Candidati a confronto: gli scout di Como verso “la scelta giusta”
Un dibattito partecipato e ben condotto, quello organizzato dai clan dei gruppi scout Agesci di Como che venerdì 15 febbraio al teatro Nuovo di Rebbio hanno chiesto ad otto candidati comaschi in Parlamento di esprimere le loro posizioni e intenzioni riguardo la società, l’economia e i valori.
Otto candidati, tutti uomini e nessuna donna, hanno risposto alle domande preparate dai ragazzi e le ragazze dei gruppi scout Como 1, Como 3 e Como 45, che in vista del voto politico e regionale del 24 e 25 febbraio hanno voluto ascoltare programmi e progetti dei partiti per poter fare La scelta giusta, titolo dato all’iniziativa. Dal ruolo dell’Italia in Europa ai problemi delle carceri italiane, dai diritti per le coppie omossessuali alle politiche antimafia, fino alla cittadinanza italiana per bambini stranieri: questi alcuni dei temi trattati nel corso delle tre ore di dibattito di fronte ad un teatro pieno e interessato, che ha visto nel pubblico anche la presenza di consiglieri comunali e assessori comaschi.
Riguardo il ruolo dell’Italia in Europa, tutti i candidati, compreso Nicola Molteni della Lega Nord, si sono detti europeisti, seppur con varie distinzioni in merito: Rivoluzione civile e Sinistra, ecologia e libertà concordano sulla necessità di modificare il fiscal compact, per Partito democratico e Movimento 5 stelle Europa significa innanzitutto pace, mentre Sergio Gaddi del Popolo della libertà ritiene Francia e Germania principali colpevoli dell’attuale crisi economica continentale. La Lega si dice contraria a questa idea di Europa, ma d’accordo per un “Europa dei popoli” che valorizzi le singole identità e culture locali.
In tema di tasse e spesa pubblica, Gaddi e Molteni ritengono l’Imu sulla prima casa una vergogna, promettendo la sua eliminazione e restituzione ai cittadini in caso di vittoria alle elezioni. Mauro Guerra del Pd e Marco Lorenzini di Sel concordano sulla necessità di abbassare il carico fiscale, sgravare in particolare le tasse sull’impresa e sui lavoratori, mentre Sergio Palazzi di Fare per fermare il declino insiste sulla possibilità di ridurre la spesa pubblica, senza dover toccare i servizi di base come sanità e istruzione. Carlo Secchi, della Lista civica con Monti per l’Italia, ritiene meglio in questo momento tassare chi possiede e non chi produce, mentre Pierluigi Tavecchio di Rc propone di eliminare le forme di tassazione indiretta che ricadono sulle fasce più deboli e di introdurre una patrimoniale sui grandi patrimoni. Fabio Barone, di M5s, chiede a tutti la rinuncia ai rimborsi elettorali e la diminuzione degli stipendi parlamentari, assieme all’accorpamento dei Comuni sotto i 5000 abitanti e all’abolizione delle province.
Il dibattito si accende sul tema delle unioni civili e dei diritti per le coppie omosessuali. Palazzi, sottolineando l’importanza e la grandezza del problema, si dice personalmente favorevole al matrimonio civile tra persone delle stesso sesso e con lui concorda Secchi, che auspica una legge sulle unioni civili e chiede libertà di coscienza su questo tema. Per Tavecchio non esistono un modello di famiglia “ideale” e “sicuro”, per questo motivo non si può far distinzione di sesso, e anche Barone concorda sulla necessità di istituire il matrimonio e le adozioni per coppie omosessuali. Gaddi e Molteni concordano sulla necessità di una legge sui diritti civili, così come entrambi sono contrari al matrimonio e alle adozioni, considerate dal candidato Pdl contro la legge naturale. Mauro Guerra ritiene il nostro paese in ritardo sulla questione dei diritti civili, per questo è favorevole sia alle unioni civili sia alle adozioni, così come Marco Lorenzini di Sel, che sottolinea il fondamentale compito dello Stato nel garantire i diritti e nel farli rispettare.
Pd e Sel, componenti della stessa coalizione elettorale, concordano anche sul tema della cittadinanza italiana agli stranieri nati nel nostro paese, e della stessa idea sono anche Barone, Secchi, che ritiene lo ius soli un diritto fondamentale, e Tavecchio, che ricorda come gli italiani abbiano dimenticato di essere figli e nipoti di emigranti. Per Gaddi e Molteni, invece, la cittadinanza non deve essere automatica perché non è detto che un cittadino straniero voglia diventare italiano: per loro l’imposizione della cittadinanza è un errore, si può scegliere se acquisirla al diciottesimo anno d’età.
Riguardo le politiche antimafia, il candidato del M5s crede che mettere tutti gli atti pubblici in chiaro e dare un certificato alle aziende per determinare la loro estraneità ad ambienti criminali siano i primi passi fondamentali. Gaddi, che ritiene i magistrati il vero problema italiano, afferma che il governo Berlusconi è quello che ha arrestato più latitanti negli ultimi anni. Palazzi si concentra sull’importanza della certezza della pena e della rapidità dei processi, oltre alla necessità di semplificare i controlli, mentre Secchi afferma che il modo migliore per cominciare è quello di rompere il legame tra politici e mafiosi, affermando di aver sottoscritto la proposta di Libera e Gruppo Abele, Riparte il futuro. Oltre a lui hanno firmato anche Guerra e Lorenzini, che ritengono fondamentale la vicinanza ai magistrati, alle forze di polizia e agli amministratori in prima linea nel lavoro di contrasto alle mafie e coesione sociale, concordando sulla necessità di dare un nuovo impulso alla legge Rognoni-La Torre e di condurre anche una battaglia culturale. Tavecchio ritiene la mafia un fenomeno da eliminare, perché toglie ogni anno 180 miliardi di risorse al Paese: per farlo non è sufficiente il contrasto militare, per questo illustra la proposta di legge Ingroia-La Torre per costituire un Alto commissariato antimafia e ridurre i tempi di confisca e sequestro dei beni dei mafiosi.