Donne

25 novembre/ Non ci fermeremo

«Siamo le stesse che lo scorso 8 marzo, in rete con “Nonunadimeno”, hanno realizzato a Como una “passeggiata per i diritti e contro la violenza maschile sulle donne” attraversando luoghi simbolici della città per affermare il desiderio di essere libere, consapevoli e determinate. A seguito di quella data abbiamo continuato a ritrovarci, finalizzando i nostri incontri al rafforzamento delle nostre relazioni e all’organizzazione di iniziative comuni.

Il prossimo 25 novembre, infatti, ci troveremo di nuovo, a Como, per lanciare un messaggio chiaro: non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme.

Non ci fermeremo di fronte agli stupri e femminicidi quotidiani. Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza sui social media e dei giornali, che ci colpevolizzano o vittimizzano silenziandoci.

Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza del razzismo istituzionale e dei confini, finché gli stupri saranno strumentalizzati per giustificare il razzismo in nome delle donne. Non ci fermeremo finché non saranno abolite le misure istituzionali che di fatto espongono le donne migranti a quotidiane violenze nei campi profughi e che aggrediscono migranti, prostitute e donne trans in nome di un inaccettabile “decoro”.

Anche il prossimo 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, occuperemo gli spazi pubblici per affermare la determinazione delle nostre rivendicazioni: la forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, Anche Io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme.

Saremo nelle strade a lottare per la nostra autonomia

Il programma del prossimo 25 novembre ci vedrà presenti

  •  a partire dalle ore 10.30 con la lettura di un brano su due autobus cittadini, il tutto per il tempo di una fermata (salita in Piazza Vittoria, discesa a San Bartolomeo e ritorno e, in direzione opposta, salita in via Battisti e discesa in Piazza del Popolo e ritorno);
  • dalle ore 11.30 è invece previsto un flash mob davanti a Porta Torre con replica  alle ore 12.00 all’interno di Porta Torre, esattamente all’uscita delle e degli studenti del Liceo Volta.

Infine dalle ore 12.30 circa verrà effettuata la lettura di alcuni brevi testi alle 4 fermate dei bus presenti nella zona di Porta Torre».

25 novembre/ Run in red. Cgil in marcia contro la violenza sulle donne

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Anche quest’anno, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – sabato 25 novembre -, Cgil organizza a Como Run in red – #iodecidodivincerla, corsa-camminata che comincerà alle 15 in piazza Verdi, davanti al Teatro sociale (dove seguirà immediatamente la marcia per i nuovi desaparecidos organizzata dalla rete Como senza frontiere) per arrivare fino all’imbarco di Tavernola e fare ritorno al punto di partenza.

Tutte e tutti invitati a partecipare, come sempre, perché la violenza di genere è una questione che interessa donne e uomini, di ogni età e vissuto personale. Ogni giorno, perché essa si verifica quotidianamente, nella dimensione pubblica/formale e in quella privata. Insieme, perché un fenomeno di tale portata può essere radicato solo con un paziente, inarrestabile percorso di riflessione e di azione collettiva.

[AF, ecoinformazioni]

25 novembre/ Una luce nel buio – Las Mariposas

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne,  sabato 25 novembre 2017, alle 19.30, avanti al Liceo Volta, a Como, si terrà una fiaccolata cui parteciperanno anche le donne del Pd comasco. La manifestazione si intitola Una luce nel buio – Las Mariposas, in ricordo delle sorelle Mirabal, le giovani donne barbaramente uccise nella Repubblica Dominicana dal regime Trujillo nel 1960.

In caso di pioggia la manifestazione sarà sospesa.

Contro la violenza sulle donne nessuna incertezza/ L’adesione dell’Arci alla manifestazione del 25 novembre

La Presidenza nazionale dell’Arci aderisce alla manifestazione nazionale del 25 novembre indetta da Nonunadimeno a Roma (partenza piazza della Repubblica, ore 14) in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne.

La manifestazione di quest’anno mette al centro la risposta delle donne agli stupri e ai femminicidi quotidiani, alla violenza sessista nei posti di lavoro, alle molestie, alle discriminazioni e agli abusi di potere, allo sfruttamento e alla precarietà delle vite, ai ruoli di vittime o colpevoli che i giornali cuciono sui corpi delle donne e che i social media amplificano fino al razzismo istituzionale.
Saremo a quella manifestazione, organizzeremo una presenza a Roma dai territori e, nei giorni precedenti e successivi, nei territori i circoli e i Comitati Arci promuoveranno presidi, incontri e dibattiti su questo tema.
Non vogliamo più che si descriva un fatto di violenza con un ”ma”: serve che l’opinione pubblica faccia fronte comune senza se e senza ma contro ogni violenza maschile alle donne.
Per questo questa manifestazione, insieme alle tante che svolgeremo nei territori sarà anche quella delle donne che si sono riconosciute nel #MeToo – Anche io ho subito violenza per trasformarlo in #WeToogether – Noi Insieme e Unite possiamo vincerla.
Per sconfiggere la violenza sulle donne serve un cambiamento culturale radicale, ma manca anche un piano programmatico efficace, condiviso sul territorio e non a macchia di leopardo, che vada dalla formazione nelle scuole sulle tematiche di genere, al finanziamento dei centri antiviolenza, molti dei quali sono invece costretti a chiudere per la mancanza di risorse.
Sono quasi 7 milioni le donne italiane che nel corso della loro vita hanno subito una qualche forma di violenza, fisica o sessuale. Uccise da mariti, fidanzati, spasimanti…ma anche vittime di uomini violenti, spesso per futili motivi. Sono numeri che ci dicono che si tratta di un fenomeno strutturale, troppo spesso condannato solo a parole ma tollerato nei fatti.
A ciascuna delle donne uccise – una ogni tre giorni secondo i dati Istat – vogliamo dedicare il nostro ricordo, perché non vengano dimenticate. E alle tante donne violentate, maltrattate, vittime di stalking vogliamo far giungere la nostra solidarietà, anche scendendo in piazza.
Lo faremo insieme a tante altre donne, in tutto il mondo, il 25 novembre e non solo. Ogni giorno continueremo a dire il nostro basta alla violenza e a una cultura che ci colpevolizza per farci percepire come complici, per negare la nostra libertà e il nostro diritto all’autodeterminazione.

Perché la violenza maschile non ferisca e non uccida più.

[Arci Nazionale]

23 novembre / E ‘l modo ancor m’offende in scena alla scuola media di Como-Rebbio

Il comitato Soci Coop di Como con la collaborazione dell’Istituto comprensivo statale Como-Rebbio, promuove giovedì 23 novembre alle 21, uno spettacolo teatrale contro la violenza di genere.

E’l modo ancor m’offende – storie di donne offese dalla violenza di Giuliano Turone e Igor Grcko, andrà in scena nell’aula magna della scuola media di via Cuzzi a Como-Rebbio con ingresso libero. E’ prevista una replica riservata agli studenti la mattina di venerdì 24 novembre.

Aderiscono all’iniziativa Anpi provinciale di Como, associazione A. Lissi, associazione Italia Cuba, Spi-Cgil e Istituto di storia contemporanea P.A. Perretta.

19 novembre/ Oltre lo sguardo/ Elle

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Domenica 19 novembre dalle 21 alle 23, al salone dell’associazione Lissi (via Ennodio 10), sarà proiettato Elle (2016, 130′)di Paul Verhoeven, adattamento cinematografico del romanzo di Philippe Djian Oh (2012), presentato al Festival di Cannes 2016 e candidato all’Oscar 2017 alla miglior attrice protagonista per l’interpretazione di Isabelle Huppert.

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14 e 28 ottobre / Oltre lo sguardo / “Essere donna”

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Essere Donna è il tema scelto per la rassegna cinematografica di Oltre lo sguardo per il mese di ottobre 2017. Due appuntamenti previsti alla sede di Enfapi a Lurate Caccivio (largo Caduti per la pace, 2), nelle date di sabato 14 e sabato 28 ottobre, alle 21. 

Sabato 14: Il diritto di contare di Theodore Melfi (Hidden Figures, USA, 2016, 127′)
L’incredibile storia mai raccontata di Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary
Jackson, tre brillanti donne afroamericane che – alla NASA – lavorarono ad una delle più
grandi operazioni della storia: la spedizione in orbita dell’astronauta John Glenn, un obbiettivo importante che non solo riportò fiducia nella nazione, ma che ribaltò la Corsa
allo Spazio, galvanizzando il mondo intero.
Relatrice: Sara Introzzi, mediatrice familiare.

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Sabato 28: La pazza gioia di Paolo Virzì (Italia, 2015,
Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo
dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, classificate come socialmente pericolose. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.
Relatrice: Antonella Mundo, arteterapeuta.

Ingresso: adulti 5 euro con tessera valida per l’intera rassegna e acquistabile direttamente prima di ogni incontro. Gratuito per i ragazzi fino ai 16 anni.

La rassegna è organizzata dal Coordinamento comasco per la Pace, in collaborazione con: Comune di Lurate Caccivio, Biblioteca, Associazione InTerragire, Comunità pastorale SS. Ambrogio e Carlo, Encuentro, Enfapi, Associazione Parco Ubuntu.

Dacia Maraini con gli studenti del Volta

 

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La mattina di sabato 7 ottobre nell’Aula Magna del Liceo ginnasio “Alessandro Volta”, Dacia Maraini ha incontrato gli studenti che durante lo scorso anno hanno partecipato come giurati al Premio internazionale di scrittura Città di Como. Eppure non si è parlato né del concorso né di letteratura, ma grazie alle domande dei ragazzi il dialogo ha potuto toccare alcuni nodi fondamentali dell’esperienza personale e professionale della scrittrice. (altro…)

“Riprendiamoci la libertà”: Cgil tinge di rosso piazza San Fedele contro la violenza sulle donne

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Ha avuto luogo tra le 18 e le 19 di sabato 30 settembre Riprendiamoci la libertà, iniziativa organizzata a livello nazionale (cento le piazze coinvolte) da Cgil, con il sostegno di Arci, per ribadire una volta di più la necessità di un intervento continuo e condiviso di uomini e donne contro la violenza di cui queste ultime continuano, loro malgrado, a essere vittime: per citare un dato locale, Telefono Donna Como ha registrato negli ultimi tre anni in media 260 richieste di aiuto all’anno. Le violenze non denunciate rimangono, com’è ovvio, impossibili da quantificare con esattezza.

Nelle parole di Chiara Mascetti, segretaria organizzativa della Cgil di Como, intento primo della manifestazione era e rimane “denunciare le modalità comunicative con cui viene affrontato il tema della violenza femminile” . Questa infatti, che rimane un fenomeno addirittura endemico nella società italiana (non solo, ma anche), sembra ad oggi non aver ancora trovato un’adeguata copertura mediatica, in senso quantitativo e qualitativo.

La poesia recitata in apertura a una manifestazione segnata dal colore rosso, Donne appassionate (Cesare Pavese, 1935, testo integrale in fondo all’articolo), fa riferimento alla volontà di alcune donne di esporre il proprio corpo e la propria persona in piena libertà. Libertà che, nella realtà dei fatti, resta negata, o quantomeno manipolata in chiave voyeuristica e commerciale; libertà che, come suggerisce il titolo stesso dell’iniziativa, è giunto il momento di riprendersi, come donne, e di restituire alle stesse, da parte degli uomini o di chiunque la violi; perché, è opportuno ricordare, anche le donne (alcune donne) esercitano talvolta comportamenti misogini.

La violenza per, alle, sulle, tra le donne va innanzitutto riconosciuta, e poi denunciata, sempre, ed è imperativo creare condizioni affinché ciò possa avvenire senza ritorsioni per le vittime; al tempo stesso, bisogna prendere le distanze da una “caccia al colpevole” che porti alla stigmatizzazione di un dato stereotipo sociale, solitamente già svantaggiato, come gli stranieri o i meno agiati; come se i maltrattamenti fossero una prerogativa di questi ultimi o, peggio ancora, un “privilegio” degli italiani, specie se economicamente stabili.

Per quanto la cronaca faccia ormai  espressa menzione di “femminicidio” per gli atti di violenza – non solo letale, non soltanto fisica – perpetrati alle donne in quanto tali, essi non sembrano registrare cali significativi nella realtà dei fatti, tutt’al più, rimangono taciuti, o imputati alla condotta delle donne stesse, inappropriatamente ritratte come “colpevoli”  di una risposta a tono, di un bicchiere di troppo, di un abbigliamento provocante; non soltanto nelle chiacchiere da bar ma anche, ed è grave, nel discorso istituzionale e nei principali canali d’informazione e comunicazione.
Come ha infatti dichiarato Mascetti: «anche l’utilizzo sbagliato delle parole è una forma di violenza». Così (tra l’altro) le restrizioni, le discriminazioni, i controlli sulla vita privata di una persona. È stata infatti contestata dallee dai manifestanti la depenalizzazione del reato di stalking, che lascia di fatto impunita una serie di comportamenti fastidiosi e irrispettosi ma, quel che è peggio, invasivi, subiti soprattutto dalla componente femminile della popolazione.
Per contrastare, punire e prevenire la violenza contro le donne, Mascetti ha invitato tutte e tutti i partecipanti a firmare l’appello di Cgil avete tolto il senso alle parole  (recitato in piazza San Fedele da Alessandra Ghirotti), ricordando la data del 25 novembre come Giornata internazionale contro la violenza femminile.

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Per quanto la partecipazione al ritrovo fosse numericamente ridotta a una cinquantina di persone (dato raggiunto o perfino superato da recenti e ben più contestabili iniziative para-politiche locali, va detto con un certo rammarico), è incoraggiante che tra queste vi fosse una consistente presenza maschile. Essendo la violenza di genere un fenomeno diffuso, trasversale e veicolato dalla cultura (o da determinate porzioni della stessa), altrettanto radicato, condiviso e culturalmente radicato dovrà essere il contrasto a essa.
[Alida Franchi, ecoinformazioni]

Guarda le foto di Alida Franchi della manifestazione
Guarda i video di Martina Toppi degli interventi di Chiara Mascetti e Alessandra Ghirotti

Donne appassionate (Cesare Pavese, 1935)

Le ragazze al crepuscolo scendono in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.

Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai copi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che i greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Cl son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei. 

 

30 settembre/ Riprendiamoci la libertà

Riprendiamoci la libertà è lo slogan scelto dalla Cgil a livello nazionale per la manifestazione organizzata  contro la violenza sulle donne, la depenalizzazione dello stalking, la narrazione con cui stupri e omicidi diventano un processo alle vittime. A Como, l’appuntamento è sabato 30 settembre, in piazza San Fedele, dalle 18 alle 20.

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