Tremezzina

11 luglio/ Tremezzina/ “Il fiore: scrigno di vita, delizia delle muse”

 

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Villa Carlotta a Tremezzina offre ai bambini e alle famiglie numerose attività educative e laboratori per trasmettere le bellezze storiche artistiche del museo, e quelle botaniche del giardino, caratterizzato dalle centinaia di specie esotiche e non. (altro…)

30 giugno/ Tremezzina/ “Chi siamo, noi gente del Lario?”

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Sabato 30 giugno alle 15 a Villa Carlotta si parla di identità del Lario a “Chi siamo, noi gente del Lario?”, iniziativa che apre una parentesi importante sulla tradizione, gli usi e la storia del territorio e che prende spunto da quanto contenuto nell’archivio Belloni-Zecchinelli.

Depositato ufficialmente a Villa Carlotta per volere della famiglia dei due coniugi ricercatori, l’archivio rappresenta un punto di partenza per ciò che concerne la storia dell’arte, l’archeologia, le tradizioni e i costumi del territorio lariano svolto per oltre 50 anni dai coniugi Mariuccia Zecchinelli e Mario Belloni.

Villa Carlotta, con il suo museo e il suo storico parco botanico, è la casa ideale di questo patrimonio da condividere, che mira ad essere un punto di partenza per la creazione di un’identità territoriale, partendo quest’anno dai materiali riguardanti la flora spontanea e le colture autoctone.

È previsto un momento di dialogo aperto a tutti a cui seguirà la passeggiata botanica alla ricerca delle erbe della flora spontanea usate in cucina e poi una dimostrazione culinaria da parte del Gruppo folcloristico Val Cavargna.

Prenotazioni 0344 40405 eventi@villacarlotta.it.

 L’Archivio Belloni-Zecchinelli

L’Archivio Belloni-Zecchinelli nasce dal confluire di due distinti archivi professionali: quello di Mariuccia Zecchinelli (1917-2011), studiosa di storia, arte e tradizioni, a lungo direttrice del Civico Museo Storico “Giuseppe Garibaldi” di Como e quello di Luigi Mario Belloni (1927-2004), studioso e scopritore di antichi resti archeologici sull’Isola Comacina e nel territorio lariano occidentale, nonché docente e ricercatore presso il Politecnico di Milano. Con il matrimonio dei due studiosi nel 1959, i due archivi professionali sono andati a costituire la base di un’unica entità archivistica che nel successivo cinquantennio si è notevolmente arricchita. Gli argomenti contenuti nell’Archivio spaziano dall’archeologia e storia dell’arte e architettura, allo studio di tradizioni, costumi a tematiche di storia militare che, supportati da ricerche storiche, archivistiche e testimonianze reali in loco, hanno portato a un’analisi multidisciplinare del territorio lariano. L’Archivio si compone di 790 fascicoli originali che nel 2007 sono stati inventariati e organizzati in cinque serie, suddivise per argomento.

 Per informazioni, orari e bigliettihttp://www.villacarlotta.it/ segreteria@villacarlotta.it

28 giugno – 8 luglio/ Tremezzina/ Lacmus

LacMus_2017_Greenway del Lago di Como_bLa seconda edizione del Festival internazionale di musica LacMus, voluto dal pianista Louis Lortie e dal direttore d’orchestra Paolo Bressan, si terrà dal 28 giugno all’8 luglio e porterà artisti di fama internazionale e giovani emergenti ad incontrarsi in quella magica striscia di terra tra acqua e cielo che è la Tremezzina, sul Lago di Como. (altro…)

2 giugno/ Tremezzina/ Humussiamo insieme

32776195_1677459722337111_1068077625425002496_o.jpgSabato 2 giugno dalle 19,30 si terrà nella Sala civica di Ossuccio (ora frazione del comune di Tremezzina, in via Andrea Castelli, nei pressi del parco giochi di Ossuccio) la tradizionale cena palestinese “Humussiamo insieme” organizzata annualmente (quella del 2018 è la settima edizione) dalla bottega Pianoterra di Menaggio, dal Coordinamento comasco per la pace e dall’associazione In viaggio, con la collaborazione della comunità palestinese della Lombardia e il patrocinio del comune di Tremezzina. (altro…)

29 aprile/ Tremezzina/ “Voci dalla deportazione”

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Domenica 29 aprile alle 18, al Teatro parrocchiale “Teresio Olivelli” di Tremezzina, località Tremezzo (via Regina 29), l’Istituto superiore “Ezio Vanoni” di Menaggio, in collaborazione con la Cooperativa sociale Azalea Onlus, invitano allo spettacolo teatrale Voci dalla deportazione, inscenato dal laboratorio di espressione artistica TeatroMemoria condotto da docenti, studenti ed ex studenti dall’Istituto “Vanoni”.   (altro…)

Tremezzina

variante-tremezzina-GallerieBarriere«Confermato e messo in sicurezza il finanziamento statale per la Variante della Tremezzina» assicurano i deputati Guerra e Braga.

 

«Con l’approvazione alla Camera della legge di conversione del decreto legge n. 185/2015 viene meno il pericolo che, a causa dell’allungarsi dei tempi della definizione delle procedure riguardanti l’approvazione definitiva del progetto, l’appalto e la cantierabilità dell’opera, possano essere revocate le risorse finanziarie per 210milioni di euro stanziate dallo Stato per la realizzazione della Variante della Tremezzina sulla statale 340 Regina – affermano i deputati comaschi del Partito democratico Mauro Guerra e Chiara Braga –. Di fatto e di diritto, ora il combinato disposto dalle norme previste dal decreto legge “sblocca Italia” e dai provvedimenti che lo hanno seguito sino a quello ora approvato, offre tempo sino al 2018 per giungere a cantierare l’opera senza perdere il finanziamento».

«Grazie a questa norma prevista dal Governo – terminano i parlamentari –, ora approvata definitivamente dal Parlamento, e che raccoglie anche le richieste e sollecitazioni che abbiamo formulato in questi mesi, vi sono quindi le condizioni per proseguire il lavoro volto a consentire di superare le criticità emerse nel percorso di condivisione ed approvazione del progetto definitivo». [md, ecoinformazioni]

Variante Tremezzina: dal Politecnico la presa di posizione di un autorevole docente per la salvaguardia del territorio

L’iter di valutazione della Variante Tremezzina è giunto ad una fase cruciale.

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A settembre si è chiusa la conferenza dei servizi in sede di VIA (Valutazione di impatto ambientale) nel corso della quale i diversi enti interessati sono stati chiamati ad esprimere le proprie valutazioni in merito al progetto. In questo ambito la Soprintendenza ha presentato un parere non favorevole sottolineando criticità e carenze dell’attuale progetto e chiedendo una sostanziale revisione per ridurre i tratti i cielo aperto e l’impatto complessivo dell’opera sul paesaggio e su alcuni significativi elementi del patrimonio culturale (la Torre del Soccorso, il Sacro Monte di Ossuccio, la parrocchiale di Bonzanigo, la Villa Maresi di Griante). Le osservazioni della Soprintendenza sono state accolte nel decreto di VIA emesso dalla Regione Lombardia che, pur esprimendo parere favorevole, ha indicato ai progettisti precise prescrizioni volte a soddisfare le richieste della Soprintendenza.

Tali indicazioni avrebbero dovuto essere recepite dal progetto in sede di una successiva conferenza dei servizi presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche che ha avuto luogo nel mese di ottobre. Tuttavia in tale occasione il progetto non è stato modificato secondo quanto richiesto anche da Regione Lombardia e la Soprintendenza ha pertanto ribadito il parere non favorevole all’attuale versione del progetto per cui il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha chiuso la conferenza dei servizi con esito negativo rinviando al Consiglio dei Ministri la possibilità di scavalcare il parere della Soprintendenza. Dalla lettura dei documenti appare evidente che il funzionario della Soprintendenza, nel pieno rispetto del ruolo a cui è chiamato l’organo di tutela, non ha espresso un parere contrario alla realizzazione della variante ma ha chiesto di rivedere l’attuale progetto per salvaguardare un paesaggio straordinariamente prezioso ma anche molto fragile. Tuttavia nei giorni scorsi sulla stampa sono apparse dichiarazioni che mettono in discussione il suo operato e il ruolo svolto dalla Soprintendenza e qualcuno è arrivato perfino a chiedere il trasferimento del funzionario ad altro incarico.

Occorre ribadire quindi, come ha fatto apertamente il prof. Stefano Della Torre professore ordinario di restauro al Politecnico di Milano in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio e ai ministri Del Rio e Franceschini, che la Soprintendenza viene chiamata ad esprimere il proprio parere nella valutazione di un progetto definitivo proprio con l’obiettivo di garantire la tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico e sarebbe opportuno pertanto spostare l’obiettivo sui limiti e sulle criticità tuttora irrisolte del progetto. [Marco Leoni per ecoinformazioni]

Per leggere la lettera clicca qui.

Tremezzina: Legambiente interviene sulla Variante

Tremezzina-08Una lettera aperta in vista della prossima Conferenza dei servizi, auspica non venga fatta una “strada veloce”.

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, e Costanza Panella, circoli Legambiente del Lario, Val d’Intelvi, Porlezza, Como, Lecco, Lario orientale, hanno scritto, lunedì 26 ottobre, una lettera aperta al sindaco del Comune di Tremezzina, Mauro Guerra, ai Comuni coinvolti dal progetto di variante stradale e al prefetto di Como, prima della Conferenza dei servizi del prossimo 29 ottobre.

«Su questa sponda di Lario non c’è né ferrovia né superstrada, e la strada storica ha i problemi che conosciamo – ammettono gli ambientalisti che però ribadiscono, al sindaco di Tremezzina –. Per noi il progetto va modificato, allineandolo alle criticità presentate dagli enti istituzionali, in particolare dalla Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici, cosa che ci pare da lei condivisa: pertanto le chiediamo di presentare e far valutare da esperti proposte migliorative che possono essere realizzate non solo senza aumentarne i costi, ma forse anche diminuendoli».

«La scelta di un profilo da ‘strada veloce’ (velocità di progetto pari a 100 km/h) produce vantaggi irrisori considerata il modesto sviluppo della variante (percorrere quel tratto stradale alla velocità di progetto significa risparmiare solo 1,5 minuti rispetto ai tempi richiesti da una normale strada extraurbana), ma in compenso aumenta sensibilmente i costi e la rigidità del progetto che, anche in ragione dei vincoli legati ad ampiezza della sagoma e raggi di curvatura, comporta maggiori impatti su un versante particolarmente acclive e paesaggisticamente sensibile qual è quello della costa lariana – prosegue lo scritto –. Ci sembra poi che si siano sottovalutate le conseguenze negative in termini di aumento di traffico indotto da una infrastruttura di maggiore capacità e velocità di progetto».

Il cambiamento maggiore, viene suggerito, potrebbe essere: «La soppressione delle corsie di arrampicamento nei tratti a cielo aperto. Ridurre la larghezza della strada, anche se a costo di dover ogni tanto rallentare perché si trova un camion che viaggia a 60 all’ora in salita (ma stiamo parlando di 10 km di strada, non dell’Autostrada del Sole!) significa non solo occupare meno spazio, ma anche avere minor aggetto sul versante, e quindi scarpate più ridotte e meno visibili, e meno materiale di scavo da trasportare. E quindi ridurre i costi, così da poter mettere soldi sulle gallerie naturali o artificiali e su opere di compensazione ambientale (come il progetto di Plis della Tremezzina)».

«Ci auguriamo che dalla Conferenza di servizi del 29 ottobre scaturiscano decisioni che tengano conto anche delle nostre osservazioni peraltro in gran parte condivise da molti cittadini e dalle altre associazioni locali che si sono espresse nell’incontro pubblico tenutosi a Ossuccio l’11 u.s.» termina la lettera (la lettera). [md, ecoinformazioni]

Tremezzina: l’insostenibile pesantezza del traffico

Un’intera giornata in Tremezzina, organizzata dall’associazione Territori domenica 11 ottobre 2015, non è forse bastata per risolvere il radicale dilemma “variante sì / variante no”, ma certo è servita a rendere evidente la complessità del problema.

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Prima di tutto la complessità del territorio. Le due escursioni per la verifica “dal vivo” dei tratti a cielo aperto del tracciato della variante, magistralmente guidate da giovani attivisti locali con l’apporto di altri esperti, hanno svelato una situazione territoriale e paesaggistica ai più assolutamente sconosciuta. Io ho seguito la seconda, da Ossuccio a Sala, per scoprire scorci di paesaggio e ambiti territoriali del tutto inaspettati. Dal nucleo alto di Ossuccio (cioè dall’antichissima parrocchiale di Sant’Agata e San Sisinio) si sale ancora per raggiungere una strada di mezzacosta che taglia in orizzontale il declivio, mantenendosi in quota subito al di sotto del santuario della Madonna del Soccorso fino a superare la torre di Spurano e scendere poi verso Sala; si ha così la visione di un “retroterra” che non si immagina: gli uliveti, infatti, ormai in gran parte abbandonati, ma tuttora rigogliosi e vibranti di ogni possibile riverbero di luce, si inerpicano fino al limite dei grandi strapiombi di roccia delle montagne soprastanti. Si capisce così chiaramente che i paesi del Lario, lungi dall’essere semplicemente “laghée” sono anche in buona parte “montagnard”: una stratificazione verticale di economie e culture che la banalizzazione giornalistica e modernista ignora, ma che invece si coglie a prima vista salendo (pur con qualche ansimare di troppo) al punto giusto; del resto lo si sarebbe dovuto capire fin dall’inizio, visto che la parrocchiale “matrice” (che esibisce anche l’ara romana degli Ausuciates, cioè dell’originaria popolazione di Ossuccio) è a mezza costa e non già sulla riva.

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Volgendo lo sguardo verso monte o verso valle (cioè verso il lago) si ha l’imbarazzo della scelta tra le prospettive più affascinanti e significative.

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È questa porzione di territorio (che non si può definire “incontaminata” per la semplice ragione che si vede benissimo l’intervento plurisecolare delle comunità) che la variante di Tremezzina sconvolgerà. Le nostre guide, con raro equilibrio, hanno mostrato i punti più delicati e critici, mettendo soprattutto in luce le inesattezze e le approssimazioni del progetto di massima (quello di dettaglio non è ancora stato messo in lavorazione), senza mai scagliarsi contro l’esigenza di migliorare la viabilità, ma sottolineando l’altrettanto vitale esigenza di non sovvertire l’equilibrio di quel contesto.

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Il ritorno da Sala a Ossuccio si svolge sulla Greenway del Lario, strada altrettanto affascinante e assai più nota, che si snoda a più bassa altitudine e quindi con prospettive e scorci ed evidenze del tutto diverse.

A tutte le persone che hanno scarpinato per quasi tre ore su e giù è evidente che il primo patrimonio da tutelare è proprio questa complessità, questa varietà di culture e di paesaggi.

Poco dopo le 17.30, con encomiabile puntualità, alle scuole di Ossuccio si apre il dibattito. E anche in questo caso si capisce a colpo d’occhio che la situazione è complessa. Il grande atrio è gremito: più di cento persone, probabilmente centoventi, forse ancora di più. Il pubblico, in gran parte locale (noi “cittadini” non siamo più di una ventina), è diviso, appassionato, attento ma a tratti insofferente per le prese di posizione opposte. La complessità del tema risulta evidente anche dagli interventi dei tre relatori “ufficiali”: l’ingegnere civile trasportista Fabio Faverio, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Stefano Buffagni, il sindaco di Tremezzina e parlamentare del Partito Democratico Mauro Guerra. I tre interventi sono misurati: il primo intervento è tecnico, ed evidenzia una serie di dati sui volumi di traffico e sulle esigenze tecniche della strada; il secondo è contrario alla realizzazione della variante così com’è attualmente presentata; il terzo nettamente favorevole alla variante, frutto di un più che trentennale lavoro di progressivo affinamento. Gli interventi aggiuntivi dal pubblico scaldano gli animi e si scaldano anche i due “contendenti” politici, non perché abbandonino il fair-play ma perché i toni si fanno progressivamente più appassionati.

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La netta contrapposizione tra favorevoli e contrari era nota e certo non è un dibattito come questo di Ossuccio che può sanarla. Le esigenze messe in campo dai fronti opposti appaiono a tratti inconciliabili, pur aspirando entrambi alla salvaguardia della qualità della vita: da una parte chi non sopporta più un sistema viabilistico al collasso, dall’altra chi difende un territorio straordinario da ferite che, volenti o nolenti, saranno insanabili. A nulla valgono le reciproche assicurazioni di tenere in considerazione le opposte vedute: chi vuole la nuova strada la vuole in nome di un territorio più vivibile e meno inquinato, chi difende il paesaggio lo fa guardando anche ai possibili sviluppi turistici… e così via.

Sullo sfondo, restano inespressi i problemi di carattere generale del modello di sviluppo che si propone per il territorio (e in particolare per un territorio così delicato come quello attorno al lago) e del contesto (e in particolare degli altri tratti problematici della strada Regina prima e dopo la Tremezzina). L’impegno a restare aderenti al problema contingente della variante, a non divagare per “massimi sistemi” toglie ampiezza al confronto. Così si mette tra parentesi che la vera questione è cosa si vuole fare di questo pezzo di mondo (ma bisognerebbe chiedersi cosa si dovrebbe fare del mondo intero) tra uno, due o tre decenni (tanto per restare sulla breve distanza). Se ne coglie un’eco inquietante quando Mauro Guerra, nettamente favorevole alla variante come s’è detto, afferma che il tracciato della variante, a monte degli attuali abitati – sopra o sotto il suolo -, potrà costituire in futuro una sorta di limite invalicabile per l’espansione dell’urbanizzazione… (non dice, al di là di ogni altra considerazione sull’espansione, che un tale limite rischia di recidere ogni superstite rapporto tra i paesi e il loro retroterra montano).

Il confronto di Ossuccio non può certo esaurire il dibattito. Il vero rischio è quello che altri, più in alto, mettano fine al dibattito prendendo decisioni immodificabili “per superiori esigenze”. A essere sacrificata sull’altare del traffico sarà a quel punto anche la partecipazione. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

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