Iniziate a Inverigo le giornate della memoria

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Hanno preso avvio il 19 gennaio a Inverigo le iniziative per celebrare il giorno della memoria.

L’assessorato alla Cultura e la Commissione Biblioteca hanno organizzato per questa occasione un doppio appuntamento con due artisti, Natalya Chesnova e Nicola Portonato, che hanno allestito nella Biblioteca civica la mostra “arte e satira tra resistenza e cronaca di guerra”, con vignette satiriche di giornalisti russi nell’epoca bellica, e a seguire un suggestivo concerto-dialogo per fisarmonica, chitarra e voce.

L’introduzione della parte musicale, che ha visto la partecipazione di oltre 50 persone, è stata dell’assessora alla Cultura Alessandra Trevisani, che brevemente ha saputo illustrare il senso della serata, quello di celebrare la memoria senza retorica o ritualità, ma calandola nel quotidiano; molto opportuno allora è apparso il richiamo a tutti non solo a ricordare ma a adottare nella quotidianità le pratiche e i comportamenti corretti, in particolare da parte di chi riveste cariche istituzionali; il richiamo a evitare parole di odio, perché come suggerito dalla cornice della serata, le migliaia di libri presenti in quel regno della parola che è la biblioteca, “le parole diventano pensieri e i pensieri diventano azioni”.

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Si è poi passati alla musica, anche qui senza alcuna retorica, alternando canzoni in Yiddish, Russo, Francese, Italiano, in una sorta di viaggio ideale attraverso luoghi importanti in Europa per la cultura ebraica (Odessa, Vilnius), ma anche per la cultura Rom; canzoni vivaci e malinconiche, d’amore, ballate; via via si è virato più sul tema della giornata, con canzoni e soprattutto brevi monologhi su episodi legati ai campi di sterminio; racconti, citazioni storiche, aneddoti; e poi l’ovvia domanda, “come è potuto accadere tutto questo”? E l’analisi dei due artisti, lineare ma pungente: l’olocausto, che è stato in maniera preponderante degli ebrei, ma pure di rom, omosessuali, oppositori, disabili, minoranze in genere, è stato in fondo il culmine di pensieri ed azioni ben presenti già prima ma anche dopo la seconda guerra mondiale: lo sterminio dei nativi americani, il genocidio culturale ma anche materiale degli Inuit in Canada, il colonialismo; pensieri apparentemente anche meno nocivi ma che rischiano di costituire il retroterra per lo sviluppo di fenomeni aberranti di quel genere, e che sono arrivati fino ai giorni nostri: il considerare l’omosessualità una deviazione, il ritenere la donna un essere tutto sommato inferiore, il considerare differenze essenzialmente culturali, quelle tra etnìe, alla stregua di confini tra razze diverse; il ritenere che alcune categorie di persone possano essere trattate alla stregua di pacchi postali, quindi “smistati” per quote in un paese piuttosto che in un altro, e qui il riferimento al penoso dibattito sull’immigrazione non è affatto casuale.

Insomma, una serata piacevole dal punto di vista artistico, e tutt’altro che scontata, dove con la massima naturalezza ci è stato spiegato perché il giorno della Memoria non è semplicemente il ricordare un passato lontano, ma l’analizzare come e perché quel passato, anche in forme diverse, rischi di non abbandonarci mai.

In chiusura, una menzione al prossimo appuntamento Inverighese sul tema, venerdì 25 gennaio sempre in Biblioteca, con Ivano Gobbato che presenta L’Amico Ritrovato, di Fred Uhlman.

Vale la pena ricordare anche i due appuntamenti previsti nella vicina Lurago d’Erba presso la sala consiliare, nelle due successive serate: il 26 gennaio “Lettere da Varsavia 1938-1942”, corrispondenza epistolare tra una famiglia del ghetto di Varsavia e una loro parente a Milano, e il 27 gennaio “Brava Gente”, spettacolo a cura del Teatro d’Acqua Dolce. [federico brugnani, ecoinformazioni]

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