Mese: Agosto 2014

Tremezzina nello Sblocca Italia

variante-tremezzinaLa Variante alla Regina è entrato nel decreto legge del Governo Renzi, deve essere però cantierabile entro il 31 agosto 2015, per Braga e Guerra: «Ora ci attendono un lavoro e un impegno straordinari ed estremamente difficili legati al rispetto dei tempi».

 

«Il Governo, su proposta del ministro Lupi, ha inserito la variante della Tremezzina tra le opere finanziate, per 330 milioni di euro, con il decreto Sblocca Italia a condizione che sia cantierabile entro il 31 agosto 2015 – annunciano i deputati comaschi del Partito democratico Chiara Braga e Mauro Guerra –. Si tratta di un risultato straordinario che conferma l’impegno e l’attenzione del ministro Lupi e del Governo per un’opera che il nostro territorio attende da decenni. Una risposta definitiva ai gravi problemi di sostenibilità del traffico sulla sponda occidentale del lago, alla sicurezza della circolazione e alla vivibilità dei paesi e dei centri storici attraversati dalla SS 340».

«Con soddisfazione diamo atto a Governo e ministro, che ancora avevamo interpellato e con cui ci eravamo confrontati nelle scorse settimane, di aver risposto positivamente alla richiesta di inserimento dell’opera nei primi provvedimenti utili, in coincidenza con la fase di completamento della progettazione definitiva sulla quale è impegnato l’Ufficio tecnico della Provincia di Como – terminano i parlamentari comaschi –. Ora ci attendono un lavoro e un impegno straordinari ed estremamente difficili legati al rispetto dei tempi. Siamo di fronte ad una occasione storica per la quale sarà necessario un impegno eccezionale da parte di tutti». [md, ecoinformazioni]

Quali alternative al neoliberismo?

sbilanciamociMassimiliano Lepratti, formatore,  presidente dell’Associazione Economia e sostenibilità, e musicista comasco, interviene, su sbilanciamoci.info, nel dibattito sulle cause dell’attuale subalternità delle sinistre al pensiero unico liberista. «Nonostante la gravissima crisi in corso il campo delle teorie critiche non riesce a offrire un orientamento che metta in crisi l’egemonia culturale del neoliberismo.

Nonostante la gravissima crisi attraversata dall’Europa e la fallacia delle ricette neoliberiste finora sperimentate in risposta, il campo delle teorie critiche si mostra incapace di offrire un solido orientamento di politica economica che metta in crisi l’egemonia culturale del neoliberismo e funga da guida per progettare una società egualitaria, inclusiva e sostenibile. Di conseguenza laddove un’ideologia culturalmente egemone non venga contrastata sul suo stesso terreno di teoria capace di dettare le agende, anche i tentativi di politiche alternative tendono a divenire timidi, inclini a mediare al ribasso e a piegarsi ai principi dominanti: l’Italia di Prodi/Padoa Schioppa o (peggio) di Renzi/Padoan ne sono solo alcuni esempi. Eppure i materiali culturali per sostenere la costruzione di un pensiero diverso a sinistra non mancherebbero: i grandi classici (da Smith a Ricardo a Marx) e i classici della dinamica dello sviluppo (ancora Marx, oltre a Keynes, e Schumpeter) continuano ad essere forieri di eccellenti spunti di analisi il cui livello scientifico e la cui capacità di lettura realistica del mondo sono senza dubbio superiori rispetto a quelli che per semplicità qui chiamiamo neoliberisti.

Detto questo, i motivi per cui ci troviamo in questa situazione di subalternità sono molteplici, ma due appaiono più significativi di altri:

il pensiero mainstream è in grado senza dubbio di dispiegare una quantità di mezzi culturali tali da spingere verso la minorità le idee alternative: mezzi giornalistici, comunicativi, istruzione – si pensi ai manuali economici studiati nelle università, l’assenza dell’economia politica nelle scuole superiori… – l’insieme di questo fuoco di fila riduce progressivamente da almeno 40 anni lo spazio per pensieri diversi. Keynes aveva spesso torto quando pensava che la forza delle idee fosse più forte degli interessi costituiti e gli esperimenti di psicologia sociale di Solomon Asch dimostrano invece quanto le persone tendano ad adeguarsi ai comportamenti delle maggioranze (anche quando li percepiscono come errati);

la dispersione delle teorie alternative in una grande pluralità di rivoli, molti dei quali portatori di analisi interessanti e affilate, ma poco coordinati e divisi nelle proposte. La litigiosità ideologica è tipica di chi si ponga un compito enorme come il cambiamento dell’ordine dominante (mentre chi difende i propri puri interessi materiali tende a dividersi meno sul piano delle idee), ma oggi, dato lo squilibrio di forze, si pone la necessità nella sinistra critica di un passaggio di paradigma dal mondo dell’aut/aut (per cui tutto ciò che non aderisce strettamente al mio pensiero mi è totalmente estraneo), al mondo dell’et/etin cui la valorizzazione dialogica degli elementi di somiglianza e di complementarità fra punti di vista diventi la base per un processo di costruzione cooperativa del sapere, delle teorie, delle proposte.

 

Partendo da quest’ultimo punto ci pare di poter rintracciare fin da oggi un primo elenco di principi e di temi capaci di attrarre e rendere complementari (o dialoganti) posizioni finora molto differenziate. Ben sapendo che il primo che mette su carta un elenco di questo tipo inevitabilmente si attrae un sacco di osservazioni e di critiche, ci prendiamo il rischio e proviamo a procedere.

 

Sulla metodologia di analisi

A livello di principi generali con cui leggere la realtà ci pare che almeno due possano essere considerati centrali per opporsi positivamente alla lettura neoliberista:

1) il contrasto alle metodologie basate sull’individualismo economico il cui portato più recente si trova in frasi del tipo “lo Stato deve comportarsi come un buon padre di famiglia”, utilizzate abbondantemente per suggerire ricette di austerity. La differenza irriducibile tra analisi micro (riferite a singole imprese, singoli individui, singole famiglie) e analisi macro (riferite ad enti ben più complessi e interrelati quali lo Stato) è un presupposto indispensabile per qualunque teoria sociale critica;

2) La centralità del lavoro. Il lavoro è l’attività attraverso la quale gli esseri umani modificano l’ambiente per rispondere ai propri bisogni individuali e sociali (trasformando pezzi di legno grezzi in tavoli e sedie, trasformando metalli in parti di computer etc.). Poiché quasi nessun essere umano è in grado di prodursi autonomamente tutto quanto soddisfa i suoi bisogni, le persone entrano in relazione acquisendo (spesso in cambio di denaro) pezzi di lavoro altrui. Nel capitalismo questo processo ha subito un enorme potenziamento e le produzioni lavorative industriali scambiate via denaro sono diventate la base grandemente predominante della creazione di valore economico, agganciando intorno ad esse servizi sempre più sofisticati. Tutto questo per dire che il tema del lavoro non è riducibile alla sua componente sindacale in senso stretto, ma in quanto processo cooperativo di trasformazione della natura per soddisfare bisogni umani il lavoro resta pur sempre il nodo centrale di ogni progetto progressista di cambiamento socio economico.

Sui problemi della domanda e dell’offerta

Spesso gli economisti utilizzano un linguaggio apodittico e i due termini di cui si discuterà non hanno significato univoco; in questo scritto quando ci si riferisce al problema della domanda si intende la necessità di avere una domanda aggregata (ossia composta dalla somma della domanda di famiglie, imprese, Stato, acquirenti esteri) sufficiente a stimolare la produzione. Gli ambiti entro i quali è possibile dare una risposta progressista al problema della domanda potrebbero essere principalmente due:

la lotta alla diseguaglianza, non solo in quanto fattore di iniquità sociale, ma anche come produttrice di distorsioni rispetto all’efficienza economica (la diseguaglianza riduce la domanda aggregata, sfavorendo la propensione marginale al consumo). Qui i terreni di azione concreti possono essere molti: un diverso sistema fiscale, una diversa politica del mercato del lavoro etc.

la ridistribuzione sociale degli aumenti di produttività: anche laddove la produzione venisse acquistata da una domanda aggregata sufficiente il continuo aumento di produttività (frutto del progresso tecnologico) tenderebbe spontaneamente a mettere in moto effetti sociali negativi traducendosi in licenziamenti, o in puro aumento di profitti. É quindi fondamentale prospettare politiche redistributive dei guadagni di produttività, indirizzate sia verso l’aumento di reddito delle classi popolari e medie, sia verso l’aumento dei servizi sociali e culturali disponibili, sia infine verso una suddivisione equa del lavoro rimasto, attraverso politiche di riduzione di orario.

Per problema dell’offerta si intende invece principalmente il dibattito sul cosa e come produrre ed offrire (a livello di sistema industriale, agricolo etc.). Anche qui i temi da porre al dibattito possono essere almeno un paio, entrambi di grosso peso strategico:

La necessità di un indirizzo pubblico di politica economica che orienti il sistema nazionale verso una produzione industriale innovativa, capace di anticipare i bisogni/consumi futuri di imprese e famiglie.

Il contemporaneo contrasto a rendite e speculazioni. Occorre porre severi vincoli legislativi a livello europeo alle speculazioni finanziarie (che sono un effetto e una causa della crisi della produzione industriale), ed occorre scoraggiare ogni forma di monopoli/oligopoli di rendita – cosa ben diversa dai monopoli naturali.

 

Come forse si noterà i problemi della domanda e dell’offerta hanno spesso profili complementari (una produzione industriale innovativa tende ad offrire posti di lavoro meglio remunerati, un contrasto alla speculazione finanziaria per mezzo di tasse dissuasive tende a produrre un’entrata che può essere destinata a servizi sociali, etc.) per cui mal si giustifica l’incomunicabilità tra gli studiosi dei due campi.

Oltre il progressismo

Le proposte indicate non hanno nulla di rivoluzionario e si limitano a porre alcuni indirizzi compatibili con le migliori tradizioni del liberalismo progressista, crediamo pertanto che nessuno nel campo della sinistra critica sia contrario a priori ai suggerimenti citati, al limite il terreno di discussione/divisione si può collocare sugli ordini di priorità e sul livello di profondità degli interventi.

Il campo si fa più accidentato e conflittuale quando invece si muovono passi ulteriori verso un’economia che si distacchi più nettamente dal capitalismo. La discussione è comunque estremamente interessante e niente affatto incompatibile con le proposte citate in precedenza. Anche qui i temi da suggerire potrebbero essere molti, ma per semplicità ci limiteremo a due argomenti di discussione:

Cosa è socialmente utile produrre? La domanda è importantissima soprattutto laddove si ricordi la centralità del lavoro non solo come fonte del valore economico, ma anche come strumento necessario e insostituibile per rispondere ai bisogni collettivi. Con queste premesse il tema dell’innovazione industriale diviene più complesso: per quanto una capacità sistemica di anticipazione dei bisogni sia un valore in termini di efficienza economica, in termini sociali non è indifferente stabilire verso quali bisogni orientarla e con quali strumenti guidarla (sappiamo ad esempio che il settore militare produce abbondanti ricadute di innovazione, ma orientare prioritariamente la ricerca verso altri settori, ad esempio la tutela ambientale, non è un compito socialmente più desiderabile? E se lo è quanto di questo compito deve essere affidato allo Stato? )

Esiste il diritto effettivo di scegliersi il lavoro? Se ancora la riduzione di orario lavorativo è uno strumento di efficienza socio economica (assicura una migliore allocazione delle risorse, aumenta la domanda aggregata fornendo reddito a una quantità maggiore di persone, migliora la qualità della vita…), non sarebbe compito di una società più avanzata offrire alle persone non solo una minore quantità di lavoro obbligato, ma anche la possibilità di scegliersi un impiego soddisfacente (e se si accetta questo presupposto è difficile non discutere di reddito universale incondizionato, di riforme profonde del sistema dell’istruzione etc.)

L’invito ai lettori è quello di non concentrarsi solo sulle singole proposte, quanto nuovamente sull’invito iniziale ad un lavoro di cooperazione intellettuale che ponga le basi per un’idea complessiva di politica economica sulla quale possa valere la pena mobilitare forze sociali, politiche ed intellettuali». [da http://www.sbilanciamoci.info.]

 

30 agosto/ Minardo, Succi, Faraò in concerto per Como Jazz

Prosegue in piazza Martinelli, il 30 agosto alle ore 21.15, il ciclo di concerti di Como Jazz organizzato nell’ambito di Como Live a cura della Casa della Musica e del Comune di Como – Assessorato alla Cultura. Protagonista il trio di Flavio Minardo, Achille Succi e Ferdinando Faraò.

La chitarra e la sensibilità musicale di Minardo (che, attratto dalla sperimentazione di altri linguaggi musicali e altri approcci all’improvvisazione, ha studiato a fondo il Sitar e la tradizione musicale indiana tra Nepal e India) dialogheranno con il sax melodico e virtuosistico di Succi, a suo agio sia in contesti più marcatamente jazzistici che in territori più aperti, e con la batteria di Faraò, membro di una famiglia di noti jazzisti attivo sia come sideman che come leader in numerosi dischi segnalati dalla critica specializzata nazionale e internazionale.

Ingresso libero

Stop all’austerità: quattro sì contro il fiscal compact

LOGO STOP AUSTERITA'_4Anche a Como è cominciata la raccolta delle firme per la presentazione dei quattro referendum con cui s’intende modificare alcune parti della legge 243, quella che dà attuazione al principio di equilibrio del bilancio pubblico, introdotto nella Costituzione. Leggi i quattro quesiti referendari, il comitato promotore e quello sostenitore

In Europa, le politiche di austerità non hanno raggiunto l’obiettivo prefissato. Lo dicono i dati: negli ultimi sette anni, i disoccupati nella zona euro sono cresciuti da undici a diciannove milioni e l’obiettivo di portare nel 2015 il disavanzo deficit/Pil sotto il tetto del 3% pare compromesso.  In Italia, i giovani senza lavoro sono il 43%, quasi tre milioni d’imprese hanno chiuso e il valore della ricchezza nazionale si è ridotto. Per questa ragione economisti, giuristi, sindacati e associazioni di diversa estrazione politica (da Mario Baldassarri, sotto segretario nel governo Berlusconi a Cesare Salvi, politico ex Ds) hanno deciso di raccogliere le firme per presentare quattro referendum con l’obiettivo di modificare la legge 243, quella che ha recepito il fiscal compact.
La dead line è fissata per il 30 settembre: entro quella data bisogna raggiungere quota cinquecentomila. A Como, al momento, è possibile firmare nelle prime due settimane di settembre nelle sedi Cgil di Como e Cantù; ogni sabato, in Largo Miglio, dalle 10 alle 14 oppure dal 4 al 7 settembre a Bulgarograsso, dalle 20.30 alle 22.30 in occasione della festa provinciale dell’ Arci. Altri appuntamenti saranno comunicati nei prossimi giorni dal comitato stop austerità.
«Vogliamo mettere in discussione – spiega Marco Lorenzini, coordinatore provinciale di Sel – il concetto di austerità ottusa, fatta di tagli allo stato sociale e di assenza d’investimenti per il futuro delle imprese e dei giovani».  In tutta Europa, solo l’Italia ha inserito il pareggio di bilancio in Costituzione: «I quesiti vanno a modificare alcune parti della legge così da rendere meno dura l’applicazione dell’equilibrio di bilancio – continua Lorenzini -. Per non sforare, L’Europa non può imporre il taglio alle spese sociali per la scuola e la sanità, né la privatizzazione dei beni comuni.  Bisogna investire per rilanciare l’economia, ricorrendo pure al debito se necessario».
La campagna mette al centro delle critiche le politiche europee e non ha alcuna connotazione anti governativa. «Un italiano su dieci è in condizione di povertà assoluta – sottolinea Celeste Grossi,  dell’Assemblea nazionale di Sel, – la Caritas parla di un flagello assoluto e per la Cgil la crisi è una catastrofe umanitaria. I referendum hanno lo scopo di permettere al popolo sovrano di riprendersi l’idea di un nuovo sviluppo che abbia al centro la crescita». «Aderiamo alla raccolta sia a livello nazionale che locale – dice Jlenia Luraschi, direttivo provinciale Arci – e durante la festa d’inizio settembre sarà possibile firmare».
La Cgil fa parte del comitato sostenitore: «Le politiche di austerità non sono più tollerabili – spiega Giacomo Licata, componente della segreteria provinciale della Cgil -. Non siamo anti europeisti:  crediamo fortemente in un’Europa che investe sul lavoro. Malgrado il poco tempo disponibile, impegneremo le energie delle nostre categorie nella raccolta firme».
Il patto di stabilità sta stritolando le amministrazioni comunali che, spesso, anche se virtuose, non possono spendere soldi. «La situazione è paradossale – commenta Luigino Nessi, consigliere comunale di Paco-Sel – e il sistema va cambiato. A Como, ad esempio, il fiscal compact ci impedisce d’incidere come vorremmo sul benessere dei cittadini».  Incrementa la dose Guido Rovi, consigliere comunale del Pd: «Un conto è tagliare gli sprechi, un altro è bloccare gli investimenti. Va risolta questa contraddizione».
La campagna a Como è appoggiata da un vasto numero di realtà e associazioni, tra le quali l’Arci e  il Circolo comasco della Decrescita felice: «Questi temi fanno parte della nostra battaglia per una concezione economica diversa – spiega Giorgio Fontana – non possiamo però fermarci qua, il discorso dovrà essere portato avanti oltre il 30 settembre». [aq, ecoinformazioni]

Sponsorizzazione del verde a Como

parco rimembranze comoUn avviso pubblico per una trentina tra aiuole e rotatorie, sei sentieri e il Parco delle rimembranze.

 

«Insieme è più facile prendersi cura della nostra città e portare più fiori e colori dappertutto – dichiara Daniela Gerosa, assessora al Verde e all’arredo urbano del Comune di Como –. L’appuntamento con Expo si avvicina, inoltre, e la natura stessa ci offre infiniti modi per giocare con il tema proposto. Il nostro territorio può vantare una lunga e illustre tradizione nel settore florovivaistico e nella progettazione dei giardini. Mi auguro che questa occasione spinga aziende e progettisti a scendere, letteralmente, in campo».

«In previsione di Expo 2015, le iniziative di sponsorizzazione sono state estese oltre che ad aiuole e rotatorie, anche ad itinerari ciclo-pedonali, a sentieri, a spazi verdi come il Parco delle rimembranze e ad interventi di arredo urbano – precisa una nota di Palazzo Cernezzi –. La controprestazione è l’installazione di targhe veicolanti il logo dello sponsor e l’utilizzazione a scopi pubblicitari di foto e riproduzioni delle aree sponsorizzate. Sono state previste anche altre forme di pubblicizzazione, curate dallo stesso Comune, e finalizzate ad evidenziare il sostegno dello sponsor. Per i contratti è stata prevista una durata triennale, rinnovabile».

Il bando comprende: «Rotatoria piazza XXIV Maggio, aiuola e spartitraffico viale Masia, via Recchi e viale Innocenzo XI, spartitraffico viale Varese, via Lucini, via Italia Libera, aiuola passaggio Santa Caterina, aiuola piazza San Rocco, rotatoria e spartitraffico viale Giulio Cesare e via Leoni, rotatorie e spartitraffico via Pasquale Paoli, spartitraffico viale Innocenzo XI, rotatoria e spartitraffico via Oltrecolle e via di Lora, rotatoria e spartitraffico via Scalabrini e via Clemente XII, rotatoria e aiuola via Scalabrini (passaggio a livello), spartitraffico e aiuola ingresso lido Villa Olmo, rotatoria via Bellinzona/A 9, fioriere piazza Volta, rotatoria e spartitraffico via Colombo, rotatoria via Camozzi, aiuole viale Lecco, aiuola piazza Mazzini, spartitraffico via Pasquale Paoli e via Clemente XIII, rotatoria e spartitraffico statale per Lecco, sentiero per Cardina, rotatoria La Guzza, rotatoria svincolo Acquanera, rotatoria via Confalieri, aiuole e rotatoria via Tentorio/via del Lavoro, rotatoria via Canturina, rotatoria via Canturina/via Acquanera, sentiero Falchetto, sentiero Carescione, sentiero San Donato, sentiero via Pannilani/via Piazzi, sentiero via Coretta/via Verga, passeggiata Voltiana, Parco delle rimembranze». [md, ecoinformazioni]

Respinto il ricorso contro l’allargamento della Ztl

ztl-2-2Il Consiglio di stato ritiene infondato il ricorso presentato da alcuni cittadini, commercianti e Acus, «dal punto di vista del diritto» e per la «assenza di un “concreto periculum” tale da giustificare la sospensione del provvedimento con cui il Comune di Como ha istituito la nuova Ztl in piazza Roma e in piazza Volta e adeguato le tariffe dei parcheggi».

 

«È stata depositata l’ordinanza con cui il Consiglio di stato si è pronunciato in merito al ricorso presentato da alcuni cittadini e commercianti, insieme all’Acus (Associazione civica utenti della strada), per la riforma della sentenza del Tar rispetto alla richiesta di sospendere i provvedimenti adottati dal Comune su Ztl e tariffe della sosta – spiega un comunicato del Comune di Como –. “Ad un esame tipico della presente fase cautelare – si legge nell’ordinanza, emessa dalla quinta sezione del Consiglio di stato, presieduta da Luigi Maruotti – le numerose doglianze prospettate non risultano basate sul necessario fumus boni juris in ordine alla corretta esegesi del d.lgs.n.285 del 1992, come della legge generale sul procedimento e della normativa comunitaria in tema di circolazione delle merci e dei servizi. Considerato che – in relazione agli interessi pubblici e privati in conflitto – non risulta sussistente un concreto periculum in capo agli odierni appellanti, tale da comportare l’accoglimento della domanda cautelare il Consiglio di stato respinge l’appello e condanna gli appellanti al pagamento delle spese del presente grado di giudizio che liquida in 2mila euro, oltre accessori di legge, in favore dell’amministrazione comunale”».

«Un’idea di città che guarda al futuro – afferma il sindaco di Como Mario Lucini –. Questa è stata, ed è, la base della nostra proposta di allargare la Ztl. Sono emerse posizioni di contrarietà ma adesso credo sia venuto il momento di guardare avanti». «È importante cogliere le nuove opportunità che si aprono attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici – prosegue l’assessora alla Mobilità Daniela Gerosa –. Le piazze e le strade possono accogliere nuove funzioni ed essere utilizzate per spettacoli, eventi, concerti e la riqualificazione delle vie e piazze interessate dalla Ztl confermerà la bontà di questa scelta».

Intanto prosegue l’iter per la risistemazione dell’area interessa5a: «Si stanno concludendo i lavori della Commissione chiamata a valutare i progetti di riqualificazione presentati per piazza Roma nell’ambito del concorso di progettazione bandito dal Comune di Como (23 i progetti presentati). Per quanto riguarda piazza Volta (15 i progetti da valutare) si prevede di chiudere entro metà ottobre e a quel punto saranno svelati i vincitori di entrambi i concorsi». [md, ecoinformazioni]

The Life Electric

diga foranea comoPalazzo Cernezzi ha definito l’iter per la realizzazione del monumento di Libeskind alla diga foranea.

 

Mercoledì 27 agosto la Giunta comunale comasca: «Ha dato oggi il via libera all’iter che porterà alla realizzazione di The Life Electric, monumento che sorgerà in fondo alla diga foranea, simbolo comasco di Expo 2015».

«L’opera progettata e donata alla città dall’architetto Daniel Libeskind e da Amici di Como, esalterà la memoria e il lavoro dello scienziato lariano Alessandro Volta, inventore della pila – spiega un comunicato –. A seguito degli approfondimenti tecnici, Amici di Como ha sottoposto al Comune l’ipotesi di un diverso approccio per la concretizzazione del progetto per una migliore sostenibilità economica sotto il profilo finanziario».

«Svolti i necessari approfondimenti giuridici la Giunta ha convenuto sulla soluzione proposta che ci configura nella donazione del progetto e nella sponsorizzazione tecnica delle opere necessarie – afferma Lorenzo Spallino, assessore alla Pianificazione urbanistica –, pur nella consapevolezza da parte di tutti di una maggior complessità sotto il profilo del procedimento».

«Quello di oggi è uno dei passaggi fondamentali di un lungo percorso – dichiara Daniele Brunati, coordinatore di Amici di Como –. Siamo molto contenti della decisione perché il via libera dall’amministrazione del sindaco Mario Lucini è il segno di un’ottima collaborazione tra l’associazione, il Comune e l’assessorato all’Urbanistica rappresentato da Lorenzo Spallino». «L’opera di Libeskind è pulita, lineare, profondamente contestualizzata all’ambiente – aggiunge Brunati –. È possibile anticipare che si tratta di un monumento che fonde gli elementi energetici e scientifici a quelli naturali. Non si tratta di una fontana né tantomeno di un’opera che racchiude al proprio interno un muro d’acqua. The Life Electric, infatti, crea un ideale terzo polo voltiano collocato tra il Faro di Brunate e il Tempio dei giardini pubblici». [md, ecoinformazioni]

Elezioni provinciali

provincia_como_saporitiCarioni ha firmato il decreto per la tornata elettorale di secondo livello de 12 ottobre prossimo.

 

«È stato firmato oggi [mercoledì 27 agosto] dal commissario straordinario Leonardo Carioni il decreto di indizione delle elezioni per il presidente della Provincia di Como e di 12 consiglieri provinciali. Le operazioni di voto si svolgeranno il 12 ottobre, dalle 8 alle 20, presso la sede dell’Amministrazione provinciale».

«In particolare il Consiglio provinciale sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei Comuni della Provincia – ricorda una nota di Villa Saporiti –. L’elezione avverrà sulla base di liste composte da un numero di candidati non superiore al numero di consiglieri da eleggere (12) e non inferiore alla metà degli stessi (6), sottoscritte da almeno il 5 per cento degli aventi diritto al voto. Il presidente della Provincia sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei Comuni della Provincia. L’elezione avverrà sulla base di presentazione di candidature sottoscritte da almeno il 15 per cento degli aventi diritto al voto» (decreto di indizione delle elezioni; decreto di costituzione dell’ufficio elettorale e del seggio). [me, ecoinformazioni]

Ben conservare la sanità

Ben-conservar-la-sanita-dieta-e-medicina-del-passato-nei-libri-antichi-della-Biblioteca-Comunale-di-ComoAlimentazione e salute nel libri antichi della Biblioteca comunale di Como, esposizione, a cura di Chiara Milani, dal primo al tredici settembre alla Biblioteca comunale di Como, in piazzetta Venosto Lucati 1 aperta da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 19, sabato dalle 14 alle 19, per Parolario 2014.

Si tratta di: «Una mostra di libri tratti dal fondo antico, la maggior parte dei quali stampati tra Cinquecento e Seicento – spiega una nota –. Tutte queste opere, che si caratterizzano per la preziosità e la raffinatezza degli elementi tipografici, sono accomunate dal tema della salute, con particolare riguardo ai benefici che alla stessa derivano da una corretta alimentazione a da un sapiente uso dei prodotti della natura».

«Tra i numerosi libri antichi di medicina posseduti dalla biblioteca, Chiara Milani, la curatrice della mostra, ha selezionato un gruppo di trattati redatti da medici e studiosi che, nel contesto della fioritura culturale del Rinascimento, hanno saputo fondere l’approccio organicista della medicina antica, la sua attenzione alla qualità della vita, con l’esigenza di introdurre anche in campo medico il rigore del nuovo metodo scientifico, fatto di minuziose osservazioni e incessante sperimentazione – precisa la presentazione –. Tra i volumi esposti, spicca il De honesta voluptate et valetudine, l’opera più famosa di Bartolomeo Sacchi detto il Platina (1421-1481), raffinato umanista, che dopo aver frequentato le più importanti corti rinascimentali, si trasferì a Roma e fu nominato da papa Sisto V direttore della Biblioteca Vaticana; ad esso si affiancano cinquecentine di Giovanni Battista Della Porta, di Gerolamo Cardano e molti altri esemplari in grado di stuzzicare il palato dei più esigenti bibliofili».

Per informazioni tel. 031.252850, e-mail biblioteca@comune.como.it. [md, ecoinformazioni]

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