Non solo vip, a Como anche escherichia coli

Lo stato di malessere in cui attualmente versa il Lario è sotto gli occhi di tutti coloro non affetti da miopia avanzata: oltre a una feroce siccità – protrattasi dallo scorso inverno e ora entrata in una ulteriore fase virulenta – che sta prosciugando il bacino e i corsi d’acqua circostanti, anche un sistema fognario e di depurazione non propriamente all’avanguardia (almeno per ora), insieme ad un’incuria dilagante sono segnali di confermato stato critico. Ma ai dati sempre preoccupanti di Legambienete corrispondono promesse di interventi risolutivi.

Che siano promesse istituzionali – come quelle del neoeletto sindaco Alessandro Rapinese, che in un rapido (imprevisto) saluto iniziale si è detto disponibile in prima persona e tramite i propri assessori a lavorare con realtà ambientaliste e esperti del settore nel corso del proprio mandato – o aziendali, con Como acqua che si impegna a mappare l’intera rete idrica e fognaria della città di Como entro il 2023, in modo da poter migliorare, ripristinare e ottimizzare i punti critici, il lago sembra essere destinatario di buoni propositi.

Enzo Tiso (Legambiente Como) espone le criticità del primo bacino del Lario al sindaco Alessandro Rapinese


Visti i risultati degli annuali rilievi batteriologici effettuati nel lago a giugno 2022 presentati da Legambiente Como e Legambiente Lombardia insieme con Goletta dei laghi (in contemporanea a Como, con la portavoce Elisa Scocchera, e Lecco) nella mattinata di mercoledì 6 luglio, le acque lariane – pur leggermente migliorate rispetto all’anno precedente – ospitano una presenza di batteri nocivi (come l’Escherichia coli) al di sopra dei livelli di sicurezza stabiliti nella zona della foce del Cosia e nei pressi di Dongo (due su quattro dei punti-campione presi in considerazione annualmente; gli altri due, la foce del torrente Telo e quella del fiume Breggia, hanno presentato dei valori nei limiti di legge).

Questi, uniti ad un variopinto contorno di microplastiche (del cui monitoraggio si occupa invece l’Arpa) e rifiuti di maggior volume, sono un degno contorno all’appena iniziato contrasto tra agricoltori, strutture turistiche e fabbisogno cittadino sull’acqua lacustre sempre più scarsa e stagnante, a garantire la moltiplicazione biologica di tali batteri, come sottolinea Barbara Maggetto, presidente di Legambiente Lombardia, nel concludere il proprio intervento con un deciso appello a ripensare in maniera previdente come, cosa e dove coltivare, insieme alla necessità di educare cittadine e cittadini a contenere la dispersione idrica.
Eppure non basta, ed ancora una volta Enzo Tiso, presidente del circolo Legambiente di Como, delinea il ritratto di un ambientalismo che non metta al centro esclusivamente le azioni personali, sempre importanti e utili (come nel caso del progetto Simile, presentato con Legambiente domenica 3 luglio), ma che esiga un piano di lavoro coordinato con istituzioni, ricerca scientifica e competenze professionali coinvolte nella tutela di ambienti, ecosistemi e paesaggi: sicuramente la situazione attuale, soprattutto a livello fognario e di depurazione, è delicata, con il passaggio della gestione dal comune a Como acqua e la necessità di verificare, mappare e avere una visione completa della situazione nell’intera provincia, ma non per questo ci si può concedere il lusso del tempo illimitato. Gli investimenti raddoppiati in previsione del futuro, le rassicurazioni sugli interventi di manutenzione (molti, vari e di differenti gradi di difficoltà, tra gli strascichi dell’alluvione dell’anno scorso, la siccità odierna e la conformazione non sempre accessibile di molti impianti, specie nelle zone montane), l’intenzione di arrivare ad una conformità totale del servizio non sono un tappeto abbastanza grande sotto cui nascondere le incoscienti carenze e malagestione del passato, sedimentate insieme fino a creare (eco)mostri della ragione. E se è vero che l’operato di Goletta dei Laghi non deve né vuole essere sostitutivo di analisi più specifiche e costanti, l’azione di sensibilizzazione che volontarie e volontari portano avanti da anni spesso e volentieri è un utile richiamo all’attenzione dei più assonnati. Ben vengano progetti come LakE COmo green che vede lavorare spalla a spalla Legambiente, associazione Proteus, Mondo visione e la Camera di commercio di Como e Lecco – nella cui sede si è svolta la conferenza stampa – per una transizione ecologica anche nel settore turistico e culturale nel corso del biennio 2022-2023, eppure, guardando l’istantanea che si va delineando davanti agli occhi, ci si ritrova inevitabilmente a chiedersi se le promesse (da marinai d’acqua dolce?) di cui sembra essere pieno il Lario faranno guadagnare tempo e salute davvero all’ambiente.
[Sara Sostini, ecoinformazioni]

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