villa olmo

1 ottobre/ Più non sai dove il lago finisca. I poeti di Europa in versi e il lago di Como

011015 poesiaPresentazione dell’antologia poetica con i poeti Fabrizio Bernini, Pietro Berra, Donatella Bisutti, Rosa Maria Corti, Gilberto Isella, Tomaso Kemeny, Lorenzo Morandotti, Giorgio Prestinoni, Carla Saracino, Andrea Tavernati, Wolfango Testoni e la fotografa Daniela Ray, proiezione del video dell’antologia, curato da Daniela Ray e Dan Mulford, intermezzi musicali a cura dell’associazione Petite Société, giovedì 1 ottobre alle 18.30 a Villa Olmo, in via Cantoni 1 a Como, nell’ambito di Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014. Per informazioni e-mail lacasadellapoesiadicomo@gmail.com, Internet www.lacasadellapoesiadicomo.it.

Com’è viva la città/ la mostra a Como

La terza mostra della trilogia “sulla città”, voluta dall’amministrazione comunale di Como a Villa Olmo, è pronta e da domani 18 luglio fino al prossimo 29 novembre sarà a disposizione del pubblico.

MostraComèvivalacittà-00 Giacinto di Pietrantonio (curatore della mostra), Silvia Magni (vicesindaca di Como), Luigi Cavadini (assessore alla cultura del Comune di Como), alla conferenza stampa di presentazione della mostra

 

 

 

 

 

L’anteprima dedicata alla stampa ci ha permesso di vederla e di trarne qualche riflessione.

Cominciamo dal titolo, estrapolato da “una nota canzone di Giorgio Gaber del 1969” – come recitano le note di accompagnamento dell’esposizione. Se non la ricordate con precisione, consiglio di riascoltarla qui, in una registrazione televisiva da Canzonissima del 1969-1970, per apprezzarne l’autentica intonazione. In effetti, la canzone – al di là della banale citazione di un pezzo del suo testo – ha una caratterizzazione caustica, ancora più che ironica, che dev’essere sfuggita al curatore e agli organizzatori. Com’è viva la città sta a significare, nella fattispecie, il dubbio che sia vero l’esatto contrario…

Causticità e ironia difettano totalmente all’esposizione, che è celebrativa dei fasti della città. Nonostante le dichiarazioni di principio secondo cui “oggi la città non è più la ‘terra promessa’ dei futuristi, o di altre avanguardie, ma un organismo complesso e multiforme, non più una città con un centro, ma con più centri, che ha subìto una profonda trasformazione dovuta al fatto che siamo immersi nella società dello spettacolo, Debord, della comunicazione, McLuhan, liquida, Bauman, dei non luoghi, Augé, dell’industria culturale, Morin, dei conflitti, Morelli”, la visione della città proposta è piuttosto tradizionale. E, nonostante la dichiarazione di aver “scelto opere che sono rappresentazione della loro rappresentanza, il ritratto del loro esserci ed essere immagine di città come cittadinanza”, l’immagine delle persone che l’abitano risulta piuttosto edulcorata.

La suddivisione in sezioni tematiche (trasporti, tempo libero, sport, strada, distruzione, manifestazioni, commercio e mercati, emblemi, interni) è assai schematica e certo poco attinente alla “liquidità” del fenomeno urbano. Del resto i brevi testi introduttivi alle diverse sezioni non rendono giustizia all’altisonante elenco di autori proposto in apertura, riducendosi a volte a semplificate “unità didattiche” di sapore un po’ troppo scolastico.

Ciò non significa che alla mostra manchino motivi di interesse e – soprattutto – opere degne di essere viste e meditate. Scegliendo in base alla sensibilità personale, segnalerei un fantastico Roy Lichtenstein, i tre quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto, le fotografie di Daido Moriyama, il dipinto di Giorgio de Chirico Calco dell’antico con guanto di gomma (per quanto un po’ decontestualizzato, così com’è collocato nella sezione “interni”, ma perlomeno vicino all’altrettanto notevole opera del fratello Alberto Savinio Annunciazione) e, per finire, l’inevitabile Comizio di Giulio Turcato.

Nella scelta di aprire l’orizzonte sull’arte internazionale, la valorizzazione del patrimonio comasco  ne ha inevitabilmente sofferto. Le citazioni comasche sono ridotte a tre: i Riflessi in vetrina di Baldassare Longoni del 1929, il grande dipinto di Mario Radice con La partita di pallone del 1933, e una bella fotografia di Bruno Campagna (Nabil), Tracce di Razionalismo # 15, dedicata al mercato coperto di via Sirtori (ma bisognerebbe anche ricordare che quell’edificio, lungi dal portare tracce razionaliste, venne fortemente osteggiato dagli architetti moderni comaschi e da Terragni in primis). Forse, sul tema della città e del suo uso da parte dei cittadini, una qualche opera di Ico Parisi poteva essere utilmente inserita (anche lasciando da parte le assonanze di alcuni disegni di Apocalisse gentile con il dittico esposto di Maja Bajevic sull’11 settembre).

Pur con qualche dubbio, delle tre mostre dedicate alla città, quest’ultima, curata da Giacinto di Pietrantonio, risulta la più stimolante e forse anche la più popolare. Comunque degna di essere visitata e discussa.

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

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La sezione della mostra dedicata alle “manifestazioni”.

 

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L’assessore Luigi Cavadini con una giornalista davanti all’opera di Alfredo Jaar Milan, 1946.

 

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Michelangelo Pistoletto, Prost. n. 4, con una visitatrice dell’anteprima.

 

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Michelangelo Pistoletto, Manifestazione.

 

 

Gara per Villa Olmo

villa olmoSulla Gazzetta venerdì 10 luglio verrà pubblicata per la risistemazione di parco e orto botanico.

«I lavori rientrano nell’ambito del progetto Tra ville e giardini del lago di Como. Navigare nella conoscenza finanziato da Fondazione Cariplo – ricorda Palazzo Cernezzi – e prevedono la riqualificazione e il restauro del giardino storico che si affaccia sul lago e quello dietro alla villa, interventi sulle piante esistenti, integrazione del verde, sistemazione dei vialetti e dei sentieri, la posa degli impianti di irrigazione e di illuminazione, la creazione dell’orto botanico».

Si tratta di un intervento di 2,7 milioni di euro, con un appalto integrato sulla base del progetto preliminare. «I partecipanti alla gara nel presentare la propria offerta dovranno predisporre il progetto definitivo – spiega il Comune di Como, che punta ad arrivare all’aggiudicazione dei lavori entro fine anno – e chi si aggiudicherà la gara dovrà poi provvedere a sviluppare il progetto esecutivo e quindi l’esecuzione dei lavori». [md, ecoinformazioni]

20 giugno/ Sergio Romano a Parolario

parolarioSergio Romano è a Parolario: il noto scrittore, giornalista e diplomatico sarà infatti ospite a Villa Olmo della rassegna culturale comasca, nel pomeriggio di sabato 20 giugno

Classe 1929, dal 1954 attivo in una lunga carriera diplomatica che lo porterà a Londra, a Parigi, alla Nato e in Unione Sovietica, per poi proseguire nel campo saggistico e giornalistico, Sergio Romano può definirsi un vero e proprio prodotto della seconda metà del XX secolo e della forma mentis che ha dominato le relazioni internazionali fino ai primi anni Novanta: la Guerra Fredda. E proprio dell’antica (?) contrapposizione tra Est e Ovest si parlerà nell’incontro di Parolario, dove Romano dialogherà con il giornalista comasco Francesco Angelini.
Al centro l’ultima opera dell’intellettuale di natali vicentini, In lode della Guerra Fredda. Una controstoria [Longanesi, 2015]. Un titolo che dice già molto, di scottante attualità nel caotico panorama globale moderno, sempre più sull’orlo di una conflittualità di caratura mondiale.

Presto online sul numero 499 del settimanale ecoinformazioni il resoconto dell’incontro.

Bandi di gara per Villa Olmo

tra ville e giardiniTre differenti interventi per parco, casino nord e facciate per il progetto Tra ville e giardini del lago di Como finanziato da Fondazione Cariplo.

Più precisamente sono: «Lavori per la riqualificazione del parco e la creazione dell’orto botanico (per un importo di 2 milioni e 700mila euro), per il Casino Nord (per un importo di 333.702,03 euro) e per la facciata di Villa Olmo (per un importo di 180mila euro)».

«Per il primo intervento, si è deciso di procedere con un appalto integrato sulla base del progetto preliminare – spiega Palazzo Cernezzi –. I partecipanti alla gara nel presentare la propria offerta dovranno predisporre il progetto definitivo e chi si aggiudicherà la gara dovrà poi provvedere a sviluppare il progetto esecutivo e quindi l’esecuzione dei lavori».

«I lavori prevedono il restauro del giardino storico che si affaccia sul lago e quello dietro alla villa, interventi sulristrutturazione parco e serre villa olmole piante esistenti, integrazione del verde, sistemazione dei vialetti e dei sentieri, posa degli impianti (irrigazione e illuminazione), creazione dell’orto» e precisa Daniela Gerosa, assessora all’Edilizia pubblica, sull’appalto integrato: «Si tratta di una procedura che ci consente di ottimizzare i tempi legati allo sviluppo del procedimento e di poter selezionare la migliore soluzione progettuale».

«Per quanto riguarda il Casino Nord, il piano primo ospiterà l’alloggio del custode, mentre al piano terra troveranno posto gli uffici del Centro di documentazione dei giardini e del lago di Como e i lavori saranno legati a tali destinazioni – prosegue la nota,  sono già stati fatti alcuni restauri–. L’intervento comprende la ridistribuzione degli spazi interni, gli adeguamenti impiantistici e funzionali, il ripristino delle tinteggiature e dei consolidamenti e protezioni degli elementi lapidei delle facciate. Per quanto riguarda, infine, la Villa è previsto un intervento di restauro del prospetto principale». Questo progetto non prevede di toccare gli interni del corpo principale, dove, distacco di un pezzetto del soffitto del Salone d’onore , sono stati fatti rilievi che preoccupano l’amministrazione, dato il probabile insorgere della subsidenza. [md, ecoinformazioni]

Villa Olmo: messi in sicurezza gli stucchi

villa olmo«Nei prossimi giorni il salone d’onore tornerà ad essere agibile – spiega il Comune di Como –. Proseguono le verifiche».

Giovedì 4 giugno sono ripresi: «Gli approfondimenti tecnici nel salone d’onore di Villa Olmo, chiuso a seguito del distacco di una piccola porzione di stucco dal soffitto». È stato fatto un rilievo di tutta la superficie e un’indagine termografica. Nei prossimi giorni verrà posata una rete per proteggere l’apparato decorativo e rendere di nuovo agibile il salone della Villa interessata dalla ristrutturazione con i fondi del bando Interventi emblematici della Fondazione Cariplo. [md, ecoinformazioni]

Villa Olmo: problemi al soffitto del salone d’onore

villa olmo salone«Dal soffitto del salone d’onore di Villa Olmo si è verificato il distacco di una piccola porzione di stucco e per questo motivo sono stati disposti subito degli approfondimenti tecnici», per questo, spiega il Comune di Como, giovedì 4 giugno «verrà eseguito un rilievo su tutta la superficie e sono state disposte indagini termografiche per la verifica dell’estensione del fenomeno».

Eli Riva: un protagonista dell’arte comasca dalla mostra di villa Olmo alla città

Un protagonista dell’arte comasca del Novecento in mostra a villa Olmo: le sculture di Eli Riva sono presentate al pubblico fino al 28 maggio in una notevole retrospettiva.

In un secolo che secondo la storiografia artistica ormai consolidata dovrebbe essere dominata nell’orizzonte comasco dall’astrattismo geometrico – parente pittorico-scultoreo del razionalismo architettonico – Eli Riva (1921-2007) ha avuto il ruolo di scompaginare il quadro, di tentare ricerche in numerose direzioni, anche contraddittorie, anche inconciliabili, seguendo il filo della sua espressività profonda. E forse a questo ruolo non propriamente “omologato”, oltre che alla sua profonda ritrosia, si deve la difficoltà a cogliere un “successo” che per la qualità della sua opera gli sarebbe forse dovuto arridere.

Eli Riva si affacciò alla ribalta artistica negli anni tragici della guerra, collaborando con opere scultoree ad alcune delle ultime opere della stagione del razionalismo lariano (non propriamente entusiasmanti come la caserma della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, poi della Guardia Nazionale Repubblicana, e ora Questura) ma soprattutto alle prime del periodo post-Liberazione (sue sono due sculture – molto diverse – in edifici di piazza Cacciatori delle Alpi e di viale Varese, dei primissimi anni Cinquanta, progettati da Adolfo Dell’Acqua e da Luigi Zuccoli). Da quegli anni in avanti si sperimentò in tutte le possibili direzioni (figurative ed essenziali, figurative ed espressioniste, astratte informali, organiche), mettendo a frutto una capacità manuale e tecnica e insieme una creatività ideativa davvero non comuni.

In due settori, in particolare, l’opera di Eli Riva ha lasciato un segno significativo, profondamente iscritto nella storia (e nell’arte della città e del territorio): nell’arte sacra e nell’arte funeraria. Molte chiese “postconciliari” devono al suo intervento arredi di grande potenza espressiva, sempre calibrati sullo spazio architettonico e sulla dimensione ideale; valgano per tutti gli esempi delle chiese comasche di San Giuseppe (con un potentissimo Crocifisso ambientato nella lama di luce della guglia absidale) e di Sant’Agata con altare, tabernacolo, ambone e acquasantiera di rara essenzialità; ma varebbe la pena di aggiungere gli interventi nella chiesetta di Madrona (sulla strada del Bisbino), in San Vitale a Chiasso, nella parrocchiale di Blevio e nella nuova di Lipomo. Le tombe ideate da Eli Riva, poi, disegnano un ideale percorso attraverso temi e suggestioni: nel monumentale di Como si può seguire – a prezzo di una ricerca non proprio agevole – la sua evoluzione dalle opere figurative (tombe Ciabattoni, Mulazzi, Battistini, Mauri-Fossati) a quelle astratte (tombe Baragiola, Azzimonti), da completare poi con visite a Bregnano (tomba Brivio), Lomazzo (la bellissima porta della cappella Gaggio), Rovenna (tomba Praga).

Nella mostra di villa Olmo, insieme al contesto di queste opere pubbliche (in parte documentate da qualche fotografia), si possono ammirare le numerose opere “da camera”, nelle varie pietre e marmi e nei vari legni, di volta in volta dedicate a serie (le “arfalle”, le “fionde” e altre) oppure a pezzi unici.

In una così ampia produzione, se una caratteristica peculiare si può individuare è quella di una inesauribile varietà, dove non c’è stile a imporsi, bensì l’urgenza di esprimersi. Seguirne le diverse declinazioni è fonte di continue scoperte.

Ma se, come è stato detto ripetutamente nel corso della presentazione alla mostra, le realizzazioni di Eli Riva meritano di essere meglio conosciute, non sarebbe stata fuori luogo, nel pieghevole in distribuzione in mostra, una maggiore cura nell’ubicazione sulla piantina delle diverse localizzazioni, così mal posizionate da risultare quasi incomprensibili.

La mostra Eli Riva: tradizione e modernità, realizzata dall’assocazione Eli Riva con l’assessorato alla Cultura del Comune di Como, e con la collaborazione di Luciano Caramel, è aperta fino al 28 maggio 2015, a Villa Olmo (como, via Cantoni 1), dal martedì al sabato 10-18, la domenica 14-20; l’ingresso è libero.
[Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

Alcune vedute della mostra.

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Il presbiterio della chiesa di San Giuseppe a Como.

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Eli Riva: tradizione e modernità

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMostra a Villa Olmo, in via Cantoni 1 a Como, inaugurazione giovedì 2 aprile alle 18, aperta fino al 28 maggio, da martedì a sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 14 alle 20.

 

«Maestro della scultura, Eli Riva (Como, 1921-2007) è considerato l’ultimo erede dei Magistri Cumacini per quel suo scalpellare “a taglio diretto” nel marmo come i marmorini antichi, come gli scalpellini delle valli lombarde, e senza modelli preparatori – precisa una nota –. La città di Como per aprire Expo 2015 ha deciso di puntare sulla valorizzazione di questo artista che costituisce uno dei patrimoni della propria storia culturale. All’intero percorso della ricerca scultorea di Eli Riva, dalla figurazione all’astrazione, viene dedicata una grande mostra antologica promossa dal Comune di Como e realizzata, con la collaborazione del critico Luciano Caramel, nella storica cornice di Villa Olmo».

«L’esposizione del Maestro comasco rappresenta la volontà di porgere un tributo ad un grande artista, un cesellatore della materia e della vita, che ha saputo raccogliere antiche eredità, quali quelle dei Maestri Cumacini e trasferirle, con una visione del tutto originale e personale, nel suo lavoro inteso come energia incanalata verso un fine determinato – prosegue lo scritto –. Quel fine che lo ha portato a prendere posizioni decise nel fare arte e coniugare il quotidiano con l’assoluto e che ha caratterizzato il suo impegno civile sia all’interno dell’amministrazione nei contributi dati nella Commissione edilizia, sia all’esterno nei principali dibattiti legati alla riqualificazione del contesto urbano. La scelta della sede di Villa Olmo non è casuale; fa riflettere ancora una volta sul tema della città, sviluppato in tutte le sue molteplici declinazioni in questi ultimi tre anni di grandi eventi, inaugurati con Sant’Elia, ed ampiamente valorizzato dal Maestro Riva …“io mi sento comasco”… e Como attraverso questa importante esposizione non lo dimentica. Poche frasi bastano ad Eli Riva per definirsi: “Quanto al lavoro personale, la cosiddetta “ricerca”, mi pregio di avere portato, in un lungo giro di anni, la scultura all’astrazione, al di là della visione naturalistica. E di averlo fatto in modo personale, anche se coincidente con la tensione di tutta l’arte contemporanea europea verso l’interiorizzazione delle motivazioni espressive. Non si diventa astratti dalla sera alla mattina. Io l’ho fatto gradualmente o per strappi, come nelle ‘Piastre’ del 1956; l’ho fatto percorrendo tutto l’iter di scoperta e di necessità del fenomeno… Avevo fin da giovane dei pensieri fissi: liberare la scultura dal suo limite, dalla monumentalità, dal gigantismo; defisicizzare la scultura; portare il volume in altezza; liberare la scultura dalla base. Ho realizzato le Due Teste negli anni ’50 a volume pieno, e sono approdato negli ultimi anni al vuoto con le Case degli Angeli, aeree e spaziali”. Quanto ai materiali: “Ci vuole il sentimento della materia. Ho utilizzato di tutto, dal porfido egizio delle Due Teste, ai marmi di varia durezza e colore, sfrontati a taglio diretto, cioè non inviando a Carrara il modellino come alcuni colleghi artisti usano fare. Poi sono passato al legno; e ora alle cere, adeguando ai materiali la mia forza fisica nel corso degli anni”. E, infine, annota: “Io mi sento comasco, irresistibilmente, con le pietre di casa, con il “sasso di Moltrasio”, scabro e duro. Il carattere comacino è tutto qui, linearità e semplicità, ottenuta vincendo la durezza, gli ostacoli della materia. Linearità e semplicità vuol dire essere concreti. Qui le maestranze erano esse stesse architetti. Questi sono i valori semantici della nostra città, le torri, le porte, le mura in sasso di Moltrasio”. Sul suo valore Luciano Caramel scrive che Eli Riva possiede “la capacità di comporre il rispetto della qualità dei materiali con le esigenze dell’invenzione, la struttura con l’articolazione libera delle masse, il vuoto con il pieno, l’intrusione nell’ambiente con la difesa dell’integrità del nucleo plastico entro la sfida che è della scultura moderna. […] Ed è in Riva scommessa vincente”. E conclude che è “Un artista che onora la scultura contemporanea per la serietà dell’impegno e la felicità dei risultati”».

Per informazioni Internet www.eliriva.it. [md, ecoinformazioni]

Apre la nuova piazza di Villa Olmo

WP_20150202_001Tolti i blocchi all’ingresso dell’ex Subalpina di via Borgovico.

 

«Il Comune ha acquisito 1747 metri quadri che comprendono, appunto, la piazza – progettata con alberi e panchine – e un’area più piccola con 5 posti auto – afferma Palazzo Cernezzi –. I parcheggi, gestiti da Csu, sono regolamentati da parcometro (tutti i giorni, festivi inclusi, dalle 8 alle 20, tariffa di 1 euro per la prima ora e 1 euro per ogni ora successiva). Come previsto dalla convenzione, la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’area (così come delle aree di urbanizzazione secondaria che corrono lungo il tracciato delle ferrovie) saranno a carico, per i prossimi trent’anni, della proprietà, la società Gbh. E proprio sulla piazza si affaccerà il nuovo albergo a 5 stelle (160 le camere previste) che la società ha chiesto di realizzare, modificando parte della destinazione degli immobili da residenziale a turistico-ricettivo. Il permesso di costruire è già stato rilasciato e i lavori sono iniziati. La conclusione dei lavori è prevista in due anni». [md, ecoinformazioni]