18 settembre/ Non è l’isola/ Dalla lavatrice ai ghiacciai passando per il lago di Como

In una sala decisamente gremita (nonostante il doveroso distanziamento dei posti a sedere) del Teatro nuovo di Rebbio, prende il via Non è l’isola, versione ridotta e concentrata in soli due giorni dell’annuale L’isola che c’è (organizzata insieme con il Centro servizi per il volontariato dell’Insubria sede di Como e Ecofficine cooperativa sociale), vivaio di incontri e proposte su economia solidale, riciclo ed energie rinnovabili. A causa dell’epidemia in corso di Covid-19 e le conseguenti misure sanitarie, lo svolgimento della manifestazione è vincolato ad ingressi contingentati, distanziamento fisico e sanificazioni frequenti; cambiata anche la sede, dal Parco di Villa Guardia a Rebbio. Uguali gli intenti e gli ideali: quelli di promuovere e favorire la conoscenza e lo sviluppo di un’economia attenta ai problemi ambientali ed alla sinergia tra uomo e natura.
Proprio a questo è dedicato l’incontro di venerdì 18 settembre, organizzato nell’ambito del progetto Como futuribile (di Arci Como, Auser Como, Circolo legambiente Como e L’isola che c’è): l’analisi dei rapporti tra uomo, plastica ed ecosistema.
Prodotta da combustibili fossili, la plastica ha visto crescere in maniera esponenziale il proprio utilizzo (tentacolarmente espanso in ogni settore) dagli anni ’50 ad oggi, di cui metà della produzione è da collocare negli ultimi quindici anni. Cultura usa e getta, tessuti sintetici, lavorazioni pericolose, diffusione nella zona lariana e difficile smaltimento sono solo alcuni degli aspetti affrontati nell’incontro.