comunicato stampa

Como Acqua/ firmato accordo a tutela dei/delle dipendenti Sot

IMG-5578.JPGGiovedì 27 giugno il cda di Como Acqua srl rappresentato dalla consigliera Paola Sala e le organizzazioni sindacali di categoria Filctem nelle persone di Sandro Estelli e Giuseppe Augurusa; Femca nella persona di Luigi Bartesaghi e Uilta nella persona di Gioacchino Favara, hanno firmato l’accordo quadro per garantire ai dipendenti delle Sot il loro futuro nell’azienda. (altro…)

La prossima Como/ La prevalenza del pedone. No a nuovi parcheggi in convalle

17630042_434149693585455_1657002041059267833_n.jpg

L’aria di Como sta uccidendo cittadini e cittadine. È urgente diminuire il traffico delle automobili in convalle, favorendo l’uso dei parcheggi di cintura, investendo nel trasporto pubblico collettivo, in piste ciclabili sicure, in marciapiedi accessibili a tutte e tutti. (altro…)

Legambiente Lombardia/ Le città alla sfida del clima

Legambiente Lombardia
Legambiente Lombardia

È stato presentato oggi a Roma il dossier nazionale di Legambiente sugli impatti dei cambiamenti climatici. Nubifragi, siccità, ondate di calore sempre più forti e prolungate: anno dopo anno si ripetono anche in Lombardia fenomeni metereologici intensi ed estremi dovuti in primis ai cambiamenti climatici che stanno già causando danni ai territori, alle città e alla salute dei cittadini. Le risposte della politica e delle amministrazioni non sempre sono all’altezza: accanto a buone pratiche diffuse, da Pavia a Bergamo o a Milano, si registrano ritardi e disattenzioni oltre alla mancanza di una indispensabile regia comune.

Se ancora manca un regolamento nazionale per l’adattamento al cambiamento climatico, la Regione Lombardia si è attrezzata arrivando nel 2015 all’elaborazione di un “Documento di azione regionale sull’adattamento al cambiamento climatico” che individua le priorità su cui intervenire e 30 misure per la salute umana e qualità dell’aria, la difesa del suolo e del territorio, la gestione e qualità delle acque, l’agricoltura e biodiversità.

 «Ora è necessario implementare il percorso intrapreso – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – dando attuazione concreta a tutte le azioni previste nel documento e stabilendo regole chiare e vincolanti, per la parte di competenze della regione, per evitare danni a persone e territori causati da localizzazioni sbagliate, sottovalutazione del rischio idrogeologico, impermeabilizzazione dei suoli. L’assessore Cattaneo ha le deleghe ad ambiente e clima: confidiamo possa incidere in tal senso su tutto l’operato della regione, l’adattamento climatico deve essere al centro delle politiche territoriali».

Che il tema sia all’ordine del giorno lo dimostrano le cronache degli ultimi anni. L’episodio rilevante più recente in Lombardia si è registrato appena il 10 maggio scorso, quando a Legnano una bomba d’acqua improvvisa ha colpito il Comune e tutta la zona a nord di Milano mandando in tilt il traffico a causa delle condotte idriche che non riuscivano a smaltire la pioggia battente. Ma basta pensare alle esondazioni del fiume Seveso avvenute a maggio del 2017 o più volte a luglio, agosto e novembre del 2014. Negli ultimi anni sono state ben 32 le esondazioni del Seveso nell’area milanese e dal 2010 ammonta a 15 il numero dei giorni in cui il trasporto ferroviario e metropolitano è stato sospeso a causa di eventi metereologici estremi. Ad agosto 2016 blackout dovuti a temporali e bombe d’acqua sono avvenuti in vaste aree della Lombardia, dal basso e medio Verbano a Valtellina e Valchiavenna.

 Lo stallo ormai perdurante nella realizzazione delle vasche di laminazione, intervento che avrebbe dovuto in breve tempo risolvere i problemi di esondazione del Seveso a Milano, è la dimostrazione che non esistono soluzioni semplici al problema complesso di restituire sicurezza alla città: ogni soluzione è parziale, come è stato a suo tempo per la realizzazione dello scolmatore. Per la sicurezza idraulica la città e il territorio metropolitano devono re-imparare a convivere con il loro torrente, utilizzando anche gli spazi aperti e il reticolo idrico urbano per offrire diversivi alle acque di pioggia e alle portate di piena che giungono da nord. Perché, ricorda l’associazione ambientalista, il vero imbuto del Seveso è il suo tratto tombinato in città, e dunque occorre – ovunque possibile e non solo sui Navigli – riportare le acque a scorrere in superficie e a disporre di spazi adeguati per la loro espansione.

 «Il progetto di riapertura dei Navigli è un’opportunità per ripensare il sistema milanese delle acque, ma per questo occorre smettere di pensare ad aspetti marginali come la navigazione turistica per concentrarsi sulla funzione dei corsi d’acqua e dei Navigli come infrastrutture verdi – afferma Lorenzo Baio, responsabile acque di Legambiente Lombardia –. Da questo punto di vista è un pessimo segnale il fatto che il progetto presentato alla città in questi giorni si premuri di assicurare che il Seveso, nel tratto di via Gioia, continui a scorrere sottoterra, realizzando un letto separato da quello del Naviglio di cui oggi è affluente. Oltre a contenere le portate a monte, Milano deve mettersi nella condizione di utilizzare tutte le possibilità di deflusso esistenti o attivabili, diversamente l’imbuto continuerà a rigurgitare in Piazzale Istria acque e fango ad ogni temporale».

12492038_10208212455008579_7088037923773503646_o

 Prevenire però si può, a partire dai regolamenti edilizi e dalla pianificazione territoriale. Sono molti infatti,  gli interventi che le amministrazioni locali possono attuare e che i soggetti sovraterritoriali, a partire da Regione, possono estendere come modelli. Il regolamento edilizio di Mortara (PV)  ad esempio salvaguarda la permeabilità dei suoli nelle aree urbane fissando delle percentuali obbligatorie di terreni permeabili negli spazi privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze). Una decisione che risulta indispensabile per una corretta e sicura gestione delle acque e per ridurre l’effetto isola di calore.

In tutta Italia sono 453 i regolamenti edilizi che promuovono il ricorso ai tetti verdi, tra cui Milano. E’ opportuno citare quello di Pavia, che contiene l’obbligo di realizzare almeno il 50 per cento  delle coperture a verde nel caso di edifici industriali e/o del terziario, e di Zinasco, sempre nel pavese, che obbliga le coperture a verde per tutti i nuovi edifici, sempre per un valore non inferiore al 50 per cento.

Sul versante del risparmio idrico nei regolamenti edilizi spiccano i comuni di Brivio, Calco , Cernusco Lombardone, Imbersago, Lomagna, Merate, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Verderio Superiore, tutti in provincia di Lecco, in cui è previsto l’obbligo appunto di risparmio idrico pari al 30 per cento rispetto al valore di 250 litri al giorno per abitante.

Anche il riutilizzo delle acque grigie (parte delle acque domestiche derivate dagli scarichi della cucina, della doccia, vasche da bagno e lavandini) è affrontato da molti Regolamenti. Ad esempio in quello del Comune di Bellusco (MB), in cui viene promosso il recupero volontario di almeno il 70 per cento delle acque grigie.

A Bergamo, infine, la Giunta comunale ha recentemente approvato un progetto di riqualificazione del sistema di raccolta e convogliamento delle portate idriche di quattro aree cittadine soggette, in occasione di temporali, ad allagamenti e a conseguenti disagi per coloro che vi abitano.

  Il dossier nazionale si può scaricare al seguente link: https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/citta-e-clima-indagine-2018-di-legambiente[Legambiente Lombardia]

Non toccate la Convenzione di Istanbul

 Arci

Con un comunicato stampa, la Presidenza nazionale dell’Arci si oppone alle pressioni sul Consiglio d’Europa per modificare la Convenzione di Istanbul, aderendo all’appello di Wave – Women Against Violence in Europe. 
(altro…)

Venneri, Bonanomi e Corti/ Fallimentare gestione dei disagi legati all’acqua

Simbolon-300x300

Luca Venneri, Gabriella Bonanomi e Marco Corti, candidati di Lombardia progressista per Como e provincia, commentano la sospensione dell’erogazione di acqua corrente in diverse zone di Como con il comunicato stampa che segue:

(altro…)

Sinistra italiana/ Continuare con convinzione

«Martedì 28 novembre durante la riunione della rete Como senza frontiere, una decina di fascisti ha interrotto l’incontro leggendo un comunicato dai contenuti e dal tono razzisti. È un salto di qualità nella strategia delle destre che adesso, anche a Como, tentano di intimidire i volontari delle reti di solidarietà. Prima sono stati sdoganati da Berlusconi negli anni novanta, poi il revisionismo storico ha messo sullo stesso piano le scelte opposte durante la Resistenza, negli ultimi anni il fascismo è stata considerata una opinione come le altre, e in tal senso vi sono grandi esempi nella nostra provincia.

Abbiamo bisogno non solo di denunciare e di indignarci, ma di istituzioni salde nei valori e nei principi costituzionali, di un mondo politico compatto nel promuovere e praticare la solidarietà, di una nuova coscienza democratica che rimuova dalla storia le ideologie della paura. Come Sinistra Italiana ci aspettiamo che le istituzioni locali, il mondo dei partiti, del sindacato e del terzo settore dimostrino con chiarezza la propria vicinanza alla rete Como senza frontiere, che certamente continuerà la propria attività con più convinzione». [Marco Lorenzini,  Sinistra italiana]

I bambini di Ornella/ Vergognosa provocatoria azione teppistica

«I Bambini di Ornella, associazione comasca che svolge attività di volontariato solidale in Senegal a favore dei bambini di strada, esprime pieno sostegno e solidarietà alla rete Como senza frontiere, cui aderisce fin dalla sua costituzione, per la vergognosa e provocatoria azione teppistica con cui un gruppo di fascisti ha ieri sera interrotto una riunione degli attivisti della rete.

La violenza intimidatoria dell’irruzione e il tono insultante e razzista del comunicato letto dagli squadristi va condannata senza giustificazione alcuna da tutti i cittadini democratici ma soprattutto da quanti, Prefetto e Sindaco il testa, rappresentano e dovrebbero garantire la convivenza pacifica e democratica dei cittadini comaschi e la libera attività di quanti, sia laici che credenti, operano sul nostro territorio a sostegno dei più deboli, italiani o migranti che siano.

Questo vergognoso episodio è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di azioni compiute da rinascenti organizzazioni fasciste, incoraggiate nel loro agire da una crescente “cultura dell’intolleranza” contro gli immigrati.

Un ennesimo atto di provocazione che sfida non solo il tessuto democratico del Paese e le Associazioni della società civile che si adoperano per tenere vivo il valore della democrazia e della convivenza, ma anche e soprattutto le Istituzioni repubblicane, che non sempre però sembrano capaci di coglierne la gravità e rispondere con necessario rigore.

Rigore senza il quale c’è il rischio che, agli occhi della parte di opinione pubblica più conservatrice o esasperata “ad arte” nelle sue paure e insicurezze , i comportamenti di rifiuto e chiusura verso gli stranieri appaiano l’unica risposta efficace per “risolvere” un epocale ed irreversibile quale quello rappresentato dai flussi migratori di chi fugge da guerre, terrorismo, dittature o morte per fame.

Intolleranza, razzismo e ignoranza indegne di un Paese che si vuole civile, cui una comunità che vuole restare civile deve saper rispondere compatta e senza tentennamenti con la cultura, il dialogo interraziale, la solidarietà e la vigilanza democratica». [I bambini di Ornella]

Associazione Alfonso Lissi/ Solidarietà a Como senza frontiere

Nella tarda serata di ieri, abbiamo appreso quanto successo durante la riunione plenaria di Como Senza Frontiere. Siamo sconcertati dall’ennesimo episodio di violenza che ha come protagonista la destra fascista e xenofoba della città. Come è logico non possiamo fare altro che condannare e stigmatizzare quanto avvenuto, richiamando le altre associazioni, i sindacati, i partiti e tutte le organizzazioni di vario genere che si riconoscono nei valori antifascisti ed antirazzisti, ad una mobilitazione quanto mai necessaria. Ci auguriamo che, chi di dovere, faccia luce su quanto accaduto e che si attivi alla tutela degli spazi democratici della nostra città». [Andrea Cazzato. Associazione Alfonso Lissi]

Arci nazionale / Sciopero della fame per lo ius soli

 

logo La Presidenza nazionale dell’Arci comunica la propria decisione di aderire allo sciopero della fame per l’approvazione dello ius soli. «La Presidenza nazionale dell’Arci parteciperà allo sciopero della fame per l’approvazione dello ius soli, raccogliendo la proposta di centinaia di insegnanti a cui hanno già aderito molti parlamentari e lo stesso ministro Del Rio.

Inizieranno domani la presidente nazionale Francesca Chiavacci e il vicepresidente Filippo Miraglia, e, a staffetta, tutti gli altri componenti della presidenza nazionale dell’associazione.

L’Arci sarà anche presente, insieme all’Italia sono anch’io e al movimento #italiani senza cittadinanza alla manifestazione promossa per il pomeriggio del 13 ottobre in Piazza Montecitorio.  Con gli insegnanti, gli alunni e i loro genitori animeremo la piazza con laboratori e flash mob chiedendo che il Senato approvi al più presto la legge che riforma la cittadinanza.

Nonostante si sia ormai quasi alla fine della legislatura, i tempi per approvarla ci sarebbero ancora se questa fosse davvero la volontà politica del governo.

Noi comunque non ci arrendiamo e continueremo a stare nelle piazze per chiedere che le migliaia di ragazze e ragazzi di origine straniera, nati e/o cresciuti in Italia, cittadini italiani di fatto, lo diventino anche di diritto attraverso una legge che introduca lo ius soli».

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: