ecoinformazioni

ecoinformazioni 556

556Le urne si sono chiuse, lo scrutinio è già stato completato e il No ha vinto. Ha prevalso la Costituzione nata dalla Resistenza mentre quella proposta da Renzi-Boschi è stata bocciata. Rimangono tutti i problemi che già c’erano prima del Referendum. (altro…)

ecoinformazioni 555/ 44 pagine di ragioni per la Costituzione

555veroBuongiorno Costituzione. A partire da martedì 4 ottobre fino a domenica 4 dicembre, ogni mattina Marco Lorenzini ha pubblicato un post sul blog di ecoinformazioni Buongiorno Costituzione. Attraverso specifici aspetti della riforma costituzionale oggetto del referendum, Lorenzini si rivolge agli indecisi, a chi ascolta e legge per farsi una opinione, a chi non ha certezze granitiche, a chi vuole capire il merito e il contesto. (altro…)

ecoinformazioni 554

554Mentre la Cgil è attaccata per la sua positiva azione a sostegno della dignità umana e della rispettabilità di Como, il campo governativo di via Regina Teodolinda continua a essere vergognosamente chiuso alla città essendo stata fino ad ora ignorata la richiesta dell’intero Consiglio comunale che ha dato mandato al sindaco di ottenere dal prefetto legalità, trasparenza e diritti umani. E se Como piange, Taranto non ride, visto che anche l’hot spot di quella città, il cui sindaco a Como per Itinerari migranti aveva descritto con eccessivo ottimismo, presenta molte criticità in parte dovute anche alle deportazioni di migranti da Como e  da altre città di frontiera che insensatamente e in barba ai loro diritti vengono portati con grande spreco di denaro pubblico in quell’hot spot. Della denuncia dell’Arci di tale situazione e di molto altro parla il 554 di ecoinformazioni. (altro…)

ecoinformazioni 553

553Non sappiamo quanti cittadini statunitensi decideranno di emigrare e quanti di loro arriveranno a Como che oltre a essere una ridente cittadina del Texas è anche la nostra città, quella del mostro delle paratie, del monumento a Libeskind e della piazza dell’esselunga. Sappiamo però che se verranno saranno male accolti come succede ai migranti che dall’accampamento di San Giovanni sono finiti in via Regina Teodolinda e neppure nel campo governativo hanno trovato quella civiltà dei diritti umani, dell’accoglienza, della legalità che talora in un impeto di ottimismo definiamo caratteristica fondante dell’Europa. Il nostro numero 553 parla di questo e dei tentativi di dare alla città memoria e futuro civile. È indubbiamente difficile.

La prossima Como : il sogno… e la realtà

luca-micheliniMolte le persone intervenute all’incontro indetto da ecoinformazioni la sera di giovedì 11 novembre alla sala del Cna, La prossima Como – il sogno, introdotto da Fabio Cani, co-direttore della testata. A ognuno dei relatori e delle relatrici sono stati lasciati circa cinque minuti per esporre le proprie considerazioni sull’impatto dell’amministrazione uscente e le proprie aspettative sul futuro di questa città, intesa come urbs – cioè nella sua dimensione spaziale – e anche, soprattutto, come civitas, ossia come comunità al contempo  aggregata e pluriversale: una distinzione concettuale che Cani, citando le Etimologie di Isidoro da Siviglia, ha voluto sottolineare.

Numerosi gli interventi, preceduti (oltre che dal breve video introduttivo Bread and Roses, un omaggio al cinema di Ken Loach e alla solidarietà mostrata dalla popolazione comasca nei mesi estivi), dall’introduzione di Cani,  imperniata su sette punti fondamentali: la complessità irriducibile del concetto di città, a cui abbiamo già accennato, i fallimentari – e talvolta decisamente visionari – piani urbanistici del passato, l’impossibilità di pianificare e applicare un modello di città alla di per sé multiforme dimensione urbana, l’irrealizzabile (e inauspicabile) “brandizzazione” di Como verso un modello “monodimensionale”, nella fattispecie turistico, quando è ovvio che una città non è fatta (solo) dei turisti che la visitano; l’apertura della città verso la realtà circostante (ed esterna), a scongiurare l’auto-percezione di una “città-fortezza” che protegge dal resto del mondo senza interagirvi; l’inarrestabile fenomeno dell’invecchiamento (più in generale, della ulteriore diversificazione)  della popolazione urbana, che altrove in Europa ha già portato a una riconsiderazione degli spazi cittadini: un processo che in Italia, o perlomeno a Como, sembra faticare ad avviarsi. Infine, in considerazione della sempre minor distanza spazio-temporale che ci separa dalla “prossima Como”, Cani rimarca la necessità di concentrarsi sul processo, piuttosto che sul risultato finale. La stessa complessità di una dimensione cittadina rende impossibile applicare qualsiasi piano alla lettera, senza aspettarsi sviluppi almeno in parte imprevisti.

Anche Alberto Bracchi, architetto, ha presentato in sette punti le proprie idee relative all’innovazione urbana che potrebbe, e dovrebbe, interessare Como nel prossimo futuro. Processi di rimodernamento dovrebbero riattivare la città intesa, appunto, come organismo complesso. Visto il fallimento delle grandi opere urbanistiche, appare preferibile orientarsi su piccoli progetti diffusi, utili e concretamente realizzabili (opinione condivisa da Gianluigi Fammartino di Paco, anch’egli architetto, che sottolinea come una buona amministrazione urbana si riconosca dalla capacità di rendere utile ciò che ha già ha disposizione), attenti all’ambiente e alle risorse che esso offre, nel rispetto della poliedricità intrinseca della dimensione cittadina (che, peraltro, è in grado di accogliere innovazioni in scala ridotta). La realizzazione di tali “micro-opere” dovrebbe, secondo Bracchi, ricorrere alla sperimentazione, intesa come banco di prova della loro fattibilità e fruibilità e come “antidoto” a quelle che l’architetto definisce “esplosioni di scontentezza”, provenienti o da grandi opere rivelatesi controproducenti, o da opere riuscite, ma essenzialmente superflue, o percepite come tali. Esempi “positivi” potrebbero essere la riqualificazione del cineteatro Politeama, una valorizzazione dello spazio Gloria che è penalizzato da una situazione periferica lungo una via dal traffico piuttosto intenso, o ancora la realizzazione di una stazione unica a Camerlata. Per attuare questi piccoli interventi, certo, è necessario rilanciare la dimensione del dialogo tra l’amministrazione e la cittadinanza: un aspetto essenziale su cui, forse, non si è sufficientemente insistito nel corso degli ultimi quattro anni.

In effetti, nel corso dell’incontro, diverse persone hanno denunciato, in varie declinazioni, un diffuso senso di esclusione che colpisce soprattutto le aree periferiche, con particolare incidenza su alcune categorie sociali. Gli studenti, rappresentati la sera di venerdì da Lorenzo Baldino, sono un esempio: il ponte recentemente realizzato all’incrocio tra via Badone e via Pasquale Paoli, non sembra soddisfare una reale necessità, tanto più che è stato realizzato senza un precedente confronto con i diretti interessati; spostandoci dal particolare al generale, Como appare carente in termini di welfare studentesco: i trasporti sono scarsi, la tessera “Io Studio” offre in pratica scarsi vantaggi, la specificità degli studenti è complessivamente tenuta in scarsa considerazione. Tutto questo non aiuta a tamponare il tasso di abbandono precoce dell’istruzione scolastica (17,33%), un record negativo in Lombardia, conclude Baldino. Ida Sala (Como dal Basso) mette in luce un’analoga situazione di esclusione per quanto riguarda le persone con disabilità, alle quali (ancora troppo spesso) sono negati l’accesso e la fruibilità di spazi aperti al pubblico, come nel caso del multisala (per non ripetere l’esempio del ponte di Rebbio). Soluzioni o situazioni ghettizzanti nei confronti di persone con disabilità fisiche o mentali non devono e non possono essere ammissibili, e devono essere superate dove, ad oggi, sussistono. Questo imperativo diventa ancora più pressante tenendo in considerazione il rapido invecchiamento della popolazione cittadina, non soltanto a Como, come ha affermato, dati Oms alla mano, Manuela Serrentino: o si interviene tempestivamente per rendere lo spazio urbano più accessibile, o questo si rivelerà gravemente inadeguato in un futuro non molto lontano. Due giorni dopo l’elezione di Donald J. Trump negli Stati Uniti (certo non il primo populista eletto negli ultimi anni, e probabilmente non l’ultimo), i rischi politici di un’emarginazione diffusa appaiono evidenti, come ha constatato Enzo d’Antuono (Arci): bisogna prevenire o contrastare lo scontento che spinge gli “esclusi” a votare “con la pancia”, spesso in modo miope.
E gli “invisibili” a Como sono tanti, hanno osservato Luca Michelini e Manuel Tavares Azevedo. Troppi, per rimanere tali, riapparire nei momenti di maggior criticità ed essere, erroneamente, identificati come “fonte di problemi”. Il picco di migrazioni che ha interessato la nostra città nell’estate 2016 non ha introdotto a Como la questione migratoria, che esisteva da tempo: semmai, ha contribuito a svelare una prolungata negligenza nei confronti di essa. Una débacle non indifferente che, nonostante la buona volontà e i concreti risultati delle centinaia di persone intervenute a sostegno dei e delle migranti, tradisce la persistente resistenza verso il confronto, il dialogo e l’inclusione. Pessimista Bruno Saladino, che fa riferimento alla frustrazione accumulata intorno alla questione delle paratie e a una difficoltosa, insufficiente interazione tra la giunta e la cittadinanza. Una condizione già esistente nel 2012, beninteso, ma che l’amministrazione Lucini non ha saputo cambiare di segno.

Bruno Magatti, assessore alle politiche sociali e all’ambiente, ammette la disparità che sussiste tra la domanda e l’offerta di welfare a Como. Tuttavia, non solo di amministratori è fatta una città, ma anche di strutture pubbliche (da riadattare) e capitale umano (da valorizzare). C’è molto su cui è ancora necessario intervenire, e intervenire in modo puntuale, in particolare sul fronte lavorativo. Allo stato delle cose, però, i mezzi appaiono limitati, messi alla prova da poche, impegnative sfide.
L’uscente amministrazione Lucini, è pur vero, ha registrato anche alcuni importanti successi: pensiamo per esempio al settore ambientale. La giunta uscente ha introdotto importanti innovazioni in tal senso, quali l’ampiamento della Ztl, la messa a disposizione di un servizio di bikesharing e, soprattutto, l’introduzione della raccolta differenziata in città nel 2014. Partendo da un 78° posto  tra le città italiane più attente all’ambiente, Como ha guadagnato nel 2015 la quarantacinquesima posizione in classifica, riporta Chiara Bedetti, a capo del presidio Legambiente Angelo Vassallo, facendo riferimento al rapporto ecosistema urbano emanato da Legambiente lo scorso anno. Un progresso significativo, afferma Bedetti, che evidenzia tuttavia la necessità di investire maggiormente sui trasporti pubblici, ancora poco o per niente vantaggiosi per chi abita in quartieri periferici come Sagnino e, in mancanza di autobus, si trova di fatto costretto a fare affidamento sull’auto per raggiungere Como in serata. «Nella loro “inconsistenza”, i sogni mettono tutti d’accordo», osserva Bedetti, «ben più difficile è parlare di ambiente in modo concreto». Se Como intende raggiungere un punteggio ancora migliore, pertanto, bisognerà prefiggersi obiettivi raggiungibili in pratica, e non soltanto in teoria.

Concordi nella sostanza con Bedetti, Riccardo Gagliardi e Stefano Martinelli differiscono però nell’approccio, molto più propenso all’immaginario e al “sogno”, verso la Como del prossimo futuro.
Secondo Gagliardi, che ha paragonato la realtà urbana di Como a quelle “analoghe” di Verbania e Lugano, le idee non sono meno importanti delle risorse materiali e finanziarie nel portare avanti un progetto e, da questo punto di vista, Como ha mostrato segnali incoraggianti e innovativi. Si potrebbe addirittura pensare, azzarda Gagliardi, di traslare il modello della “grande Lugano” al territorio di Como e limitrofi; per farlo, però, si ripresenta la necessità di potenziare i servizi pubblici di una città che non si esaurisce nello spazio della città murata. L’obiettivo è ambizioso ma, secondo Gagliardi, più ancora che il raggiungimento degli obiettivi conta la tensione verso di essi. Dello stesso parere Martinelli, che ha ricordato l’importanza dei sogni propriamente detti, anche quelli dei bambini, che non conoscono le barriere del materiale e del razionale, re-insegnando agli adulti a guardare oltre e a riacquistare la speranza nel futuro.

Ultimo ma non ultimo l’intervento (video) di Francesco Vignarca, coordinatore della Rete nazionale per il disarmo. Secondo lui, una città non può limitare la propria azione entro i confini municipali: bisogna guardare oltre, come fece a suo tempo Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, invitando i primi cittadini di grandi e importanti metropoli a dialogare per la pace internazionale. Le città sono contemporaneamente attrici e destinatarie della guerra o della pace: un esempio calzante ne è la situazione dei migranti che ha coinvolto “frontalmente” Como, anche in conseguenza di una risposta politica (non solo locale, non solo italiana) polarizzata sull’aspetto della sicurezza. Una scelta che non penalizza soltanto il settore dell’accoglienza in senso stretto, ma anche il welfare in senso lato, nel momento in cui le risorse economiche vengono canalizzate verso le spese militari. La città di Como non è rimasta chiusa in se stessa, e può davvero giocare un ruolo decisivo nel cambiamento, non soltanto (ma anche) in termini di amministrazione locale. L’augurio con cui Vignarca ha concluso il ciclo di interventi di venerdì è quello che la futura amministrazione comasca non sottovaluti il ruolo che questa città può rivestire, attivamente, nello scenario internazionale. [Alida Franchi, ecoinformazioni]

Guarda i video di tutti gli interventi

ecoinformazioni 552

552Anticipiamo dal numero 552 del settimanale ecoinformazioni l’editoriale Il riformismo non ha più appeal di Gianpaolo Rosso che non tenta un’analisi della tragedia elettorale americana limitandosi a considerazioni precedenti a essa che forse l’esito elettorale rende più attuali.   (altro…)

ecoinformazioni 551

ecoset-551-cover1Dopo la pausa estiva e il periodo dell’emergenza umanitaria a Como San Giovanni che ha richiesto alla nostra redazione un impegno straordinario per i diritti dei migranti riprendiamo con il numero 551 del nostro settimanale la normale periodicità. Buona lettura.

ecoinformazioni 549/ 258 pagine di Bella Como

549La nostra parte. Nell’estate dei migranti di Como, ecoinformazioni si è posta dalla parte dei diritti. Lo ha fatto grazie alla collaborazione di
tante e tanti redattori, redattrici, fotografi/e, video operatori/ trici e a moltissimi collaboratori e collaboratrici che hanno permesso alla nostra minuscola impresa giornalistica di essere sulla notizia (quasi) sempre e di raccontarla, come ci piace, prima di tutti, da dentro, partecipando a ciò che accade e offrendo in molti casi anche diversi punti di vista degli stessi fatti.

In questo voluminoso numero speciale abbiamo raccolto dalle nostre edizioni ciò che ci sembra utile a tessere un racconto. Il nostro racconto. La nostra parte di attivismo solidale. Il nostro contributo all’assemblea cittadina del 29 settembre. Sfoglia on line il 549 del settimanale ecoinformazioni.

ecoinformazioni on air/ La luna di miele è finita

logo ecopopIl servizio di Gianpaolo Rosso in onda il 3 ottobre alle 19,15 su Radio Popolare. Ascoltalo nel  sito di Radio Popolare nelle pagine di Metroregione. Al campo governativo gestito da Cri e Caritas l’elasticità della prima settimana si è trasformata in rigida applicazione di un regolamento che è segreto. (altro…)

ecoinformazioni on air/ Il Consiglio delle scorrettezze

mano-migrantiwelcome-grIl servizio di Gianpaolo Rosso in onda il 27 settembre alle 19,15 su Radio Popolare. Ascoltalo nel  sito di Radio Popolare nelle pagine di MetroregioneIl Consiglio comunale aperto di Como sull’emergenza migranti ha offerto un ampio campionario di scorrettezze. Il 19 settembre la prima seduta è stata dedicata alle domande che i consiglieri hanno fatto ai responsabili del Campo governativo, senza avere però sostanzialmente risposte. La fine ieri sera con gli interventi dei consiglieri e preliminarmente la presa di posizione di Como senza frontiere alla quale però non è stato concesso dal presidente del Consiglio di intervenire direttamente. La rete ha affidato alla consigliera di Paco-Sel la lettura di un comunicato. (altro…)