Il Consiglio comunale di Como di giovedì 10 dicembre 2009

Si sblocca finalmente Agenda 21. L’approvazione del Pgt slitta alla prossima estate. Il Consiglio nella seduta di giovedì 10 dicembre boccia la trasparenza e norme un po’ più stringenti sulla presentazione dei redditi e per gli amministratori pubblici.

«Spostare un evento da una zona all’altra della città è una novità a cui sono favorevole – così Pasquale Buono, Pdl, nelle preliminari del Consiglio comunale di giovedì 10 dicembre a proposito dello svolgimento del capodanno lungo viale Geno – bisogna però andare incontro alle esigenze dei ristoratori con bus navetta o qualcos’altro». «Non accetto che si scherzi sui giornali sul fatto che si siano sforati i 35 giorni di tolleranza per il superamento del PM 10» ha attaccato il sindaco Roberta Marzorati, Per Como «bambini ed adulti soffrono di problemi respiratori!» ha aggiunto la consigliera che ha auspicato una collaborazione tra Comune e Asl per una mappatura del territorio con l’evidenziazione delle zone più pericolose denunciando: «c’è una zona precisa della città in cui un solo tipo di tumore colpisce particolarmente la popolazione». «L’Amministrazione ha deciso di non investire nella Biblioteca comunale» ha esclamato Silvia Magni, Pd, portando ad esempio un episodio accorsole, il prestito di un Dvd, fatto rigenerare a sue spese per poterlo vedere: «non si può offrire un servizio a metà. Se si prestano i Dvd si compri una macchina per rigenerarli». «In tutta Italia chi fa la raccolta differenziata paga di meno – ha detto alla luce dela presentazione del nuovo capitolato per la raccolta dei rifiuti Donato Supino, Prc – solo a Como andremo a pagare di più con un aumento del 18 per cento nel 2010 e dell’11 l’anno seguente». Inoltre ha aggiunto il consigliere comunista «c’è una clausola del bando che impone che i partecipanti abbiano “a disposizione nel territorio di Como una piattaforma per i rifiuti”. Chi può averla? Solo Econord. Secondo me lo scritto è da rivedere». Il sindaco ha quindi preso la parola «ho incontrato Giuseppe Villani, ha accettato di assumere il ruolo di presidente di Agenda 21». Ripartirà quindi il programma di sviluppo sostenibile comasco e verranno anche designati due rappresentanti del Consiglio comunale (uno di minoranza e uno di maggioranza). Insediato il Consiglio la prima parte della serata è stata dedicata alla discussione delle interpellanze dei consiglieri che non hanno ottenuto risposte per loro esaurienti da parte della Giunta e che hanno voluto discuterle pubblicamente. Due sono subito state ritirate, una di Vittorio Mottola, Pd, sulla Gama in via S. Bonifacio da Modena, che verrà discussa come mozione, l’altra sullo stato dei lavori su Agenda 21 posta da Alessandro Rapinese, Area 2010. Il consigliere dell’opposizione ha quindi chiesto chiarimenti sulle voci corse sul futuro concorso per l’Ufficio stampa comunale che prospettavano di una costruzione ad hoc dello stesso. Il sindaco aveva risposto per lettera che se era a conoscenza di qualcosa di irregolare di andare in Procura. Per Rapinese una reazione spropositata per una semplice domanda di chiarimenti. «Per l’incarico di coordinatore scientifico dell’Ufficio di Piano del Piano generale del territorio (Pgt) si è persa un’opportunità – ha proseguito il consigliere di Area 2010 con un’altra interrogazione – il concorso è stato gestito male, si sono presentati solo in due, non è stata fatta sufficiente pubblicità, non sono stati avvisati nemmeno le associazioni di categoria ed è stato pubblicato solo sul sito del Comune. In più il concorso è stato fatto ad agosto per agosto». Bruni ha risposto che date le specifiche qualifiche non sarebbero certo accorse molte più persone. Sempre sul Pgt Magni ha chiesto, mentre il residente Pastore ha dovuto riprendere i consiglieri del Pdl completamente disinteressati e intenti a chiacchierare in aula, «chi è il referente in Giunta?quando si prevede di approvarlo entro il 30 marzo, quando è la scadenza? Se non viene approvato e decade il Piano regolatore si bloccherà tutto?» «Sarà impossibile approvarlo entro il 30 marzo» ha risposto Bruni a causa di un problema finanziario per l’avvio delle indagini archeologiche e del sottosuolo. «Siamo un po’ in ritardo – ha ammesso il primo cittadino, che ha chiarito di essere lui il referente in Giunta – ma lo approveremo almeno entro l’estate prossima». Una prima discussione sul Pgt, ha quindi chiarito, sarà svolta in Consiglio entro gennaio. Marco Butti, Pdl, ha denunciato la «situazione assi vergognosa» dei giardinetti di via Traù «il terzo giardino per grandezza della città». Dal 2004 sono stati affidati alla società Green Park e non sono stati fatti interventi tutto si è bloccato con la mancata autorizzazione alla edificazione di un chiosco bar «con un disdicevole rimpallo di competenze» oltre che per il consigliere del Pdl «l’inadempienza di Green Park» per cui ha chiesto l’intervento del settore legale del Comune per ritirare la concessione. «Il Comune adempierà per la propria parte – ha affermato il sindaco – spero che questa manfrina si chiuda». L’ultima interpellanza è stata quella di Rapinese sulla multa mancata, presa la sera di una seduta consiliare e poi non notificata. Appello al buon senso da parte di Bruni: «I consiglieri comunali hanno diritto ad avere un posteggio per le sedute e – dati i lavori che coinvolgono gli spazi per i mezzi del Comune che vengono posteggiati in quelli dei consiglieri – i consiglieri possono posteggiare fuori dagli spazi se non ostruiscono la vita normale della città». Il consiglio ha affrontato poi la mozione sull’anagrafe della pubblica amministrazione presentata da Marcello Iantorno del Partito democratico. «Chiediamo l’applicazione fedele della legge 441 del 1982 per un ente locale» ha precisato. In sostanza le minoranze hanno chiesto di ribadire l’obbligatorietà della presentazione dei redditi e delle proprietà da parte degli amministratori pubblici, e dei nominati nelle partecipate, chiedendo una prima ammonizione per i ritardatari e poi la segnalazione della mancata presentazione all’interno del primo Consiglio utile e all’albo. Una norma simile ha rilevato Iantorno è stata già approvata dall’Amministrazione provinciale. «Si va al di là della norma – ha detto il primo cittadino esprimendo parere contrario – con un percorso eccessivo che arriva alla gogna». «La norma non prevede sanzioni e di fatto è disapplicata la mozione rimarrebbe una demagogica dichiarazione di buona volontà» per questo Bruni si è dichiarato contrario. «È vero che non c’è una sanzione ma è comunque un obbligo» gli ha risposto Mario Lucini, Pd, sostenuto dagli altri consiglieri di minoranza che hanno rilevato come la questione morale e la trasparenza siano un obbligo per i politici. Con due sole astensione nel gruppo della maggioranza per il resto compatto ed i soli voti favorevoli delle minoranze il Consiglio ha bocciato la proposta. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

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