Giochi e musica in difesa degli spazi

Si è ballato, ma meno di quanto gli e le organizzatrici speravano. A causa del muro opposto dalla questura comasca, si è protratta solo nel pomeriggio di sabato 30 settembre, non anche la sera, la giornata a sostegno della bocciofila di via Balestra, minacciata di sfratto dalla giunta Rapinese.

Il pomeriggio è stato comunque un discreto successo, con oltre cento persone che hanno attraversato il cortile della bocciofila prima per partecipare alle attività diurne (giochi di società, giochi da tavolo ed altri intrattenimenti), poi per assistere al concerto degli Hugodada. La giovane sinistra progressista comasca ha comunque fatto presenza, sostenendo una lotta che si inserisce nel quadro più ampio e non solo locale della questione degli spazi, della socialità e dell’abitare.
D’altronde, le serate techno al Tempio voltiano, questo era il programma prima che le autorità mettessero il veto, sono ormai una prassi consolidata nei tentativi di resistenza rispetto ad una Como sempre meno accessibile per chi non è disposto a sborsare fior di quattrini per un po’ di svago.

Il tema della giornata, comunque, era un altro: rivendicare la bocciofila come luogo di aggregazione transgenerazionale e dimostrare che, oltre al circolo ed ai suoi abituali frequentatori, sono molte le persone che sostengono questo genere di luoghi. In questo senso, la componente organizzativa può essere soddisfatta, la risposta della città è stata senza dubbio buona.
Inoltre, la manifestazione è stata anche occasione per perorare la causa dell’asilo nido di Ponte Chiasso, altro luogo che la giunta Rapinese minaccia di chiudere senza porsi in alcun modo in posizione dialogante. Se la bocciofila pare un colpo alla socialità “di terza età”, chiudere un asilo in un quartiere di periferia e di frontiera significa impoverire il tessuto sociodemografico di quell’area, condannando di fatto anche la scuola primaria e comportando grossi problemi di spostamento alle famiglie che vedranno i e le proprie figlie smistate in altri luoghi cittadini.

Accompagnati dalle note degli Hugodada, i e le partecipanti all’iniziativa hanno dunque unito un momento di svago ed ottima musica a due cause sociali senza dubbio essenziali. Certo, se ci fosse la possibilità di creare un fronte unito rispetto alla questione abitativa e degli spazi di socialità sarebbe poco lungimirante, in una città già poco reattiva come Como, non impegnarsi nella sua costituzione.
Ciò che, comunque, di buono si può portare a casa guardando retrospettivamente agli ultimi mesi è che, seppur confusamente, la lotta perché la città sia accessibile e vivibile per tutti va avanti. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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