotizza la creazione di un teatro all’aperto nella cavea naturale alle spalle del corpo principale, a Villa Sucota.
Quest’ultima sede della Fondazione Antonio Ratti (Far), con il Museo studio del tessuto, la biblioteca, è fulcro delle sue attività culturali, come il Corso superiore arti visive (Csav – Artists Research Laboratory).
Nel mezzo c’è Villa del Grumello sede dell’associazione omonima (formata da Azienda ospedaliera S. Anna, Camera di commercio di Como e Associazione Univercomo) che, come si legge nel sito Internet: «Si pone come nuovo punto nodale della città di Como e del suo territorio, aprendo i suoi spazi al mondo della cultura, dell’arte e dell’impresa». Insomma un luogo: «Ideale per convegni, corsi e meeting aziendali, oltre che per servizi fotografici e pubblicitari, per sfilate di moda ed eventi d’arte», con anche una foresteria. Fu il teatro degli amori fra Foscolo e la contessina Giovio, ricordati nel parco da un busto del poeta, ma il Grumello non è solo questo.
La Villa è sede anche di diverse società create dalla Camera di commercio comasca: Sviluppo Como con «l’obiettivo di sostenere e di rinnovare lo sviluppo socio-economico del territorio comasco, promuovendo investimenti sia pubblici sia privati e progettualità orientata ad attrarre su di esso imprese tecnologicamente avanzate in settori strategici» (infatti controlla il Parco scientifico tecnologico ComoNExT di Lomazzo, ma con sede legale al Grumello); ComoVenture che «seleziona e investe in progetti di imprese che favoriscono processi di innovazione, di sviluppo e di trasferimento tecnologico, traducibili in prodotti industriali brevettabili e in grado di remunerare il capitale investito». Ospita inoltre il Centro di cultura scientifica “Alessandro Volta” i cui obiettivi sono «l’organizzazione di manifestazioni ed eventi di alto profilo scientifico», «la costruzione di una rete di cooperazione scientifica internazionale», «lo sviluppo di attività volte a favorire l’applicazione dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica al tessuto economico, produttivo e sociale del territorio» e «attività mirate alla diffusione della cultura scientifica e tecnologica a tutti i livelli».
La villa ha cercato di accreditarsi anche come luogo di formazione, ma senza troppo successo, con la Scuola di Como: «Un consorzio per l’alta formazione che sostiene lo sviluppo socio economico nel territorio degli Enti consorziati attraverso la formazione di figure professionali innovative altamente qualificate e la promozione di una cooperazione sinergica delle competenze presenti nelle Università e nei Centri di ricerca, rendendole fruibili dalle istituzioni e dalle imprese del territorio» (un progetto che aveva preso forma attorno al master di secondo livello Technopreneurs). Un’altra iniziativa di formazione è Dreamers, scuola cine video di Como «un centro di formazione e di produzione dove si impara facendo e si lavora studiando» che, dopo due anni di formazione rilascia «un attestato della Camera di Commercio con la qualifica di videomaker». Un’esperienza che sembra si sia arenata, anche se va rilevato che organizza un appuntamento come il Festival del cinema italiano, arrivato alla ottava edizione.
Al Grumello è poi continua l’attività di promozione culturale con seminari, mostre e iniziative come ad esempio il festival della poesia Europa in versi o la prossima anteprima del Festival della luce.
Quello che sarà il nuovo grande parco pubblico in riva al lago di Como, forse la parte più accessibile a tutti i comaschi del progetto, non è però ancora aperto al pubblico.
«Nel settembre 1926 fu eseguito il tracciato della strada posto a settentrione della villa [dell’Olmo] che accompagnando le curve di livello, si raccordava alla strada provinciale in direzione di Cernobbio – spiega Nicoletta Osanna Cavadini (Villa Olmo, Electa, 2002) –. Ne risultò però frammentato il parco e il complesso delle serre che, rimaste nella parte superiore dell’area, non erano più raccordate al resto del complesso».
Una cesura che è stata risolta con la posa di un ponte pedonale, gettato sopra via per Cernobbio nell’aprile 2012, che riunisce il parco alle serre, ma è ancora chiuso.
Le serre, una struttura in ferro e vetro costruita nel 1900 su progetto di Emilio Alemagna, nascondono piccoli tesori come i due sarcofagi romani in granito utilizzati come vasche per l’acqua (Carta archeologica della Lombardia III. Como, Panini, 1993), vanno però ancora ristrutturate completamente.
Manca poi ancora l’attraversamento, con un altro ponte, di via Celesia, una delle scalinate in pietra che scendono al lago così tipiche del Lario, trascuratissima e rovinata dal passaggio di una conduttura, che proseguirebbe il percorso al parco di Villa Grumello.
Solo così si creerebbe ai piedi della collina di Cardina, la cui sommità è ora Parco urbano, ma che molti vorrebbero, per una maggiore tutela, entrasse nel parco della Spina Verde, un nuovo grande parco pubblico.
Rimane però il problema della continua erosione del verde prospiciente, già ridotto con la costruzione della nuova struttura Le Camelie, vicino al più antico pensionato di Villa Celesia, entrambi della Ca’ d’industria, nel cui giardino sono presenti però sequoie monumentali, come recensito, così come per il carpino, il cedro, l’ippocastano, e il platano di Villa Olmo, da Pro Arbora un progetto Interreg il cui obiettivo è la «tutela della vegetazione di pregio quale elemento insostituibile del tessuto urbano e periurbano».
Un contesto che potrebbe venire alterato dopo l’approvazione del nuovo Piano di governo del territorio da parte del Comune di Como. Per la collinetta a monte del Chilometro della conoscenza, dove è presente la chiesetta di fondazione romanica del monastero di S. Pietro nelle Vigne di Bignanico, si prevedrebbe sì la «tutela e valorizzazione delle aree a partire dagli esistenti caratteri morfologici, recupero degli antichi terrazzamenti e riqualificazione della vegetazione», con la «tutela e valorizzazione delle percorrenze esistenti come percorsi protetti e di godimento paesaggistico», ma si ipotizza comunque una «nuova edificazione nell’area di concentrazione volumetrica» ancorché questa debba «risultare di completamento dell’esistente ed essere integrata con adeguate opere di mitigazione».
Insomma una situazione in divenire con alcune incognite e molte prospettive che devono ancora dischiudersi. Il Tavolo per la competitività è però sicuro di vedere in questo parco, sale espositive, spazi da riempire e la variegata produzione culturale delle varie istituzioni coinvolte dal torrente Valeria alla punta di Villa Flori: «Uno dei motori di sviluppo per il territorio ed uno strumento centrale per consentire al territorio di valorizzare le opportunità offerte dall’evento Expo 2015». [md – ecoinformazioni]