Lecco

Giro di mostra/ Lecco/ Novecento

La mostra Novecento. Il ritorno della figurazione da Sironi a Guttuso al Palazzo delle paure a Lecco fino al 26 novembre presenta oltre 60 opere di artisti quali Mario Sironi, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Mario Mafai, Renato Guttuso e molti altri che, nel periodo tra le due guerre, sostennero il “Ritorno all’ordine”, ovvero il richiamo alla figurazione senza rinnegare lo spirito delle avanguardie d’inizio secolo di cui erano stati fautori. Come le altre mostre del progetto di Palazzo delle Paure, l’esposizione è corredata da un importante apparato didattico-narrativo, con cenni storici, informazioni e spiegazioni dal taglio divulgativo.

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27 luglio – 4 agosto/ Lecco/ Fotografia sociale con Giulio di Meo,  lettura sociale con Alessandro Gallo

image004.pngFra formazione e eventi, venerdì 27 luglio prenderà il via la VI edizione del campo antimafia ATtivaTORI di Cittadinanza. Saranno 12 ragazzi e ragazze dai 16 ai 22 anni provenienti da Toscana, Liguria, Piemonte e EmiliaRomagna  i protagonisti della sesta edizione del campo antimafia ATtivaTORI di Cittadinanza organizzato da Arci Lecco insieme alel sedi lecchesi di Libera,  Spi Cgil, Cgil Auser Volontariato  e in collaborazione con Legambiente Lecco Onlus e AlmaFaber.

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27 luglio – 4 agosto/ Lecco/ “Attivatori di cittadinanza”, campo antimafia. Iscrizioni aperte fino al 30 giugno

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Conoscere i beni confiscati, progettarne il futuro: sono aperte le iscrizioni alla VI edizione del campo antimafia ATtivaTori di Cittadinanza. Anche quest’anno l’ Arci Lecco, insieme a Libera Lecco, Auser Volontariato LeccoCgil Lecco, Spi Cgil Lecco e in collaborazione con Legambiente Lecco Onlus e AlmaFaber organizza dal 27 luglio al 4 agosto il campo antimafia “Attivatori di Cittadinanza”.

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Lecco/ Disfatta Pd – 16,22 % in un anno, ma Brivio potrebbe ancora farcela

elezioniAnche a Lecco, come nel resto del paese, la sconfitta elettorale del Pd è stata gravissima, storica.  Il sindaco uscente renziano Virginio Brivio, che ha scelto una collocazione centrista tagliando l’ala sinistra della coalizione, è primo con il 39,21 per cento dei voti (il Pd è sceso dal 36,29 delle precedenti comunali al 29,60 del voto del 31 maggio, con una vera debacle (- 16.22%) rispetto al risultato delle europee quando conseguì a Lecco il 45,82 per cento. Buono invece il risultato delle sinistre che, con il 5,63 per cento (Sel + Prc nelle precedenti comunali con Brivio raggiunsero solo il  3,58%, il 4,63 uniti alle Europee nell’Altra Europa con Tsipras), potrebbero costituire come il  M5s (8,61% il 31 maggio) una possibilità per Brivio di essere confermato sindaco al ballottaggio, superando le destre che, separate al primo turno, complessivamente possono contare unite sul 39 per cento. A Lecco negli incontri tra le forze politiche in vista del ballottaggio si disegnerà  la sperimentazione per i democratici renziani o del “partito della nazione” (unione con Ncd et similia o peggio) costituendo di fatto un centrodestra (blocco di centro costituito dal Pd renziano + Nuovo centro destra) o  di un centrosinistra (Pd + Sinistra con la sinistra cambia Lecco) o una meno probabile intesa all’Emiliano (l’anti Renzi) anche con il M5s.

Basta con il consumo di suolo

cementificazioneLa Coldiretti lariana chiede di: «Invertire la rotta e dare spazio alla crescita dell’agricoltura».

 

«Troppo cemento minaccia la sopravvivenza dell’agricoltura nelle due province lariane. Tema noto, che torna d’attualità dopo la pubblicazione da parte dell’Ispra del report sul consumo di suolo, un fattore di rischio molto importante per il territorio italiano, particolarmente vulnerabile ad una numerosa serie di minacce causate proprio da questo processo di degrado – dichiara una nota di Coldiretti Como Lecco, che ricorda –. Pericolose conseguenze del consumo di suolo possono essere, infatti, fenomeni quali l’erosione, la diminuzione di materia organica (perdita di fertilità), la contaminazione locale o diffusa, l’impermeabilizzazione (ovvero la copertura permanente di parte del terreno e del relativo suolo con materiale artificiale non permeabile), la compattazione, la perdita della biodiversità, la salinizzazione, frane, alluvioni e la desertificazione, ultima fase del degrado del suolo».
Tabelle_consumo_di_suolo«Nelle province lariane, la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il nostro territorio di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione – rilevano Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni, presidente e direttore Coldiretti Como Lecco –. Terreni fertili e siti soprattutto nella fascia di pianura, soprattutto che sono facilmente accessibili ed hanno caratteristiche ottimali per la lavorazione agricola. Un fenomeno che minaccia, dunque, l’organizzazione del territorio, il paesaggio, gli ecosistemi e la produttività aziendale. La crescente crescita del “made in Lario” agroalimentare, fatto di eccellenze produttive che reclamano il giusto spazio territoriale di coltivazione, rischia di essere minacciata o ridimensionata dalla difficoltà sempre maggiore nel reperire gli “spazi rurali di coltura” da parte delle imprese agricole».

Secondo i dati dell’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) dal dopoguerra ad oggi sono stati consumati in Italia 70 ettari al giorno: «Si tratta di un consumo di suolo pari a circa 8 metri quadrati al secondo che continua a coprire, ininterrottamente, il territorio della penisola con asfalto e cemento».

«A livello nazionale, la perdita complessiva di suolo è passata dal 2,9% degli anni ’50 al 7,3% del 2012, con un incremento di più di 4 punti percentuali ed in termini assoluti, si stima che il consumo di suolo abbia intaccato ormai quasi 22.000 chilometri quadrati in Italia – prosegue e conclude il comunicato –. Ma quali sono le diverse tipologie di copertura artificiale che devono essere considerate come principali cause di consumo di suolo? La classifica vede in testa le infrastrutture di trasporto, che rappresentano ben il 47% del totale (28% dovuto a strade asfaltate e ferrovie, 19% dovuto a strade sterrate e altre infrastrutture di trasporto secondarie), seguono le aree coperte da edifici, che costituiscono il 30% del totale del suolo consumato. Altre superfici asfaltate o fortemente compattate o scavate, come parcheggi, piazzali, cantieri, discariche o aree estrattive, costituiscono il 14% del suolo consumato». Le stime del suolo consumato in percentuale a livello comunale per anno sono impressionanti per Como, con un 22,8 dal 1949 al 1973, 34,2 nel 1988, per passare al 35,3 nel 1997, 36,4 nel 1999, 37,4 nel 2007 e 37,9 nel 2012, ponendosi fra le prime dieci città in Italia maggiori consumatrici di suolo, sulla cinquantina prese in considerazione. (il rapporto Ispra 2014). [md, ecoinformazioni]

Orti urbani

OrtoPiù di 300 nei due capoluoghi lariani su 2.800 in tutta la Lombardia.

 

orti urbani lombardia«Oltre 300 ‘Oasi verdi’ nel cuore delle città capoluogo lariane: sono i 165 ‘orti urbani’ di Lecco che, sommati ai 154 di Como, rappresentano una quota importante dei 2.800 orti urbani censiti nei capoluoghi di provincia della Lombardia – dichiara la Coldiretti di Como-Lecco, che diffonde anche un piccolo decalogo per l’orto –. In media sono cresciuti nella nostra regione del 40 per cento rispetto a due anni fa».

Questo è quanto si evince dalla prima Mappa 2014 della Coldiretti Lombardia: «sulle oasi verdi coltivate a gestione pubblica, più alcune nate dall’iniziativa dei privati fra Como, Lecco, Milano, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova Varese, Sondrio, Monza e Pavia».

«Dal 2012 a oggi, in Lombardia il numero è passato da circa duemila a quasi 2.800 appezzamenti – prosegue un comunicato –. Nelle amministrazioni comunali si sta rafforzando la propensione a creare zone di orti urbani che assolvano a una duplice funzione: da una parte fornire ad anziani e famiglie un servizio con costi di gestione molto limitati, dall’altra migliorare la vivibilità delle periferie dove si solito queste aree vengono ricavate e attrezzate».

«L’orto urbano, a terra o sul balcone – affermano Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Como-Lecco – è un modo per riscoprire il legame con la terra, con il ciclo delle stagioni e ha anche un effetto benefico sulla salute fisica e psichica come dimostrano diverse esperienza di “Ortoterapia” in Italia e all’estero».

Diversissima la disponibilità di verde urbano fra un capoluogo lombardo e l’altro, che in media (dati Istat) è di circa 36 m2 per abitante ma è di 9,9 a Como, 6,7 a Lecco, 49,7 a Sondrio, 8,9 a Varese, 16,4 a Milano, 10,8 a Bergamo, 137,9 a Brescia, 198 a Pavia, 36,2 a Cremona, 33,8 a Mantova, 23,6 a Lodi e 70,4 a Monza.

«Fare un piccolo orto o curare una piantina in un vaso – conclude Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia – è educativo anche per i bambini, che imparano che frutta e verdura non nascono dagli scaffali di qualche supermercato, ma dalle piante, dal lavoro dell’uomo, dalla cura che mettiamo nelle cose». [md, ecoinformazioni]