Il Comune di Como ha definito il bando multimisura per la concessione di contributi e benefici in ambito culturale (contributi straordinari – misura 2 – anno 2023). Accompagnato da una raccomandazione: mettete al centro delle vostre iniziative il bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio. Ma attenzione, non dovete sapere niente di Plinio il Vecchio, o almeno dovete ignorare gli ambiti fondanti della sua ricerca. Infatti leggiamo nel bando: «Sono ammesse a contributo attività riconducibili ai seguenti ambiti: musica, teatro, danza, spettacolo; arti visive (pittura, scultura, installazioni, performance, street art, grafica, fotografia, audiovideo, design, cinema); letteratura e poesia; promozione e valorizzazione di fondi archivistici e librari, valorizzazione del patrimonio museale, artistico, storico e architettonico cittadino».

Trovato niente che riguardi la natura, l’ambiente, la geografia, la scienza? Qualcosa che giustifichi la fama del “protomartire della scienza sperimentale” (come lo definisce Italo Clavino)? Mettiamo ordine: Plinio il Vecchio non ha scritto la Naturalis historia, la più celebre summa dell’antichità sui fenomeni naturali, né si interessava di geografia e mineralogia, la botanica e la medicina lo annoiavano. E soprattutto non aveva intuito il carattere dinamico del mondo naturale. E dunque non è lui la fonte filosofica del termine “scienze biologiche” inteso in senso moderno. Insomma Plinio il Vecchio è soltanto “uno di Como”. Certo, ne potete anche parlare, ma dovete appellarvi all’ultimo esilarante punto dell’elenco degli “ambiti”: «eventi multidisciplinari e culturali non rientranti nelle altre voci», il che significa, in italiano corrente, “casomai ci fossimo dimenticati qualcosa…”, ovvero ­­che il posto della scienza e della natura è nelle “varie ed eventuali”. [Andrea Rosso, ecoinformazioni]

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