Marx a Lurago d’Erba

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Prosegue a Lurago d’Erba l’interessante rassegna La storia siamo noi, organizzata dalla Biblioteca comunale. Giovedì 15 novembre si è tenuta la seconda delle due serate in programma su Marx.

Il Marzio Zanantoni, docente alla Statale di Milano, con l’introduzione di Filippo Casati, ha parlato di Marx in Italia, ovvero di come si è diffuso e come è stato interpretato nel nostro paese il pensiero Marxiano.

Dopo i saluti iniziali dell’anima della rassegna Giovanni Molteni, che ha colto l’occasione per presentare il concerto per la vita (contro la pena di morte) che si terrà a Lurago il 30 novembre con un quartetto d’archi, Casati ha introdotto il tema con alcune considerazioni di peso, come la domanda se il marxismo abbia ancora nel XXI secolo importanza per un processo di rinnovamento come fu nel secolo precedente, e il fatto che manchi ora un legame tra teoria e prassi, che è ciò che in passato ha permesso di coinvolgere le masse popolari.

Zanantoni ha iniziato con una trattazione prevalentemente storica, per virare poi su tematiche più filosofiche.

Si è cominciato con un excursus sulle tempistiche e modalità di diffusione delle varie opere in Europa a partire dagli anni ’70 del XIX secolo con il Manifesto del Partito Comunista e il Primo Libro del Capitale, passando per la diffusione a opera di Engels di altre opere successivamente alla morte di Marx, quindi le pubblicazioni più sistematiche in Germania e Russia dal 1927.

E’ in questo periodo che anche in Italia comincia una diffusione non limitata alle opere principali, e questo ad opera delle biblioteche universitarie, non controllate dal regime fascista (questo può essere ricollegato a considerazioni che si sono fatte più tardi nel “garbage time” dedicato alle domande del pubblico, riguardo alla ostilità del potere nei confronti degli intellettuali, nell’ultimo quarto di secolo con una amplificazione in questo ultimo periodo: il sistema, pur non più dittatoriale, ha via via compreso la “pericolosità” del pensiero e dei luoghi dove questo viene coltivato, giornali, università e via dicendo?).

Dopo il 1945 con l’uscita dalla clandestinità del PCI inizia una diffusione destinata anche ai ceti popolari con edizioni economiche. Quindi nel 1972 inizia in Italia un tentativo di pubblicazione dell’opera completa di Marx ad opera degli Editori Riuniti, tentativo mai compiuto per le difficoltà intercorse alla casa editrice.

Il discorso si è poi spostato su un’interessante analisi delle interpretazioni del pensiero marxiano in Italia, a partire dalla dialettica tra Labriola e Croce alla fine del secolo XIX, col primo portato a leggere le implicazioni filosofiche di Marx e le potenzialità nel fornire indicazioni di azione politica, e il secondo propenso invece a leggere l’opera di Marx solo come uno strumento di interpretazione della storia.

Nella dialettica tra i due si inserisce successivamente Gentile, che si adopera in maniera interessata e disinvolta a confutare il Marxismo avendone compreso la portata filosofica, utilizzando anche traduzioni (volutamente?) fuorvianti per sostenere le proprie tesi, portando a interpretazioni distorte che successivamente influenzarono anche altri pensatori tra i quali lo stesso Gramsci.

La parte finale della serata con gli interventi del pubblico e prima le competenti osservazioni di Casati hanno fornito altri spunti di riflessione più legati ai tempi recenti e alla attualità.

L’appuntamento con La Storia Siamo Noi è per le ultime due serate, il 22 novembre sulle Leggi Razziali e il 6 dicembre sul 1968. [Federico Brugnani, ecoinformazioni]

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