Elisabetta Lombi

Voci di Memoria (anche) comasca

Nel pomeriggio di sabato 28 gennaio si è svolto nella biblioteca di Como l’incontro Voci e storie, pomeriggio inserito nella serie di iniziative per la Giornata della Memoria organizzate tra il 24 gennaio ed il 5 gennaio nel comasco. Sono intervenuti, per una lettura teatrale a tema, Gabriele Penner ed Arianna Di Nuzzo del Teatro d’acqua dolce, mentre Elisabetta Lombi, Rosaria Marchesi, Valter Merazzi e Francesco Scomazzon hanno fornito un contributo storico sull’intreccio di vissuti e tragedie che la Shoah ha avviluppato anche nell’area di Como.

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Giusto Perretta, un uomo utile

DSCN0202.JPGNel pomeriggio di venerdì 27 aprile, nella Sala conferenze della Biblioteca comunale di Como, l’Istituto di storia contemporanea di Como “Pier Amato Perretta”, rappresentato da Elisabetta Lombi, Rosaria Marchesi, Giuseppe Calzati (presidente), Patrizia di Giuseppe, Valter Merazzi, Fabio Cani e Francesco Porro, ha organizzato un incontro in memoria di Giusto Perretta, fondatore dell’Istituto da lui dedicato al padre, a dieci anni dalla sua morte. Hanno introdotto l’incontro (a cui hanno assistito circa settanta persone)  i saluti di Mario Landriscina, sindaco di Como, in conclusione sono intervenuti anche Mario Tonghini (nome di battaglia: Stefano), già comandante in capo della Brigata “Perretta”, e Sergio Tozzi.  (altro…)

27 aprile/ “Giusto Perretta a 10 anni dalla scomparsa”

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Venerdì 27 aprile dalle 16 alle 18, alla Sala delle conferenze della Biblioteca Comunale di Como (piazzetta Venosto Lucati) si terrà il convegno Giusto Perretta a 10 anni dalla scomparsa, per commemorare il fondatore dell’Istituto di storia contemporanea “Pier Amato Perretta” di Como. (altro…)

25 e 26 gennaio/ Iniziative per la giornata della memoria allo Spazio Gloria e al Salone Lissi

giornata della memoria studenti

Giovedì 25 gennaio, il Circolo Arci Xanadù/ Spazio Gloria ospiterà un ciclo di iniziative organizzate da Flc Cgil, Cisl scuola dei laghi, Uil scuola Rua e Istituto di storia contemporanea  “Pier Amato Perretta” rivolte agli studenti di scuola superiore, in preparazione alla Giornata della memoria per le vittime della Shoah (sabato 27 gennaio).

Alle 9,30, Elisabetta Lombi, storica, terrà la conferenza La responsabilità del fascismo nella persecuzione e nello sterminio degli ebrei. Seguirà il recital Brava gente (la Shoah e i delatori, in Italia), a cura dell’Isc Perretta e della compagnia Teatro d’acqua dolce, in cui alla ricerca drammaturgica di Gabriele Penner (sceneggiatore, regista e co-interprete insieme a Arianna Di Nuzzo) si accompagnerà il contributo scientifico di Lombi e di Roberta Cairoli.

giornata della memoria salone lissi
Italia, 1946. La Seconda Guerra mondiale è finita, i suoi orrori sono ormai noti a tutti. Iniziano i processi al fascismo, ai suoi capi, ai suoi collaboratori.

Come ne L’istruttoria di Peter Weiss, appare drammaticamente chiaro che l’Olocausto non è stato una fatalità, una terribile deriva, ma un progetto “culturale” dichiarato e alimentato in Germania per almeno vent’anni, sotto gli occhi di tutti per così tanto tempo da sembrare alla fine normale, così in Brava gente, con le dovute proporzioni, si vuole approfondire la questione ebraica in Italia, a cui le leggi razziali diedero il la nel 1938, indagando il fenomeno della delazione e delle responsabilità.

Dietro i giornali e sotto i cappelli, prende vita una storia di Italia amara, volutamente dimenticata, l’altro lato della medaglia degli “italiani brava gente”.

Basato su documenti degli anni Quaranta che riguardano anche la città di Como.Brava gente che debutta in prima nazionale in occasione della Giornata della Memoria 2018.

Brava gente sarà replicato per un pubblico generico dalle 21 di venerdì 26 gennaio al salone Lissi di via Ennodio 10 a Rebbio, con il sostegno di Anpi, Associazione Alfonso Lissi, Associazione Italia Cuba, Coop Lombardia e Isc “Pier Amato Perretta”.

Info e prenotazioni: isc-como@isc-como.org
[AF, ecoinformazioni]

19 e 27 gennaio/ La Shoah nelle testimonianze dei bambini e degli adolescenti

19-gennaio-iscIn occasione della giornata della Memoria, Cisl Scuola dei Laghi, FLC CGIL di Como, I stituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”, Comitato Soci Coop di Como, Associazione Lissi e Anpi Provinciale Como promuovono un incontro  rivolto agli studenti delle scuole medie superiori giovedì 19 gennaio alle 9 all’aula magna dell’Università dell’Insubria in via Sant’Abbondio a Como: La Shoah nelle testimonianze dei bambini e degli adolescenti – Il diario di Masha Rolnikaite a cura di Elisabetta Lombi, insegnante di storia e filosofia e vice presidente dell’Istituto Perretta.

Il dramma dell’Olocausto raccontato a due voci, quella delle vittime e quella dei carnefici, quella di chi deve ricordare e quella di chi vuole negare, quella di chi ha vissuto il dramma della guerra, del ghetto e del campo di concentramento e quella di chi li ha ipotizzati, giustificati, progettati e realizzati.
L’Olocausto raccontato a partire dal programma del partito nazionalsocialista tedesco, prima ancora dell’avvento al potere di Hitler, per trovare l’origine di quanto acc27-gennaio-2017-lissiadde vent’anni dopo, la voce di una sopravvissuta al Lager e la voce di Priebke che a distanza di quasi 70 anni, e fino a pochi giorni dalla sua morte, nel 2013, ha dichiarato di non pentirsi di nulla.

A seguire recital del Teatro D’Acquadolce Nutri la Memoria con Arianna Di Nuzzo e Gabriele Penner. Musiche eseguite dal vivo dal gruppo 7Grani.

L’iniziativa è patrocinata dalla Fondazione A. Volta ed da Università dell’Insubria.

L’iniziativa sarà replicata per la cittadinanza alle ore 20.45 di venerdì 27 gennaio alla sala dell’Associazione Alfonso Lissi di via Ennodio 10 a Como-Rebbio.

L’armonia delle tenebre: Como ricorda Terezín

17 ottobre 1944, un treno trasferisce una schiera di musicisti e artisti ebrei dal ghetto-lager di Terezín al campo di Auschwitz-Birkenau, destinandoli allo sterminio.

È una data importante nella storia dei rapporti tra arte e potere, e la Casa della Musica di Como, in coordinamento con altre associazioni culturali in altre città italiane (e, in particolare, con la collaborazione dell’associazione She lives di Roma), ha deciso di ricordare questa data con un doppio appuntamento: sabato 17 ottobre, nel salone Enrico Musa dell’Associazione Carducci, un concerto del pianista Christophe Sirodeau ha ridato vita alle musiche di alcuni di questi musicisti, mentre domenica 18 ottobre, nella Casa della Musica di via Collegio dei Dottori, sono stati approfonditi gli aspetti storici e culturali con la proiezione di spezzoni del film propagandistico nazista dedicato appunto a Terezín / Theresienstadt, con l’esposizione della mostra dedicata a Terezín realizzata negli scorsi anni dall’Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” e gli interventi di Nicola Montenz, Elisabetta Lombi e Marinella Fasani.

Il concerto di sabato [presto on line sul canale di ecoinformazioni i video] ha costituito un momento molto intenso, in cui è stato possibile riascoltare le musiche di Viktor Ullmann e Erwin Schulhoff, internati dal nazismo a Terezín e poi uccisi ad Auschwitz, e ascoltare per la prima volta in assoluto la suite dedicata, subito dopo la fine della guerra, a Theresienstadt da Hans Winterberg, altro musicista passato per Terezín e fortunosamente sopravvissuto a quella tragica esperienza. Sono tutte musiche di notevole valore, perfettamente inserite nel clima culturale di quell’epoca, aperta – prima della soppressione delle libertà artistiche da parte delle dittature – a molte sperimentazioni e sollecitazioni; così, a brani nella linea della musica tedesca “classica” si affiancano riletture “colte” del jazz afroamericano (ma più ancora del ragtime). Particolarmente interessante la suite Theresienstadt, animata da un richiamo emozionale veramente potente.

L’incontro di domenica è cominciato con la riproposizione degli spezzoni sopravvissuti del film di propaganda sul “ghetto modello” di Terezín, circa un terzo dell’originale (poco meno di 30 minuti su un totale di circa un’ora e mezza). Girato con la regia di Kurt Gerron, attore ebreo, famoso per aver partecipato alla prima messa in scena dell’Opera da tre soldi di Brecht e Weill, che sperava forse di riuscire a salvare la pelle con quest’opera e che invece fu anch’egli ucciso, il film inventa aspetti idilliaci per la segregazione degli ebrei nella fortezza asburgica della Boemia. Probabilmente mai proiettata all’epoca, la pellicola – a distanza di oltre settant’anni – risulta tragicamente assurda, soprattutto perché appare incredibile che si sia potuta falsificare in tal modo la realtà e che i deportati siano stati “capaci” di mettere in scena degli altri se stessi. Del resto, anche una delegazione internazionale della Croce Rossa, che visitò Terezín nel corso del 1944, cadde nella stessa tragica truffa, credendo all’illusione del ghetto modello.

A smontare pezzo a pezzo la vicenda di Terezín sono intervenuti i contributi di Nicola Montenz, che ha evidenziato i molti usi (e soprattutto abusi) della musica nel sistema concentrazionario nazista, di Elisabetta Lombi, che ha delineato la storia di Terezín, e di Marinella Fasani, che ha raccontato le vicende di bambini e bambine rinchiusi nella fortezza-lager e i cui disegni e scritti sono serviti di base per la mostra allestita dall’Istituto di Storia Contemporanea.

L’incontro si è chiuso sulle struggenti note della Ninna-nanna di Ilse Weber che, secondo alcune testimonianze, lei stessa intonò entrando nella camera a gas insieme ai bambini che aveva curato, e con una poesia di Alessandro Lukacs, sopravvissuto alle persecuzioni degli ebrei ungheresi.

Entrambi gli incontri, organizzati dalla Casa della Musica insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Como nell’ambito di Como live, hanno visto la partecipazione di numerose persone, particolarmente attente ed emozionate.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

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Un momento del concerto di Christophe Sirodeau.

 

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La proiezione del filmato su Terezín /Theresienstadt.

 

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Nicola Montenz.

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Elisabetta Lombi.

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Marinella Fasani con Alessandro Lukacs.

 

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La mostra dedicata a disegni e scritti dei bambini e delle bambine di Terezín.

Musica da camera nel cuore di Como

Kammermusik nasce, grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, dall’idea di portare la grande musica da camera nel centro della città di Como. Nell’atmosfera raccolta della Casa della Musica si avrà l’occasione di essere catturati da alcune delle pagine più belle scritte per trio e quartetto. Il viaggio che la Casa della musica propone spazia dalle note barocche di J.C.Bach fino alle cupe introspezioni di metà ‘900.

I tre appuntamenti cameristici presentano, ogni volta, una formazione diversa. Si parte il 10 ottobre con il Trio Euphonia trio con fortepiano, violino e violoncello, la formazione più antica, che appunto dedica la sua serata alla musica del ‘700. Di carattere diverso è il trio d’archi del 7 novembre, che vedrà impegnato il Trio Accademia i tre musicisti nelle pagine romantiche di Beethoven, Schubert e Sibelius. Al centro della stagione il concerto del 1 novembre con il Quartetto Eranos la formazione più “nobile” nella storia della musica da camera, il quartetto d’archi appuno, che eseguirà due quartetto di Beethoven.

CONCERTO PER TEREZIN
Il concerto del 17 ottobre ricopre un’importanza particolare tra i concerti di Kammermusik. Molti non sanno che nel conflitto che ha sempre segnato i rapporti tra l’arte e la storia, il 17 ottobre 1944 è una data cruciale. Nelle prime ore di quel giorno di 71 anni fa un’intera generazione di artisti europei viene sterminata nel campo di Auschwitz-Birkenau. Poeti, musicisti, pittori che per quattro anni hanno vissuto nel “ghetto modello” di Terezín. Il giorno precedente, il 16 ottobre, sono stati caricati insieme ad altri 1500 deportati su un unico convoglio ferroviario, quello che le SS hanno chiamato beffardamente “il treno degli artisti”. Il giorno dopo sono stati quasi tutti uccisi nelle camere a gas.

L’Associazione Casa della musica, in collaborazione con l’associazione romana She Lives, intende ricordare per la prima volta in Italia quella data, non per costituire un altro Giorno delle Memoria, l’opposto: ricollocare l’opera di questi artisti nel corso della storia musicale, svincolandola dai contesti commemorativi dove troppo spesso viene relegata.

In questa data il protagonista del concerto che si terrà alla Sala Musa dell’Associazione Carducci alle ore 17, che ringraziamo per aver deciso di collaborare con noi per questa iniziativa,  sarà il pianista francese Christophe Sirodeau che eseguirà musiche composte da compositori vissuti a Terezin in quegli anni: Victor Ullmann, Erwin Schulhoff e Hans Winterberg del quale verra eseguita in prima mondiale la Suite per pianoforte  Theresienstadt. Domenica 18 alla Casa della musica sarà invece proiettato il film di Kurt Gerron Theresienstadt a seguito del quale interverranno Marinella Fasani e Elisabetta Lombi.

Per l’occasione alla Casa della musica sarà allestita anche la mostra Attraverso gli occhi dei bambini – Mostra di disegni e poesie del ghetto di Terezin, grazie alla collaborazione con Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta”.

 

Qui la cartolina dell’iniziativa.

Per info: www.comokammermusik.org

Resistenti e Resistenza – Al via il secondo ciclo­

GalanteCalderaIl 17 gennaio, all’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta, si è aperto il secondo ciclo di conferenze sulla storiografia della Resistenza, in particolare su una parte della storiografia locale. In una presentazione corale sono intervenuti Carlo Galante, Elisabetta Lombi e Gerri Caldera.

Giuseppe Calzati ha aperto la presentazione ricordando che i ricercatori e gli studiosi dell’ ISC Perretta, attraverso questo lavoro di sintesi e condivisione, si preparano e cercano di coinvolgere la cittadinanza per il prossimo settantennale  della Liberazione. Lo fanno incrociando ed interrogandosi sulle fonti e sulla loro natura non sempre omogena. Difatti, Gerri Caldera ricorda al pubblico presente la difficoltà derivate dall’attendibilità delle fonti e delle narrazioni. Sceglie come esempio due metodologie utilizzate  nella raccolta delle narrazioni di testimoni: la prima, “Sterling Memorial Library”, progettata sul finire degli anni ’70 dall’Università di Yale, prevede che un gruppo di universitari-intervistatori tenga un atteggiamento solidale con l’intervistato e con il suo vissuto. In contrasto, la metodologia usata dalla Shoah Foundation, voluta da Spielberg nel 1994, segue un protocollo rigido, con un format medesimo per tutti gli intervistati, e con elementi di spettacolarizzazione sul finale , quando il testimone è invitato a lasciare un appello al mondo. A questo proposito, si è parlato di una torsione della testimonianza.

Il problema delle fonti e del tipo di narrazione dovrebbe essere tenuto a mente in generale, e nel caso specifico per le cronologie di Giuseppe Coppeno e  Renato Morandi.

Carlo Galante si è occupato in modo dettagliato del testo di Giuseppe Coppeno Como dalla dittatura alla libertà (1989), dichiarando dal principio quanto il testo è di difficile comprensione, perché complesso è il periodo che viene trattato. Un testo che è stato molto criticato, soprattutto perché non vengono citate le fonti, ma nel quale è presente una storia piuttosto completa della resistenza comasca.
Coppeno è stato agente partigiano di collegamento tra Como e Milano, e il suo è stato un ruolo pressoché marginale, ma la dovizia dei particolari del suo scritto può confondere il lettore circa la veridicità dei fatti narrati. La sua è stata una prospettiva unilaterale, dettata dalla scelta dei particolari da argomentare e quelli da trascurare, unita ad una personale opinione dei fatti che si sono susseguiti. La sua disamina parte dal ventennio fascista e vuole arrivare agli atti finali della liberazione; nel mezzo, si susseguono le azioni partigiane volte al rifornimento di armi; l’inquadramento dei gruppi partigiani, nei quali la formazione più semplice e diffusa fu il distaccamento; nomi e cognomi di chi nel palazzo del fascio usò la tortura come vile mezzo di prevaricazione.

GalanteLombiElisabetta Lombi sta svolgendo una ricerca tra le audio interviste effettuate negli anni ’70 e archiviate in Istituto. Nel corso del suo lavoro, si è imbattuta in due interviste fatte da Coppeno, e lo stile di quest’ultimo è sembrato più simile a quello di un interrogatorio. Le sue intenzioni vengono chiaramente esplicitate negli audio, e laddove egli è convinto che i fatti narrati non si siano verificati, nonostante venga testimoniato l’esatto contrario, egli sceglie di ometterli. Anche in questo caso c’è molta retorica su come le donne non vengano giustamente narrate per la loro grande partecipazione: a loro viene dedicato soltanto un piccolo paragrafo di scarsa rilevanza. Come sottolinea Lombi, “ci si aspetta sempre che siano le donne ad occuparsi delle donne”.

In conclusione, Gerri Caldera ha presentato due testi di Renato Morandi: Memorie storiche dell’attività partigiana (1956) e Azioni partigiane (1981). Il primo testo afferma che fino al marzo del 1944, nella zona di Como, non c’è stata attività partigiana, mentre il secondo, che è una cronologia dei fatti, certifica azioni partigiane già dal settembre del 1943. Contraddizioni come queste sono state segnalate anche da Giusto Perretta: nei libri archiviati in Istituto sono presenti delle chiose che negano quanto affermato da Morandi.

Nel dibattito finale, è emerso come la parola chiave sia narrazione, e ci si è interrogati sul senso della categoria dell’inattendibilità, quando le narrazioni usano la memoria, che è di per sé un atto selettivo e deliberato. Kafka chiude così il Prometeo: “La leggenda tenta di spiegare l’inspiegabile. Siccome proviene da un fondo di verità, deve terminare nell’inspiegabile”.

Sul sito dell’Isc Perretta è presente l’abstract scritto da Caldera, che si conclude con queste parole: “Le cronologie di Morandi e il testo di Coppeno stanno alla base della storia della resistenza locale, ma per 70 anni non sono state vagliate criticamente, e quindi tutti i successivi testi, che ad essi si richiamano, conservano quelle ambiguità originarie, per altro i testi di resistenza locale di solito si occupano di vicende specifiche e narrano episodi singoli (in specie il tratto finale che riguarda Dongo e Mussolini), ma non hanno fatto un lavoro di sintesi, non hanno catturato il “senso” complessivo di quegli anni. Quindi possiamo forse dire che la “Resistenza” della nostra zona attende ancora di essere scritte”. [Barbara Rizzi, ecoinformazioni]

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