25 aprile per il diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità

Un 25 aprile per i diritti. Lo propone il Comitato lombardo per la Vita Indipendente delle persone con disabilità con la presenza in via Cesare Cantù (vicino a Porta Torre) dalle 10,30 alle 18 volta a raccogliere firme per sollecitare la discussione in Parlamento della proposta di legge n. 1978 denominata  Disposizioni per il finanziamento di progetti di assistenza personale autogestita in favore delle persone con disabilità grave.  In una nota che riportiamo integralmente le ragioni della manifestazione.

«Quello che il movimento per la Vita Indipendente delle persone con disabilità italiano chiede sia discusso e accettato è il “diritto perfetto” delle persone con disabilità grave a disporre della propria vita con le stesse opportunità e gli stessi rischi dei propri simili: sia della vita spicciola e quotidiana sia della vita progettuale.

Negli ultimi decenni sono state sperimentate con successo in alcune parti del globo (Italia compresa) forme di finanziamento che evitano passaggi “dimagranti” attraverso enti e/o gruppi economici che tolgono carne e spirito allo scopo iniziale: i soldi consegnati nelle mani dei fruitori finali hanno permesso un miglioramento esaltante della qualità della vita di tanti “poverini” altrimenti destinati ad aspettare e accettare servizi alla persona improntati alla sopravvivenza vegetativa e alla condizione di inferiorità.

La proposta di legge che giace da qualche mese in Parlamento tende a ridare vigore alla legge che dal 1998 aveva introdotto in Italia questa “nuova via” e che negli ultimi anni è stata progressivamente svuotata di forza da prassi e provvedimenti decisamente non oculati.

La scelta di associare la raccolta di firme ai festeggiamenti del 25 aprile non è casuale, ha lo scopo di ricordare, di riportare ai cuori e alle menti degli italiani d’oggi le tristi corrispondenze tra alcune moderne tendenze e il nefasto ventennio che precedette la Liberazione da fascismo e nazismo.

Lo smantellamento progressivo delle conquiste sociali a cui assistiamo da diversi anni in Italia è sostenuto anche oggi da grandi sforzi mediatici e da vecchi poteri con nuove travestimenti.

Serve ricordare il programma nazionalsocialista di eugenetica “Aktion T4” che prevedeva la soppressione o la sterilizzazione di persone affette da malattie genetiche, inguaribili, o da più o meno gravi malformazioni fisiche. Esso non era motivato dal desiderio di liberarle dalla sofferenza (molte delle persone coinvolte non soffrivano della loro condizione di disabilità): venne portato a termine nell’ottica eugenetica e di «igiene razziale» allora imperanti in Germania.
Mirava inoltre a diminuire le spese statali nella cura di pazienti affetti da disabilità nel momento in cui le priorità economiche erano rivolte al riarmo della Germania.

Oggi parliamo di questi aspetti riguardo alle persone con disabilità, ma il parallelo che potremmo fare con altri tipi di diversità sociale non è né difficile né nuovo (sessualità vissuta e concepita in altri modi, appartenenza ad “altre culture”, contrarietà all’esercizio del potere sui propri simili).

Il 25 aprile, nonostante gli sforzi profusi per annebbiarne la memoria, rappresenta per molti di noi una occasione di riflessione su quanto abbiamo fatto od omesso di fare, nei 365 giorni precedenti, per la pacifica e vivifica convivenza tra le genti».

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