Luigi Cavadini

20-21 febbraio/ La partecipazione nell’arte

balcone primo piano (1)Inaugurazione del Chiostrino di Sant’Eufemia, in piazzolo Terragni 4 a Como, col Progetto Artificio venerdì e sabato 20 e 21 febbraio.

 

Programma:

Venerdì 20 febbraio

Dalle 10 alle 13, benvenuto e apertura, Chiara Gismondi, presidente Associazione Luminanda, Franco Passalacqua, LarioLhub57/ Marker, saluti istituzionali, Luigi Cavadini, assessore Cultura Comune di Como, introduce e modera, Davide Cantoni, giornalista, relatore Davide D’Antoni, direttore artistico Residenza Idra/ Ci.t.t.a dolci/ Wonderland festival, presentazione dei progetti locali di partecipazione dal basso a 20-210215 artificioComo, Parada Stefano Martinelli, Associazione Partucc, 200.Com Barbara Minghetti, Teatro sociale di Como, Casa della Musica, Bruno Dal Bon, Updim Como, Artificio Ivana Franceschini, Associazione Luminanda;

Dalle 13, co-aperitivo a cura di Enaip Como.

Sabato 21 febbraio

Dalle 9 alle 10, co.colazione a cura di Enaip Como;

Dalle 10, saluti istituzionali, Silvia Magni, vicesindaca con delega alla Partecipazione, introduce e modera, Mauro Mercatanti, Ideificio, relatori Massimo Bertin, direttore artistico Teatro della caduta di Torino, Luca Ricci, direttore artistico Kilowatt festival, Matteo Rubbi, artista visivo;

Dalle 11.45, pausa caffè;

Dalle 12 alle 13, restituzione e spazio aperto alla discussione;

Dalle 18, chiostrino aperto.

Per informazioni Internet www.artificiocomo.it. [md, ecoinformazioni]

29 novembre/ Il nuovo parco di Villa Olmo

villa olmoWorkshop aperto al pubblico, «in cui docenti, esperti, operatori del settore e semplici cittadini si confronteranno insieme sul futuro della villa e del parco»,
tra cui Daniela Gerosa, assessore a Verde, parchi e giardini, Luigi Cavadini, 29-11-12 villa olmoassessore al Turismo, e conclusioni del sindaco Mario Lucini, sabato 29 novembre dalle 9 alle 13.30 alla Biblioteca comunale di Como, in piazzetta Venosto Lucati, organizzato dall Partito democratico. Per informazioni Internet.

Chiusa Ritratti di città

ritratti di cittàPalazzo Cernezzi tira le fila e comunica i dati della mostra di Villa Olmo che ha chiuso con 23.306 presenze. Cavadini soddisfatto.

 

«In totale sono state 23.306 le persone che hanno visitato il percorso espositivo in occasione dell’inaugurazione e nel periodo di apertura della mostra apprezzando l’opportunità di vedere opere raramente esposte, perché per l’80% provenienti da collezioni private: pezzi importantissimi di cui alcuni meno noti, tutti di grande qualità – spiegano gli organizzatori –. Alle due manifestazioni inaugurali sono intervenute 1.227 persone. 22.079 sono stati gli ingressi registrati in reception dal 28 giugno» alla chiusura».

«Interessante l’analisi dei visitatori, che dà ragione alla scelta fatta dal Comune rispetto alla calendarizzazione della mostra, che a sostegno della vocazione del territorio è partita nei mesi estivi attraendo molti turisti e poi si è attestata nell’autunno lavorando con i gruppi italiani e con le scuole, mentre i turisti diminuivano a causa della fine del periodo delle vacanze. Fino a fine agosto i visitatori erano per il 60% italiani e per il 40% stranieri (tedeschi, francesi, belgi francofoni, belgi fiamminghi, olandesi, qualche americano e australiano; a fine agosto molti russi); in settembre e per le prime 3 settimane di ottobre 70% italiani e 30% stranieri (soprattutto russi, seguiti dai francesi); nelle ultime 4 settimane la percentuale è stata del’87% italiani e del 13% stranieri (tedeschi, francesi, qualche russo). 74 sono stati i gruppi scolastici che hanno visitato la mostra; gli studenti provenivano da elementari, medie, licei e università».

«I gruppi – facenti capo ad associazioni culturali, tour operator, associazioni no profit e club – sono stati 99 – prosegue il comunicato –. 282 gli intervenuti ai 7 incontri culturali collaterali che hanno fatto da corollario a Ritratti di città nel tardo pomeriggio dei venerdì dell’autunno. Buona la richiesta di visite guidate: 71 visite sono state condotte dalle guide preparate dalla mostra e 27 gli incontri condotti dall’assessore Luigi Cavadini. 1.447 le persone che hanno scelto di visitare la mostra prendendo l’audioguida».

In 102 hanno provato il gioco interattivo su tablet PYT, «che coinvolgeva i visitatori con domande e quiz sulle opere e sugli autori».

«Credo si possa essere soddisfatti dell’andamento della mostra di quest’anno che ha permesso fra l’altro di verificare l’opportunità di avere una rassegna importante per il turismo estivo internazionale, come dimostrano le percentuali di presenze di visitatori stranieri nei mesi di luglio e agosto – afferma l’assessore alla cultura del Comune di Como Luigi Cavadini –. Il percorso espositivo e la selezione delle opere a cui ha lavorato con grande professionalità il curatore Flaminio Gualdoni sono stati ampiamente apprezzati dai visitatori. La mostra a Villa Olmo è stata arricchita anche dall’esposizione Aldo Galli. Luci e astrazioni di città allestita, grazie all’iniziativa dell’Accademia Aldo Galli e del Festival della Luce, in Pinacoteca civica, come ideale appendice alla rassegna principale». [md, ecoinformazioni]

Nuovo Infopoint al Broletto

SKMBT_28314102411550Verrà chiusa la zona delle scale, il progetto definitivo entro fine gennaio.

 

«Il nuovo Infopoint del Broletto sarà un hub culturale per scoprire Como – asserisce Palazzo Cernezzi –. In pratica uno spazio dotato delle più moderne tecnologie che consentiranno a turisti e cittadini di navigare tra gli eventi in corso, le mostre, i musei, gli appuntamenti».

«L’incarico per la predisposizione del progetto esecutivo e definitivo, è stato assegnato dall’amministrazione comunale all’architetto Darko Pandakovic, a seguito di una procedura negoziata che ha previsto l’invito di 6 professionisti – spiega un comunicato –. Pandakovic avrà ora tempo fino ai primi di gennaio per chiudere il lavoro e consegnarlo, in modo da poter poi partire con la gara d’appalto e la realizzazione del nuovo spazio entro fine aprile».

«Abbiamo operato con una procedura negoziata e sono stati invitati 6 professionisti che per competenza e lavori svolti, vista la delicatezza del contesto, garantivano la professionalità necessaria» precisa Giuseppe Cosenza, dirigente Area programmazione della città e sviluppo economico.

«La trasparenza delle arcate del Broletto resta uno dei grossi valori della città che è da preservare e mantenere – illustra Pandakovic –. Rendere più bello l’esistente, non inserire nuove cubature, rendere vitale e vivace il monumento, questo è stato il criterio che ci ha guidato».

Perciò verrà realizzata: «Una struttura in vetro, di circa 50metri quadri, attorno al corpo delle scale e dell’ascensore che portano al salone del Broletto e una passerella di collegamento, sospesa, allo stesso livello di piazza Duomo – che per Pandakovic – aumenterà il passaggio dei pedoni e a rendere più vivace il luogo sarà tutta la parte impiantistica e tecnologica che sarà posizionata nei portici».

Per l’assessore alla Cultura del Comune di Como Luigi Cavadini: «Si tratta di un’operazione che ha un futuro oltre ad Expo e lascia alla città una struttura importante».

«L’importo complessivo ammonta a 450mila euro, di cui 315mila euro finanziati da Regione Lombardia attraverso i progetti dell’attrattività in funzione di Expo 2015 – chiarisce l’Amministrazione comunale –. Il progetto Como nel cuore d’Europa (con l’Europa nel cuore) è stato presentato dal Comune, insieme ai partner istituzionali che lavorano per Expo. Oltre al nuovo info-point, è prevista anche una rete wifi gratuita e ad alta velocità che si concentrerà in piazza del Duomo, ai giardini a lago e nel parco di Villa Olmo. Nel progetto – oltre al finanziamento regionale che in tutto è di 350mila euro, sono stati messi a disposizione dal Comune 430mila euro – anche eventi e una doppia navetta per mettere in collegamento diretto gli autosili periferici con il centro. Un ulteriore elemento di innovazione riguarderà, infine, la comunicazione attraverso l’utilizzo dell’e-mail marketing». [md, ecoinformazioni]

Incontro con il ministro per il Teatro sociale

teatri tradizionaliCavadini a Roma con i rappresentanti delle città sedi dei teatri di tradizione perché: «il Decreto cultura esclude tali enti dalle misure previste per il rilancio delle fondazioni liriche-sinfoniche».

 

Palazzo Cernezzi ha preso parte giovedì 25 settembre all’incontro a sostegno dei teatri di tradizione con Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo.

«L’incontro è stato promosso dal comune di Cremona – ricorda il Comune di Como –, insieme alle città sedi dei teatri di tradizione, accompagnati oggi dal presidente dell’Atit (Associazione italiana teatri di tradizione), Giuseppe Gherpelli, in rappresentanza di tutti i teatri di tradizione, e dalla consigliera dell’associazione, Angela Cauzzi, sovrintendente del Teatro Ponchielli di Cremona».

«I Teatri di Tradizione sono 29, distribuiti in 14 regioni – precisa una nota –. Le città interessate sono Novara, Bergamo, Como, Cremona, Mantova, Pavia, Rovigo, Treviso, Bolzano, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Savona, Livorno, Lucca, Pisa, Jesi, Macerata, Chieti, Salerno, Lecce, Cosenza, Catania, Trapani, Sassari».

«Il Decreto cultura, recentemente approvato rappresenta una scelta importante e sostanziale in base alla quale sono state elaborate alcune misure significative per il rilancio delle fondazioni liriche-sinfoniche – hanno scritto i sindaci dei Comuni coinvolti nella lettera di richiesta dell’incontro con il ministro –. Alla luce di questo provvedimento, che non comprende i teatri di tradizione, e alla luce dell’importanza di queste istituzioni culturali per i nostri territori, abbiamo ritenuto necessario costruire sinergie tra le città sedi di questo tipo di teatri. I teatri di tradizione da anni sono accomunati da crescenti difficoltà relative alla sostenibilità economica, alla manutenzione, alla programmazione. Problematiche che vanno sanate per consentire a queste istituzioni culturali di continuare a svolgere il loro prezioso compito».

«Gli enti coinvolti hanno condiviso un documento, elaborato dall’Atit – prosegue l’Amministrazione del capoluogo comasco –, dove sono presenti alcune proposte sottoposte al ministro Dario Franceschini, come quella, ad esempio, di far rientrare le donazioni ai teatri di tradizione nell’ambito del regime fiscale agevolato».

«Oggi a Roma erano presenti 21 delle 29 città interessate, in rappresentanza di tutte le regioni – precisa Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune di Como –. Questa presenza ha certo reso evidente l’interesse e il bisogno di sostegno ai teatri come il nostro Sociale e la risposta del ministro è stata di grande disponibilità a considerare le problematiche a lui sottoposte. Abbiamo condiviso l’impegno a rinsaldare i rapporti con il Ministero e con le Regioni per un sostegno ai teatri di tradizione non solo legislativo ma anche economico-finanziario. Parliamo di un’attività culturale, fondamentale non solo per i territori di riferimento ma per tutto il paese». [md, ecoinformazioni]

Gian Pietro Lucini, poeta e pensatore originale, critico e pubblicista

BeFunky_lucini3.jpg-277x300Mostra fino al 30 novembre celebrazioni in Biblioteca e alla Banca Generali a Como.

 

«Ricorre quest’anno il centenario della scomparsa di Gian Pietro Lucini, poeta innovatore, pensatore originale, critico e pubblicista – spiega una presentazione –. L’assessorato alla Cultura e la Biblioteca comunale di Como, custode del ricco archivio, dedica tre mesi di eventi a Lucini, per portare all’attenzione della città una personalità originale, ma anche di delineare, attraverso la vita e le opere del poeta, un segmento importante e cruciale della cultura italiana tra Otto e Novecento».

«Le celebrazioni comprendono il convegno nazionale, tre mostre di documenti originali d’archivio (lettere autografe di Lucini e dei suoi corrispondenti, prime bozze, schizzi, fotografie, cimeli), un’esposizione con documenti provenienti da Villa Dossi Pisani, e una sezione didattica che contestualizza la vita e le opere del poeta – prosegue lo scritto –. Gian Pietro Lucini nacque a Milano nel 1867 ma visse a Como nel ritiro di Breglia sopra Menaggio e trascorse ogni anno, anche a causa della malattia che lo portò alla morte a 47 anni, lunghi periodi all’aria salubre di Varazze».

«Intellettuale curioso e onnivoro, esteta e attento osservatore della realtà, nelle carte di Lucini si leggono i fermenti culturali della sua epoca – spiega Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune di Como –, la Scapigliatura e il Futurismo ma anche le posizioni antimilitariste e anarchiche, connaturate nell’essenza stessa di intellettuale divergente».

«I temi della solidarietà e della bellezza ravvisabili nell’espressione letteraria e poetica si fondono nella travolgente ricerca di “un’estetica sincera e densa” – prosegue Chiara Milani, curatrice delle mostre allestite in Biblioteca –: la sua opera poetica è, secondo la critica recente che trova i suoi epigoni in Viazzi, Sanguineti, Anceschi, talmente innovativa nella composizione e nella metrica, da risultare élitaria, e proprio per questo stimolante ancora oggi, come lo sono i temi a lui cari, ricchi di difficili riferimenti, ma estremamente trasparenti e schierati nel messaggio culturale, sociale e politico. Alla poesia si accostano la prosa che declina il pensiero etico e civile, la critica letteraria e artistica e l’attività di pubblicista e polemista: la dignità e la sacralità della persona, pensava e scriveva Gian Pietro Lucini, vanno garantite contro ogni prevaricazione e prepotenza, l’integrità fisica e il lavoro, sono temi che condivide con gli artisti della sua epoca impegnati a rappresentare il popolo nel lavoro quotidiano, nella sofferenza e nella prevaricazione. La terribile malattia che portò Lucini a una morte dolorosa e prematura ha influito sulla ricerca della verità che era passione per la vita intesa come occasione irrepetibile data una volta soltanto a tutti. È quindi un privilegio conservare un archivio che ha richiamato e richiama studiosi che sanno di poter trovare, nelle corrispondenze di Lucini con innumerevoli illustri contemporanei, una straordinaria documentazione per approfondire e contestualizzare la storia culturale italiana tra Ottocento e Novecento».

«L’archivio della Biblioteca dà conto di un’ampia porzione della cultura lombarda e nazionale, attestata dalla fitta rete delle corrispondenze che permette di ricostruire i rapporti culturali degli intellettuali lombardi e le relazioni con artisti, poeti italiani (tra i quali Antonio Fogazzaro, Luigi Pirandello, Alessandro Varaldo, Italo Boxich, Enrico Ruta, Filippo Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi) francesi, svizzeri e con esponenti di minoranze (nell’archivio il carteggio con il poeta armeno Hrand Nazariantz) – ricorda la nota –. I documenti fanno luce anche sulle vicende di importanti case editrici milanesi, del circolo di artisti legati all’Accademia di Brera e di esponenti del mondo politico, e permettono di approfondire tematiche dibattute in ambito letterario, sociale e politico, a partire dalla scapigliatura milanese, passando per il futurismo. Lucini raccolse materiale storico-documentario e iconografico su Stendhal a Milano e su molti altri argomenti, tra i quali la Russia contemporanea, che lo porterà alla scrittura del dramma teatrale Il Tempio della Gloria, messo in scena per la prima volta a Como per la regia di Bernardo Malacrida. Lucini fu antimonarchico e antimilitarista: la sua posizione era chiara anche a Marinetti e, pur condividendo con Marinetti gli afflati di innovazione e cambiamento promossi dal futurismo, non approvò mai le posizioni futuriste per un’azione improntata al conflitto». [md, ecoinformazioni]

 

Il programma delle iniziative:

«Mostre

Il sentimento della verità, le ragioni della poesia: Gian Pietro Lucini. 1867 – 1914

18 settembre – 14 ottobre Biblioteca comunale di Como

Per la prima volta in mostra, a cura di Chiara Milani, i documenti dell’archivio del poeta comasco Gian Pietro Lucini, padre della poesia simbolista italiana: lettere autografe di Lucini e dei suoi corrispondenti, prime bozze, schizzi, fotografie, cimeli. La mostra si articola in una sezione didattica e in tre moduli espositivi, per dar conto della ricchezza dell’Archivio custodito in Biblioteca.

Gian Pietro Lucini, corrispondenze inedite. Lettere di Marinetti, Dossi, Palazzeschi, Linati, Prezzolini…

16 ottobre – 11 novembre Biblioteca comunale di Como

Gian Pietro Lucini critico di letteratura, arte e opinionista politico: carteggi e documenti d’archivio.

13 novembre – 30 novembre Biblioteca comunale di Como

Carlo Dossi e Gian Pietro Lucini: un’insolita e lacustre amicizia (1902-1910).

5 novembre – 30 novembre Banca Generali piazza Volta 56, Como. La mostra è organizzata da Banca Generali in collaborazione con Lario In.

Inaugurazione mercoledì 5 novembre ore 18.30

Il rapporto tra Lucini e Alberto Carlo Pisani Dossi (1849-1910), scrittore, uomo politico e ambasciatore, è ampiamente documentato dalla carte d’archivio e dall’epigrafe incisa nel portico dell’amicizia del Dosso Pisani, la villa che il Dossi fece costruire a Cardina e dove Lucini soleva incontrasi con l’amico. Grazie alla disponibilità degli eredi Dossi, è stato possibile organizzare questa mostra, curata da Nicolò Reverdini, che accompagna e approfondisce i temi di una grande amicizia culturale.

Presentazione libri

Il 16 ottobre alle ore 18 in Biblioteca sarà presentato il libro di Pier Luigi Ferro La penna d’oca e lo stocco d’acciaio. Gian Pietro Lucini, Arcangelo Ghislieri e i periodi repubblicani nella crisi di fine secolo.

Percorso didattico – Incontro per le scuole superiori

Venerdì 21 novembre

Sala conferenze della Biblioteca ore 9.30 – 12

Manuela Manfredi e Pier Luigi Ferro, studiosi luciniani, dialogano con gli studenti delle scuole superiori.

Prenotazioni in Biblioteca entro il 15 novembre.

Laboratori didattici per studenti delle scuole secondarie di primo grado.

Lucini e Marinetti: pensare la pace e la guerra.

Mesi di ottobre e novembre: martedì mattina, su appuntamento, a pagamento

 

Convegno nazionale

Gian Pietro Lucini (1867-1914), poeta simbolista tra Risorgimento e Grande Guerra

Venerdì 21 e sabato 22 novembre

Inizio lavori ore 14.30 di venerdì e sabato ore 9.15. Il convegno è organizzato in collaborazione con la rivista Resine, che ha dedicato a Gian Pietro Lucini un numero quadruplo, dal titolo Nei giardini del Melibeo. Gian Pietro Lucini cento anni dopo. Al convegno partecipano i maggiori studiosi luciniani che negli ultimi anni hanno consultato e studiato le carte d’archivio della Biblioteca di Como, dalle quali sono emersi nuovi e interessanti dati e suggestioni.

Venerdì 21 novembre

Ore 14,30 Registrazione partecipanti

Ore 14.45 Saluti e presentazione del convegno

Mario Lucini, Sindaco di Como

L’archivio di un poeta filosofo. Gian Pietro Lucini in Filosofi Ultimi Chiara Milani, Biblioteca comunale di Como

Silvio Riolfo Marengo, Direttore Responsabile Rivista Resine

Ore 15,30   Apertura dei lavori

Presiede Silvio Riolfo Marengo, Direttore Responsabile Rivista Resine

Lucini e la poetica dell’“antigrazioso” Fausto Curi, professore emerito di Letteratura Italiana Università di Bologna

“Colle pupille della mente”: Lucini, I Drami delle Maschere, il teatro, Franco Vazzoler, ordinario di Letteratura Teatrale Università di Genova

Un inascoltato proporre. Lucini editore e Pirandello nella baraonda della Casa Editrice Galli, Pier Luigi Ferro, Associazione RESINE

Gian Pietro Lucini precursore generoso l’ideale rassegna del Verso Libero, Matteo Bianchi, Casa editrice Pagine d’Arte e Casa Museo Luigi Rossi Tesserete, Svizzera

Affioramenti di forme chiuse in Lucini: i sonetti. I. Da La solita canzone del Melibeo Fabio Romanini, Ricercatore di Linguistica italiana, Università di Trieste, Il Risorgimento di Gian Pietro Lucini, Marco Sirtori, Ricercatore di Letteratura italiana contemporanea, Università di Bergamo

Ore 19.00 Chiusura lavori

Sabato 22 novembre 2014

Ore 9,30 Registrazione partecipanti

Ore 9,45 Apertura dei lavori

Presiede e introduce Franco Contorbia, Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea, Università di Genova

Lucini tra “Humorismo”, “Eroismo” e teoria dell’Avanguardia di Gianni Eugenio Viola, docente a contratto Scuola Superiore di Dottorati Università di Siena

Al «potente propugnatore del verso libero». Il carteggio Palazzeschi-Lucini (1910) Simone Magherini, Ricercatore di Letteratura italiana, Università di Firenze

L’Opuscolo di “Lacerba” di Gian Pietro Lucini, Aldo Mastropasqua, Professore aggregato di Letteratura italiana Contemporanea, Università La Sapienza di Roma

Oltre la consuetudine: un’introduzione alla poesia di Gian Pietro Lucini Manuela Manfredini, Ricercatrice di Linguistica italiana Università di Genova

“La forza del gesto che libera”: dignità della ribellione nel Tempio della Gloria di Lucini, Stefano Tomassini, docente a contratto di Storia della danza e del mimo, Università Cà Foscari di Venezia

Aggrappati alle cose. Carlo Linati e il sodalizio con Lucini, Alberto Longatti, giornalista culturale e saggista, Como

“Tutto tuo Scianin” Appendice. Lettere di Gian Pietro a Giuditta, Magda Noseda, Archivio di Stato di Como

Ore 13.30 Conclusioni

Luigi Cavadini, Assessore alla Cultura del Comune di Como

Ore 14.00 Chiusura del Convegno».

International Golf Travel Market (Igtm) a Como

igtm 2014«La più importante fiera internazionale del turismo golfistico» sarà inaugurata a Villa Olmo il prossimo 27 ottobre, le amministrazioni locali la vedono come un tassello per il rilancio del turismo comasco.

 

«La fiera si svolgerà dal 28 al 30 ottobre a Villa Erba – precisa il Comune di Como –, ente organizzatore dell’evento, e il parco di Villa Olmo ospiterà la serata di gala, prevista per il 27 ottobre, e alla quale parteciperà un migliaio di persone provenienti da varie parti del mondo».

«L’Italia, prima di quest’anno, non era mai stata la sede di questa fiera e la scelta di Como è il risultato di un’intensa attività promozionale svolta in particolare dalla Provincia e dalla Regione (se ne parlava già nel 2011) – dichiara l’assessore al Turismo del Comune di Como Luigi Cavadini –. Il Comune di Como metterà a disposizione una giornata di gratuità di Villa Erba, l’utilizzo del parco di Villa Olmo per la serata inaugurale, la possibilità di installare, sempre a Villa Olmo, una tensostruttura per il buffet e la possibilità, in accordo con Sae, di visitare la mostra… È un lunedì, tra l’altro, e la mostra è chiusa al pubblico, quindi, non ci saranno interferenze».

«Gli accordi prevedono, inoltre, che Palazzo Cernezzi metta a disposizione dei parcheggi in via Cantoni per agevolare le manovre dei pullman che accompagneranno gli ospiti, la fornitura idrica e quella elettrica all’interno del parco, l’utilizzo del ristorante come base d’appoggio per il catering – precisano da Palazzo Cernezzi –. Per consentire lo svolgimento della serata, il 27 ottobre il parco di Villa Olmo verrà chiuso al pubblico un’ora prima, ossia alle ore 18, invece che alle ore 19».

«All’evento sono attesi oltre mille operatori che organizzano soggiorni turistici per gli appassionati del golf e il territorio comasco ha tutte le caratteristiche per presentarsi come Golf Destination – conclude l’assessore –. Tra Como e Lecco sono sette i campi da golf del territorio. Sarà un’occasione irripetibile non solo per gli albergatori ma anche per tutti gli altri operatori turistici». [md, ecoinformazioni]

Cruyff Court

Firma contratto  Cruyff Court-Borgonovo 2Il primo in Italia a Como intitolato a Stefano Borgonovo. I lavori partiranno a settembre.

 

«È stato firmato questo pomeriggio a Palazzo Cernezzi l’accordo per la realizzazione di un campo di calcio in erba sintetica a Como in via Leoni-via dei Mille – spiega Palazzo Cernezzi –. L’impianto si chiamerà “Cruyff Court Stefano Borgonovo” per richiamare le finalità e gli obiettivi delle due fondazioni, promotrici dell’iniziativa: la Johan Cruyff Foundation e la Fondazione Stefano Borgonovo ed è fortemente sostenuto dalla Uefa. La Johan Cruyff Foundation punta alla promozione di progetti sportivi per ragazzi con disabilità e alla creazione, appunto, di Cruyff Courts, piccoli campi di calcio pubblici, luoghi di incontro dove i principi caratterizzanti sono il rispetto per l’altro, la salute, l’integrazione, lo sviluppo e il giocare insieme».

«I Cruyff Courts sono più di un semplice campo da calcio – spiega lo scritto –. Sono un posto dove i ragazzi imparano il significato di rispetto, responsabilità e integrazione per mezzo dello sport. Imparano a collaborare, fare amicizie, farsi valere per sé e per gli altri, vincere e perdere. Queste esperienze sono essenziali per l’intera loro vita. Il Cruyff Court comasco – un impianto dove si potrà giocare a calcio, ma anche praticare altri sport, e che avrà i colori blu e arancio (quelli della maglia dell’Olanda, la Nazione di Cruyff) – sarà il primo in tutta Italia e seguirà i numerosi esperimenti, più di 180, già avviati in tutto il mondo. La Fondazione Stefano Borgonovo oltre ad avere come obiettivo generale il sostegno alla ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica, la malattia di cui Stefano Borgonovo soffriva e che lo ha portato alla morte un anno fa, promuove e valorizza attività di calcio giovanile».

Firma contratto  Cruyff Court-Borgonovo«Nell’accordo siglato oggi con il Comune di Como, che ha una durata di 10 anni, la Johan Cruyff Foundation e la Fondazione Stefano Borgonovo si impegnano a realizzare il “Cruyff Court Stefano Borgonovo” con oneri economici totalmente a proprio carico, e con il sostegno di Uefa, per un investimento totale di oltre 170 mila euro; una volta realizzato e certificato, il “Cruyff Court Stefano Borgonovo” diventerà di proprietà del Comune di Como, cui spetterà l’onere della manutenzione – si precisa –. Il Comune di Como e la Fondazione Stefano Borgonovo organizzeranno sul “Cruyff Court Stefano Borgonovo” almeno tre principali attività sportive annuali ricorrenti e, in particolare il torneo di calcio Cruyff Court 6 vs 6 Football Tournament, un evento sportivo al femminile e il Cruyff Foundation Community Program che prevede la formazione presso il Johan Cruyff Institute for Sport Studies in Amsterdam di almeno un allenatore Cruyff Foundation (la figura da formare verrà individuata tramite procedure di massima trasparenza e garanzia di pari opportunità). Il Cruyff Foundation Community Program è un progetto che ha come obiettivo un maggior coinvolgimento dei giovani nella comunità e offre a ragazzi/e tra i 14 e i 21 anni l’opportunità di imparare a organizzare attività/eventi sportivi in autonomia e insegna loro come possono dare un contributo positivo all’interno della comunità stessa. Il “Cruyff Court Stefano Borgonovo” rimarrà aperto tutti i mesi dell’anno con i seguenti orari: dall’1 ottobre al 31 marzo dalle ore 8 alle ore 18, dall’1 aprile al 30 settembre dalle ore 8 alle ore 22».

«Fondazione Borgonovo ha ricevuto nel 2012 il premio Uefa Monaco Charity – ha rammentato Chantal Borgonovo, moglie di Stefano Borgonovo –. Nel 2013 il premio è stato assegnato alla Johan Cruyff Foundation e quella è stata l’occasione per conoscerci. Johan Cruyff era il giocatore preferito di Stefano e di lui ha parlato anche nel suo libro. E tra l’altro la scuola calcio che mio marito ha aperto ha proprio i colori arancio e bianco, come tributo alla maglia dell’Olanda. Mi dispiace che all’inaugurazione Stefano non ci sia perché Cruyff per lui è stato davvero un sogno».

«Per Como si tratta di una grande opportunità e basti pensare che in Italia si tratta del primo Cruyff Court che viene realizzato – affermano gli assessori del Comune di Como, Daniela Gerosa e Luigi Cavadini –. Da parte nostra c’è il massimo impegno e attenzione affinchè questa iniziativa diventi un modello positivo». [md, ecoinformazioni]

Dal 19 luglio/ Como Jazz in piazza Martinelli

Presentato alla Casa della Musica il ciclo di concerti dedicato al jazz nel quadro della rassegna Como Live promossa e finanziata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como.

Nella sua introduzione, Riccardo Pecci, a nome della Casa della Musica, ha tenuto a sottolineare la natura “partecipata” del ciclo, che non è stato deciso “dall’alto, ma è nato dal coinvolgimento del maggior numero possibile di musicisti attivi sul territorio, persone e realtà che hanno collaborato all’elaborazione della rassegna, anche e soprattutto nell’ottica di farne un progetto di lunga durata.

I sette appuntamenti di Como Jazz in Piazza Martinelli, distribuiti nel calendario di ComoLive tra il 19 luglio e il 6 settembre, sono figli della filosofia progettuale della Casa della Musica, e dunque cercano di sperimentare nuove modalità di promozione e di organizzazione delle attività artistiche e musicali. Questi, in particolare, sono i punti qualificanti dell’esperienza, che tenta di rompere con alcune delle più viete consuetudini della programmazione culturale (soprattutto estiva) di molte amministrazioni.

La centralità della musica e la sua capacità di entrare in relazione con altri linguaggi e con altre realtà sono stati i motividominanti dei vari interventi di presentazione, sia da parte di chi ha organizzato, sia da parte dic hi salirà sul palco. Da parte sua l’assessore alla Cultura, Luigi Cavadini, ha messo in evidenza il carattere di “esperimento di costruzione” del ciclo di quest’anno, in modo da elaborare “qualcosa di nuovo” per la città.

La centralità della musica significa anche – come ha ribadito Francesco Mantero – accreditare un ruolo essenziale per la Casa della Musica, cioè un luogo in grado, grazie all’azione di molte persone disponibili, di fare da motore per molte iniziative.

Nel concreto, il ciclo di concerti jazz che è stato presentato va dal 19 luglio al 6 settembre, ed è centrato sulla valorizzazione delle realtà musicali radicate nel territorio:

Questa la presentazione dei vari concerti:

«La rassegna di quest’anno testimonia tutta la vitalità e la varietà del jazz cresciuto (anche) sulle sponde del Lario. Ad aprire le danze, il 19 luglio, sarà il New Trio di Enzo Rocco (chitarra), Simone Mauri (clarinetto basso) e Cristiano Calcagnile (batteria): aggiungendo una pedina alle mosse effettuate finora da Rocco nella sperimentazione di organici spesso ‘irregolari’, il trio tenta di individuare nuove direzioni attraverso un repertorio che mette in contatto e fa esplodere materiali provenienti dai più svariati territori musicali, dal free-jazz al tango, dalla musica contemporanea alla tarantella, dalla musica da banda all’heavy metal, dalle canzonette al funky. Il tutto condito da quell’umorismo e quell’ironia imprescindibili caratteristiche dei progetti di Rocco, qui coadiuvato da  un riconosciuto specialista di clarinetto basso quale Mauri e uno fra i più noti e attivi batteristi italiani, Calcagnile.

A seguire, il 26 luglio, il Trio con pianoforte di Arrigo Cappelletti, accompagnato dal contrabbassista Alvise Seggi e del batterista Nicola Stranieri, suo storico collaboratore. Nella sua lunga e intensa carriera Cappelletti ha messo a confronto il suo jazz con musiche ‘altre’, dal tango argentino (è stato infatti tra i precursori del tango-jazz in Italia) al fado portoghese, dal Lied romantico e novecentesco all’avanguardia ‘colta’, ultimamente al fianco di due esponenti di spicco del nuovo jazz americano, John Hebert e Jeff Hirshfield. Governato dal principio dell’«abolizione del ridondante e del superfluo», il trio secondo Cappelletti è una ricerca implacabile di verità che punta a disvelare le relazioni, i «giochi di potere», «le alleanze che si stabiliscono nel suonare».

Saranno ancora le note di un trio con pianoforte a inaugurare il mese di agosto (il giorno 2), con l’Evergreen Jazz Trio di Carlo Uboldi (pianoforte), Marco Caputo (batteria) e Antonio Cervellino (contrabbasso). Classico trio formato dagli strumenti della ritmica che fanno dello swing la propria caratteristica principale, il gruppo proporrà al pubblico di Piazza Martinelli standards riarrangiati da Uboldi in un contesto più attuale, accostando ad essi brani originali di Uboldi e Cervellino che figurano nel CD The Key of Swing.

Il 9 agosto saluterà invece l’ingresso della voce: quella di Tiziana Ghiglioni, cantante tra le più acclamate della scena jazz italiana e animatrice di innumerevoli progetti musicali, tra i quali quelli dedicati alle canzoni di Luigi Tenco le hanno assicurato un vasto e duraturo successo; sarà accompagnata dal pianoforte sensibile e reattivo di Carlo Morena, titolare della cattedra di musica jazz presso il conservatorio di Como, che vanta a sua volta nella trentennale carriera spesa tra Siena, Barcellona, Madrid, Lisbona e Berlino un elenco nutrito di prestigiose collaborazioni.

I ranghi s’infoltiranno il 17 agosto con la formazione di Maurizio Aliffi (chitarra), Beppe Caruso (trombone), Francesco D’Auria (batteria) e Stefano Dall’Ora (basso). Come in un tessuto, i quattro musicisti sono legati tra loro da una fitta trama di collaborazioni in progetti che li vedono  protagonisti in varie formazioni: si muovono come su una tela insieme solida ed elastica, in cui ogni punto è sensibile a ciò che accade in un altro punto, pronti ad assecondarne le sollecitazioni. Una metafora di ciò che può essere il jazz oggi, tra composizione ed improvvisazione, individuo e collettivo, con al primo posto l’ascolto reciproco.

Il quartetto scenderà nuovamente a trio il 30 agosto con la presenza sul palco di Flavio Minardo, Achille Succi e Ferdinando Faraò: la chitarra e la sensibilità musicale di Minardo (che, attratto dalla sperimentazione di altri linguaggi musicali e altri approcci all’improvvisazione, ha studiato a fondo il Sitar e la tradizione musicale indiana tra Nepal e India) dialogheranno con il sax melodico e virtuosistico di Succi, a suo agio sia in contesti più marcatamente jazzistici che in territori più aperti, e con la batteria di Faraò, membro di una famiglia di noti jazzisti attivo sia come sideman che come leader in numerosi dischi segnalati dalla critica specializzata nazionale e internazionale.

Chiuderà la rassegna il 6 settembre la formazione dell’Happy Tree Quartet: nato da un’intuizione di Alfredo Ferrario, clarinettista comasco tra i più rappresentativi del nostro panorama jazzistico, questo quartetto affonda le radici nella tradizione della Swing Era e sviluppa le sue ramificazioni − proprio come un albero − nella modernità del jazz contemporaneo. Si avvale della varietà timbrica dell’organo Hammond di Alberto Gurrisi, giovane talento della scena milanese, delle suadenti ed efficaci ritmiche di Marco Castiglioni, che affianca da tempo i migliori rappresentanti del jazz italiano, e del raffinato gusto improvvisativo del giovane vibrafonista Marco Bianchi. In repertorio omaggi ad alcuni dei più grandi della Hall of fame del jazz (George Gershwin, Duke Ellington ecc.).»

[Fabio Cani, ecoinformazioni]

Ritratti di città a Villa Olmo

Non semplicemente vedute, ma piuttosto ritratti, per cogliere il senso più intimo della realtà urbana, così come il ritratto di una persona non si limita a riprodurne l’aspetto esteriore. Così, in una battuta, viene riassunta la proposta della “grande mostra” di Villa Olmo sia da Luigi Cavadini, assessore alla cultura del Comune di Como, sia da Flaminio Gualdoni, curatore dell’eposizione Ritratti di città.

In realtà la mostra si muove con qualche incertezza tra questo taglio interpretativo e l’ambizione a essere una “breve storia dell’arte italiana del Novecento” (come ha detto, in conferenza stampa, Cavadini) e quindi allinea opere che della città danno un’interpretazione molto personale (a volte anche provocatoria: tanto per restare in ambito comasco si possono citare le “utopie” urbane di Parisi e di Somaini) e opere che invece forniscono immagini urbane più pacatamente derivate dai diversi stili, approcci o linguaggi. C’è evidentemente una città del futurismo e una della metafisica, una città della fotografia e una della pittura postavanguardie degli ultimi decenni, e via discorrendo.

Da una sala all’altra si incontrano, com’è ovvio, opere di diverso impatto: alcune di grandissimo interesse, e altre più dimesse, alcune perfettamente inserite nel discorso e altre che appaiono un po’ fuori tema. Se alcuni passaggi sembrano più scontati (l’omaggio al futurismo, per esempio) e altri non del tutto sfruttati nelle loro potenzialità (la fotografia è presa in esame solo per i decenni più recenti, rimuovendone la fondamentale valenza comunicativa per la dimensione urbana nella prima metà del Novecento), altri ancora riservano autentiche sorprese, come la “riscoperta” della veduta urbana negli ultimissimi anni (l’ultima sala è forse la più interessante, con uno straordinario dipinto di Velasco Vitali) o come le opere meno descrittive concentrate nel salone, dove si impongono all’attenzione le sculture di Arnaldo Pomodoro e di Alik Cavaliere.

In complesso, la mostra è più “tradizionale” di quanto ci si poteva aspettare dato il tema, ma è anche decisamente più comunicativa rispetto a quella dell’anno scorso. E, in effetti, nonostante le ripetute pretese di continuità, risulta difficile cogliere il rapporto tra le due mostre, se non semplicemente come “accumulo” progressivo di materiali e di stimoli.

In sintesi, Ritratti di città esibisce una sessantina di opere in una proposta equilibrata, che può costituire un buon esempio per la programmazione culturale di una città come Como, ma che solo a fatica si può intendere come “grande” mostra. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

Ritratti di città. Da Boccioni a De Chirico, da Sironi a Merz a oggi, a cura di Flaminio Gualdoni, a Villa Olmo, in via Cantoni 1 a Como. Inaugurazione venerdì 27 giugno, aperta da martedì a giovedì dalle 15 alle 22 (fino al 31/8), dalle 10 alle 20 (dal 2/9), da venerdì a domenica dalle 10 alle 22, fino al 16 novembre. Ingresso 10 euro, ridotto 8, scuole 5.

 

Alla presentazione della mostra, da sinistra: Flaminio Gualdoni, curatore, Mario Lucini, sindaco di Como, Luigi Cavadini, assessore alla cultura.

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Flaminio Gualdoni.

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Il salone centrale con la scultura di Arnaldo Pomodoro.

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