Consiglio comunale di Como: ci sono le linee di indirizzo

Solo alla una di notte Palazzo Cernezzi ha approvato il nuovo travagliato Regolamento per le nomine nelle partecipate

Contro l’ingente spiegamento di polizia per un rastrellamento nell’area ex Rasa si è schierato Luigi Nessi, Paco-Sel, nelle preliminari al Consiglio comunale di Como di lunedì 25 giugno, «sono state trovate 17 persone quasi tute con il permesso di soggiorno», bisognerebbe invece per il consigliere investire nell’integrazione. Guido Rovi, Pd, ha invece chiesto ai colleghi consiglieri di lavorare in uno spirito costruttivo e senza cavillosità per la città «che deve trovare una nuova vocazione e non essere solo il dormitorio di Milano». Gli ha risposto Laura Bordoli, Pdl, «noi sulla delibera sulle partecipate avevamo chiesto il passaggio nelle Commissioni, non abbiamo fatto ostruzionismo per niente, penso che tutti lo abbiano colto». In difesa dell’operato della maggioranza è intervenuto Andrea Luppi, Pd, che ha corretto le cifre apparse sui giornali per i costi delle sedute utilizzate per approvare la prima delibera dell’Amministrazione, «10mila euro per due sedute è un dato calcolato per il vecchio Consiglio, con più componenti, ora si dovrebbe almeno parlare del 20 per cento in meno». Il consigliere democratico ha anche voluto sottolineare l’intenzione della nuova maggioranza di passare alle brocche dell’acqua al posto delle bottigliette per fare ulteriori piccoli risparmi e ha attaccato frontalmente la capogruppo del Pdl Bordoli in riferimento alle spese sostenute per la campagna elettorale, «nel rendiconto non ci sono spese per la stampa dei manifesti!?!».

Marco Butti, Pdl, è tornato a chiedere una soluzione per il passaggio dei mezzi pubblici in piazza Cavour, che creano situazioni di pericolo per i passanti e disagio agli esercenti, un intervento di pulizia straordinaria per un tratto di prato comunale, retrostante la farmacia di Tavernola, e un apprezzamento al sindaco per la comunicazione sulle paratie della seduta precedente: «Anche se ho ravvisato alcune difformità con quanto pubblicato dalla stampa».

«Propongo che Como dia la cittadinanza onoraria al Dalai Lama – ha dichiarato Sergio Gaddi, Forza cambia Como, dopo il diniego dell’Amministrazione meneghina – un provvedimento consono anche perché Como è città messaggera di Pace». Sulle valvole di calore ha chiesto una proroga, un’opportunità già negata dal Comune, Alessandro Rapinese, Adesso Como: «In Piemonte c’è stato un preavviso di 5 anni e una proroga di 3, non solo 1!». Per ultimo Luca Ceruti, M5S, ha chiesto ai colleghi di comprarsi un computer portatile per i lavori consiliari utilizzando i gettoni di presenza.

Nomine nelle partecipate

Insediatisi l’assemblea, dopo un minuto di silenzio per il carabiniere morto in Afganistan, la discussione è ripresa da dove si era interrotta nella seduta precedente.

Il presidente Franco Fragolino ha precisato che, consultatosi con gli uffici, il subemendamento 2 di opposizione all’emendamento 1 di maggioranza, già presentato da Bordoli e su cui era già stata aperta la discussione nella seduta precedente, avrebbe dovuto essere accolto dai proponenti l’emendamento e per gli stessi il capogruppo del Pd Stefano Legnani ha dato parere negativo facendolo quindi decadere.

La discussione è passata perciò sul subemendamento 3, di maggioranza, all’emendamento 1, «volevamo accogliere i suggerimenti per rendere il testo più leggibile» ha detto Legnani, affermando anche che con questa modifica si rendono più circoscritte le informative, date solo al sindaco, per quanto riguarda gli indirizzi economici delle aziende partecipate quotate in borsa.

Sprezzante il giudizio di Rapinese: «Questa delibera è una porcheria sintomo di incapacità, lei sindaco non l’ha nemmeno letta, si è fidato dell’assessore e se l’ha letta è ancora più grave». Il consigliere ha anche prospettato nel corso della seduta la possibilità di una mozione di sfiducia all’assessore competente Marcello Iantorno.

«Questa delibera sta in piedi con pareri tecnici circostanziati, che sostanzialmente la correggono» ha aggiunto Butti, mentre il capogruppo della Lega Alberto Mascetti ha chiesto nuovamente di ritirarla e mandarla nelle Commissioni, sostenuto dagli interventi di Bordoli e Enrico Cenetiempo, Pdl. Per chiarire il risultato finale nel frattempo gli uffici si sono messi all’opera per approntare un testo unico fra emendamento e subemendamenti per capire l’eventuale risultato finale delle votazioni, un elaborato letto poi all’Assemblea dal presidente Fragolino. Al voto del subemendamento, compatta la maggioranza per il sì, Pdl, Lega e Forza cambia Como hanno abbandonato l’aula, mentre le restanti opposizioni hanno votato in maniera contraria. Quasi lo stesso risultato al voto sull’emendamento sub emendato unica differenza l’astensione del Movimento 5 Stelle.

Dopo la votazione è però scoppiata un’altra polemica sulla votazione per punti dell’emendamento, che era stata prospettata nella seduta precedente, ma poi non attuata. «Non è stata fatta una richiesta formale e quando si è andati al voto nessuno ha eccepito, si è trattato di acquiescenza» ha replicato alle minoranze il segretario generale Nunzio Fabiano, «in futuro staremo più attenti è una questione di democrazia» ha detto Cenetiempo, mentre Fragolino ha riconosciuto che nella volta precedente era stato detto che si sarebbe fatto così, ma che nella seduta in corso .

Il Consiglio ha quindi affrontato gli altri emendamenti alla delibera. Bocciati quelli di Adesso Como, presentati da Ada Mantovani, per tenere in maggior conto le professionalità giuridiche e amministrative, per non ammettere i non eletti nelle partecipate per cinque anni dalla loro non elezioni negli organi amministrativi. Bocciata anche la proposta di Butti di una modifica delle tempistiche per le nomine, così come una proposta di Bordoli sui possibili rinnovi degli incarichi. Non è stata approvata neanche la proposta del Movimento 5 stelle per introdurre la revoca dei nominati con una raccolta di almeno mille firme fra i cittadini (solo Ceruti ha votato a favore, la maggioranza contro e le minoranze si sono astenute). Bocciate anche le proposte della Lega sulla mancanza di limiti nei rinnovi degli incarichi che avevano avuto anche un parere contrario a parte degli uffici.

Non è stata poi accolta la proposta di Cenetiempo per allargare la pubblicità degli atti a tutti i quotidiani locali e non solo «al maggiore” così come prospettato nella delibera.

Approvata invece la proposta di Rapinese di pubblicazione in Internet dei curricula dei candidati ai posti nelle partecipate con alcuni problemi procedurali, il subemendamento all’emendamento che il capogruppo di Adesso Como aveva detto a voce, non è stato messo ai voti subito, e con una procedura un po’ strana è stato affrontato solo successivamente tornando a rivotare l’emendamento così come modificato.

Sono passate poi la proposta per un miglioramento di stile di Mantovani, oltre alla necessità di una comunicazione del sindaco al Consiglio sulle nomine e delle precisazioni su chi escludere dagli incarichi fra gli esponenti del mondo politico, così come gli emendamenti di Mario Molteni, Per Como, per la creazione di una banca dati sul portale del Comune con cv, emolumenti e incarichi dei nominati dal sindaco e la pubblicazione anche dello stato patrimoniale.

Dopo l’approvazione del prosieguo dei lavori ad oltranza, voluto dalla maggioranza, un altro problema procedurale è sorto sulla richiesta di un intervento per fatto personale voluto da Rapinese, chiamato in causa da un intervento di Legnani. Fragolino non ha ritenuto che sussistesse effettivamente un motivo per l’intervento. Il capogruppo di Adesso Como ha abbandonato l’aula per protesta per poi rientrare quando Mantovani e Molteni hanno chiesto di ritornare sulla decisione presa. Infatti a Rapinese è stata poi concessa la parola e ha stigmatizzando la discriminazione nei suoi confronti, per il mancato rispetto del Regolamento che prevede la votazione da parte dell’Assemblea sulla possibilità o meno di concedere la parola all’interessato.

Una nota di colore che ha sciolto un po’ la tensione, lasciando però perplessi i più, c’è stata quando il consigliere Filippo Bianchi, Como civica, ha preso la parola, verso la mezzanotte e mezza, affermando: «Chiedo di andare avanti perché domani devo andare a lavorare in Svizzera!». Un’affermazione che ha lasciato nel silenzio la maggioranza e scatenato le minoranze da dove le espressioni più gentile sono state «Perché noi non lavoriamo?» e «ma cosa sei venuto a fare in Consiglio?» oltre a «Perché hai votato l’oltranza?».

Al voto finale, poco dopo la una di notte, sono usciti dall’aula Lega, «un Regolamento assolutamente sbagliato» ha dichiarato Mascetti, e Pdl, «è un testo poco chiaro e/o poco condiviso dalla maggioranza stessa» ha detto Bordoli, mentre si sono astenute Per Como e Adesso Como, «anche se un documento del genere è da sprovveduti» ha affermato Rapinese mandando in escandescenze l’assessore Iantorno, e con 19 voti la maggioranza lo ha approvato (la delibera, gli emendamenti, il subemendamento). [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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