ecoinformazioni 533/ L’Opera di Lucini

533Anticipiamo dal numero 533 del settimanale ecoinformazioni l’editoriale di Gianpaolo Rosso.

Bisogna resistere, bisogna contrastare la violenza, bisogna proteggersi da pericoli statisticamente improbabili ma emotivamente e politicamente devastanti.

Le terribili notizie delle stragi a Bruxelles e a Lahore, della volontà di sciacalli neri attivi nelle tifoserie calcistiche, pronti a spargere altro sangue e a tentare di restaurare nazismo e razzismo assassini devono indurre azioni, provvedimenti, investimenti, soluzioni. Il Comune di Como può fare la sua parte se vorrà rendersi conto che gli interventi sulla sicurezza più efficaci sono quelli attuati nelle comunità locali. Può farlo rendendo palese l’impegno necessario nel Bilancio 2016 che mentre si afferma che “siamo in guerra” non potrà essere analogo a quello precedente. Si tratta di cambiare direzione e passo. Tutte le analisi di ciò che sta accadendo in Europa confermano che l’esistenza di parti di territorio ghettizzate, di parti della popolazione senza diritti, di parte della società senza futuro sono l’humus nel quale odio e violenza corroborati da ideologie mostruose  si sviluppano e producono volontariato mortifero suicida e assassino. Como ha tutte le carte in regola per agire: è sede del Monumento alla Resistenza europea, è parte preminente del Coordinamento comasco per la Pace, è Città messaggera di Pace. È naturale quindi che si attivi per una politica di sicurezza che aggiunga alle meritorie azioni culturali già in atto azioni più specifiche, politiche e amministrative. Serve una politica internazionale forte e una politica sociale adeguata alla situazione drammatica dei nostri tempi. Non sappiamo se progetti siano già allo studio delle persone che stanno elaborando il nuovo Bilancio che presto raggiungerà il Consiglio comunale. Tutti e tutte però devono collaborare a formularlo e ci permettiamo quindi di dare uno spunto preliminare.

Non è possibile attuare azioni positive senza impegnare risorse. È quindi necessario che prima di tutto si assuma consapevolezza che gli interventi indispensabili non potranno essere realizzati se nel nuovo bilancio non si taglieranno in modo adeguato settori per preferirne altri. Non basterà né chiedere nuovi fondi (che non arriveranno) né sperare che si tratti solo di diminuire gli sprechi (difficili da annullare in tempi brevi essendo frutto di una struttura amministrativa complessivamente malata). Si deve fare ciò che è necessario fare sottraendo risorse cospicue da tutti i settori per concentrali su un piano straordinario per la sicurezza che sarebbe naturale fosse in carico direttamente al sindaco. Finalmente una grande opera non mostruosa, un investimento non disperso in appalti e subappalti. Un’opera da non finalizzare a saziare le aspettative voraci di consulenti e imprese private spesso oltre i confini della legalità. Finalmente denaro, tanto denaro, speso per le persone non per aggiungere oggetti alla città. Quanto? Si potrebbe destinare all’Opera della sicurezza una quantità di risorse uguale a quella già investita per le politiche sociali che ovviamente andrebbe confermata per continuare ad assicurare l’impegno ordinario del Comune nel settore più vicino ai cittadini e alle cittadine. Con l’Opera l’impegno per le periferie, oggi sostenuto da tutte le forze politiche, potrebbe diventare realtà. Con l’Opera il sindaco potrebbe realizzare anche interventi concreti di politica internazionale di cooperazione e di sostegno alle iniziative meritorie di organizzazioni pacifiste all’estero. Si potrebbe finalmente accogliere decentemente chi chiede rifugio da quelle guerre, violenze e povertà che il terrorismo vuole estendere anche nel nostro territorio. Si potrebbe, ma lo ripetiamo: non lasciando tutto il resto invariato, bensì scegliendo, togliendo da tutti i settori escluse le politiche sociali. Chi amministra deve decidere. Scelga la sicurezza e l’unico modo per ottenerla: liberté, egalité, fraternité. Se invece Palazzo Cernezzi preferirà trastullarsi tra rotonde e piazze, tra asfalti e sensi unici, tra stadi e battaglie per i pedaggi autostradali, disperdendo risorse in interventi talora splendidi, ma marginali rispetto ai problemi reali, perderemo con la tranquillità il coraggio di essere liberi. [Gianpaolo Rosso, ecoinformazioni]

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