Festa della Liberazione/ Campo solare rinasce

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Mercoledì 25 aprile a Campo solare si sono celebrate la Liberazione e la Costituzione, in un luogo che è oggi, grazie alle associazioni che se ne sono prese cura, un simbolo di libertà e Resistenza per Cantù e non solo.

Ha presentato e accolto i presenti Paolo Fossati, rappresentante dell’Anpi, che ha sottolineato come la festa sia stata realizzata grazie all’impegno di tante associazioni che insieme hanno lavorato duramente nei mesi scorsi per la rinascita di Campo solare. Fossati ha rivolto ringraziamenti anche a Ludovico Marini, l’artista che ha realizzato la targa celebrativa con l’obbiettivo di «mantenere viva la memoria» e che ha segnato l’inizio della nuova vita di Campo solare.

Il pomeriggio ha visto protagonisti i contenuti e gli approfondimenti forniti dagli interventi di Elisabetta Lombi, dell’Istituto di Storia Contemporanea “P. A. Perretta”, di Don Giusto, della parrocchia di Rebbio, e di Carlo Ranieri, Emergency. Gli interventi sono stati intervallati dalla lettura di Arianna Di Nuzzo, Emergency, degli articoli della Costituzione e dalla musica di Emilio Margheriti e Liberi Tutti band.

L’intervento di Elisabetta Lombi ha fornito ai presenti una panoramica storica sulle leggi razziali, partendo dalla leggi della scuola del 1922 a quelle antisemite del 1938, passando per le discriminazioni razziali nei confronti dei coloni somali ed eritrei. Temi centrale del discorso le origini delle leggi razziali, le forme di opposizione pre e post armistizio dell’8 settembre 1943 e i chiari parallelismi con il contesto sociale attuale.

Don Giusto ha invece contribuito alla celebrazione raccontando la realtà dei migranti che incontra tutti i giorni, uomini e donne che fuggono dai loro paesi di origine e che finiscono per fuggire anche dal’Italia. L’esperienza di Don Giusto è stata condivisa con i presenti senza dimenticare di allargare il discorso alle necessità dell’Italia dal punto di vista dell’accoglienza e alle conseguenze degli accordi Libia-Italia.

Il tema delle migrazioni è stato affrontato anche da Fabio Cani, rappresentante della rete Como senza frontiere, che ha affermato come l’uso del termine “emergenza” in relazione alle migrazioni sia oggi errato, dato che «le migrazioni sono un fenomeno strutturale, fanno parte e faranno sempre parte della quotidianità». Ha inoltre evidenziato come non si possa separare fascismo da razzismo, poiché «se commettiamo l’errore di separare fascismo e razzismo non capiamo come i comportamenti attuali si saldino a quelli del passato, di cui conosciamo gli esiti».

Le azioni e i principi di Emergency sono stati raccontati da Carlo Ranieri, che si è collegato agli interventi precedenti ricordando le centinaia di migliaia di cittadini italiani emigrati in giro per il mondo e definiti “la fogna del mondo” dai giornali americani di quegli anni. Ha poi brevemente espresso i principi cardine su cui si basa il lavoro di Emergency: «dare assistenza medica gratuita alle vittime di guerra, promuovere cultura di pace e solidarietà, il rispetto dei diritti umani».

Ha chiuso la serie di interventi Ahmadou Bouya Gueye, dell’associazione Teranga, che ha espresso la propria felicità nel celebrare la Liberazione dal momento che «noi siamo “italiani adottati” e il 25 aprile è anche il nostro 25 aprile. I partigiani hanno sacrificato la vita per questo Paese e se viviamo oggi in pace è grazie a loro».

I presenti hanno potuto anche ammirare la mostra fotografica realizzata da Emergency, che ha raccolto una serie di scatti che ritraggono momenti di vita di volontari dell’associazione. I proventi della giornata sono stati donati a Don Giusto e alla parrocchia di Rebbio, uno dei cardini dell’accoglienza nel territorio. [Vincenzo Colelli, ecoinformazioni]

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