La valle degli spiriti

locandina_sepikL’arte dei popoli del Sepik Nuova Guinea una mostra al Museo Storico “Giuseppe Garibaldi” in piazza Medaglie d’oro a Como, dal 6 dicembre al 6 gennaio, organizzata per la XIXa edizione della Città dei Balocchi

 «Le opere esposte nella mostra provengono dalla collezione di Margarete Anne Schäfer, imprenditrice di origine tedesca che, nel corso di una serie di viaggi fatti in Nuova Guinea, acquistò numerose opere dei popoli del Sepik – spiega il Notiziario del Comune di Como –. Queste sculture vennero conservate per diversi anni in una villa sul lago di Como sino al momento della loro cessione alla Regione Lombardia nel 2001. Oggi le opere sono conservate nei Musei Civici di Como».

Il Sepik è un fiume della Nuova Guinea: «Sicuramente uno dei luoghi più ostili all’uomo, e anche una delle ultime zone del pianeta ancora rimaste vergini».

«Le popolazioni della regione del Sepik vivono in villaggi, dove l’economia è soprattutto di tipo agricolo; la coltivazione di tuberi come l’igname e la patata dolce viene praticata con strumenti rudimentali – prosegue la nota –. L’allevamento del maiale è compito delle donne, sebbene la proprietà sia degli uomini. Il possesso di molti suini indica ricchezza e prestigio sociale, infatti i maiali vengono utilizzati anche come moneta di scambio o per particolari banchetti cerimoniali. Ogni villaggio ha come centro la “casa degli spiriti” o “casa delle cerimonie”. È una costruzione su palafitte, arredata con pitture e sculture rappresentanti gli antenati o gli spiriti, maschere per cerimonie e vari oggetti sacri, come flauti, tamburi e armi. L’area più interessante per quanto riguarda la produzione artistica è il bacino del fiume Sepik e dei suoi affluenti. Per gli indigeni l’arte è strettamente collegata con la religione e nutrono un grande interesse verso i prodotti artistici. Gli artisti del Sepik si servono di strumenti rudimentali per scolpire e intagliare, quali asce, schegge di gusci di conchiglie, denti di animali, mentre per dipingere utilizzano le dita o bastoncini masticati ad una estremità per essere poi impiegati come pennelli. I colori sono di origine naturale e le decorazioni vengono realizzate utilizzando fibre vegetali, piume d’uccello, zanne di cinghiale e conchiglie che vengono usate come merce di scambio fra le tribù costiere e quelle dell’interno. Le opere finite vengono custodite all’interno della casa degli spiriti finché non perdono il loro potere di legare il nostro mondo a quello soprannaturale, oppure finché la casa degli spiriti non diventa inutilizzabile. Queste sono le ragioni per cui noi possiamo oggi ammirare tali opere, che hanno ormai esaurito la loro funzione magica e sono divenute oggetto di scambio».

Apertura dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17, mercoledì dalle 9.30 alle 17 (dal 24 dicembre al 7 gennaio dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17), domenica dalle 10 alle 13, lunedì chiuso.

Per informazioni tel. 031.252550, musei.civici@comune.como.it, Internet http://museicivici.comune.como.it. [md – ecoinformazioni]

Scopri di più da [Arci - Giornalismo partecipato]

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading