Mese: Novembre 2014

3 dicembre/ Commemorare attraverso una pubblicazione

NodoLibri_IL_TEATRO_SOCIALE_DI_COMO2Presentazione de Teatro Sociale di Como 1813-2013, duecento anni di attività e Cinema Teatro di Chiasso 1935- 2015, ottant’anni di storia, con Vittorio Enderli, presidente Amici del Cinema Teatro (promotore del libro sul Cinema Teatro di Chiasso, uscito nel 2001), Nicoletta Ossanna Cavadini, redattrice scientifica di saggi all’interno delle due pubblicazioni libro del Cinema Teatro e libro sul Teatro Sociale, Fabio Cani, editore e co-curatore del libro sul Teatro Sociale di Como, Alberto Longatti, giornalista e co-curatore del libro sul Teatro Sociale di Como, mercoledì 3 dicembre alle 20.30, nel Foyer del Cinema Teatro di Chiasso, in via Dante Alighieri.

Tangenziale: Via San Bernardino da Siena

muro via san bernardinoReazioni politiche del muraglione, barriere fonoassorbenti, della nuova arteria comasca a ridosso delle case.

 

Il Movimento 5 stelle comasco ha annunciato la presentazione di una interpellanza sul nuovo manufatto per chiedere «chi è il responsabile preposto dal Comune a vigilare sui lavori, chi è l’analogo interlocutore della Società autostrada pedemontana lombarda, chi ha autorizzato il progetto in questo modo e ove fosse stato autorizzato conoscerne le motivazioni, come il Comune di Como intende intervenire in questa situazione che crea, in modo evidente, ancora maggiori disagi a chi abita in via San Bernardino, come mai nonostante gli incontri che il sindaco ha avuto con chi abita in questa zona non si sia intervenuti prima, come e in quanto tempo si pensa di intervenire presso la Società autostrada pedemontana lombarda per riportare la situazione, di già evidente disagio, in una situazione accettabile in cui i cittadini possano rivedere la luce e soprattutto non essere più dei “cittadini invisibili”». L’interpellanza chiede anche che: «Venga scritta e resa pubblica tramite la stampa una lettera di biasimo nei confronti della società Autostrada Pedemontana Lombarda, per il comportamento assunto nel gestire i lavori».

Per questo il consigliere comunale a Palazzo Cernezzi Luca Ceruti, M5s, chiede: «La sostituzione dei pannelli con barriere “umane” o almeno la sistemazione dello spazio antistante, con l’inserimento di verde con piante o altro».

Per il Partito democratico invece il consigliere regionale Luca Gaffuri ha inviato una lettera, il 28 di novembre, al presidente di Autostrada pedemontana lombarda S.p.a. Salvatore Lombardo «per chiedere conto dell’installazione delle barriere antirumore in corrispondenza di via San Bernardino da Siena – precisa una nota –. Barriere che per tipologia e dimensione arrecano notevole fastidio agli abitanti degli edifici che affacciano sull’infrastruttura».

«I residenti lamentano che per altezza e materiale del manufatto le barriere hanno un impatto insostenibile, privandoli della luce solare e penalizzandoli oltremodo in quanto alla visuale verso l’esterno delle loro case – scrive il consigliere democratico –. In effetti i pannelli istallati appaiono costituire un imponente muro di cemento, cosa che contrasta con gli indirizzi dichiarati da Pedemontana a proposito di barriere fonoassorbenti: “ottimizzare l’inserimento paesaggistico e coniugare la riduzione del rumore ad un’estetica gradevole”, come si legge sul sito internet istituzionale della Società».

«Anche quanto scritto nella Relazione Generale Interventi di Inserimento paesistico-ambientale, Ripristino del Progetto Definitivo della tratta A di Pedemontana e del primo lotto della Tangenziale di Como lasciava intendere situazioni differenti da quella che si sta verificando in via San Bernardino – prosegue Gaffuri –, perché nel documento si affermava di privilegiare, nell’approntare le barriere antirumore, tipologie di cristallo “in prossimità di centri abitati con tracciato in rilevato, ai fini della riduzione del cono d’ombra prodotto” oppure pannelli in metallo “prescelti per le loro caratteristiche di neutralità rispetto alle diversità dei contesti urbanizzati” e si chiariva che pure “il colore è un completamento importante della barriera, giacché consente di evitare la monotonia e di attenuare l’aggressività di alcuni materiali”». Di qui la richiesta del conigliere regionale di: «Intervenire per verificare quanto occorso con la posa delle barriere adiacenti alle abitazioni di via San Bernardino e perché siano assunte le misure idonee a rispondere alle esigenze di vivibilità e di miglioramento degli impatti anche visivi espresse dai residenti». [md, ecoinformazioni]

40 anni di gemellaggio Como-Tokamachi

comotokamachiNel 2015 il legame fra le due città arriverà a 4 decenni, si festeggia con un programma di eventi.

 

«Como e la città giapponese Tokamachi nel 2015 festeggeranno quarant’anni di gemellaggio. Il legame nacque a inizio degli anni Settanta: le due città erano accomunate da un’importante tradizione tessile e il 27 febbraio 1975 i due sindaci dell’epoca Antonio Spallino e Yoshikazu Kasuga firmarono il patto di gemellaggio – rammenta Palazzo Cernezzi –. Nel corso degli anni molte delegazioni hanno reciprocamente fatto visita alle due città e il legame si è rafforzato coinvolgendo sempre più soggetti in vari ambiti: economico, commerciale, culturale, educativo, artistico e sportivo. Dal 2004 il Comune di Como promuove Students Exchange uno scambio culturale dedicato agli studenti organizzato insieme alla Famiglia comasca (le ragazze selezionate quest’anno e che durante le feste natalizie ospiteranno due coetanee giapponesi e nell’estate 2015 si recheranno a Tokamachi, sono Federica Dolci 19 anni e Denise Leoni 18 anni); nel 2006 è nato il Progetto Gemini, percorso di educazione alla pace e alla solidarietà internazionale dedicato alle scuole, oggi promosso insieme a Centro servizi per il volontariato, Coordinamento comasco per la pace, Ufficio scolastico territoriale, Ciao Como Radio, Taiko Lecco, Como Raku; nel 2008 e nel 2010 è arrivato Assaggi di mondo, festival dei gemellaggi e della cooperazione, affiancato nel 2013 e 2014 da Intrecci di popoli, festival delle culture, dei gemellaggi e della cooperazione internazionale».

«In vista dell’importante traguardo – la giornata inaugurale dell’anno dedicato al Giappone sarà il 27 febbraio 2015 – è allo studio una serie di progettualità per coinvolgere in maniera attiva e partecipe la cittadinanza, le istituzioni, le associazioni, le organizzazioni e gli istituti scolastici del territorio, creando occasioni di incontro e scambio con la città gemella – spiega il Comune di Como –. Il ricco programma, predisposto e curato dal settore Relazioni internazionali, diretto dalla dottoressa Valeria Guarisco, prevede, in particolare, laboratori per bambini e adulti di origami, scrittura, lingua, ikebana, tamburi giapponesi, ceramica raku, cerimonia del tè e cucina; presentazione di libri, proiezione di film, partecipazione di artisti giapponesi alle mostre programmate in città, esposizioni fotografiche, mostre di kimono e altri oggetti della tradizione giapponese; eventi musicali; serate dedicate alla cucina nipponica, in collaborazione con gli istituti professionali del territorio e con il coinvolgimento dei ristoranti giapponesi della città; dimostrazioni sportive; conferenze di approfondimento sul tema economico e commerciale Italia-Giappone; momenti di riflessione attraverso la testimonianza dei cittadini giapponesi residenti in città e di alcuni comaschi che hanno fatto esperienze in Giappone, come ad esempio i ragazzi che hanno partecipato negli anni allo scambio culturale Students Exchange».

Il calendario è in fase di definizione, gli aggiornamenti saranno pubblicati sui siti Internet www.comointernazionale.it e www.comune.como.it (il programma parziale). [md, ecoinformazioni]

Camicia bianca trionferà: la Lariopolda

1453466_387670241384010_3898916166170986471_nA Villa Olmo a Como si è tenuta della giornata di sabato 29 novembre la Lariopolda, l’attesa kermesse organizzata tra gli altri dal sindaco di Albese con Cassano Alberto Gaffuri e da Salvatore Amura, direttore dell’Accademia Galli.

Alberto Gaffuri, camicia bianca, pantaloni sul marroncino e scarpe perfettamente coordinate. Salvatore Amura, camicia bianca, pantaloni sul verdognolo e scarpe perfettamente coordinate: sono loro i “padroni di casa” della Lariopolda, la partecipata risposta comasca alla celebre (famigerata?) kermesse fiorentina da cui partì la scalata dell’attuale Presidente del Consiglio. Un’iniziativa, nelle intenzioni degli organizzatori, nata con l’obiettivo di segnare un punto di svolta nella vita politica del capoluogo e della Provincia, un cambio di passo, come sintetizzato dal sottotitolo degno di primarie passate (anche se qui si è preferito il guarda avanti al cambia verso), per rilanciare l’azione della maggioranza che governa il territorio comasco.

Una Leopolda in salsa missultin, verrebbe da dire, che ha fatto registrare nei giorni scorsi alcuni piccoli grandi sommovimenti interni al Pd, con il sindaco di Albese, principale ispiratore del tutto, “sospettato” di voler spaccare in più pezzi il partito, un vero e proprio atto d’accusa soprattutto verso chi siede nelle più importanti poltrone di Palazzo Cernezzi. E che questa fosse un’esigenza realmente sentita dagli interessati lo prova lo stesso Gaffuri, che nella location di Villa Olmo si è rivolto direttamente al sindaco Lucini e alla neo presidente provinciale Maria Rita Livio, invitandoli a vedere che «non vogliamo spaccare nulla, siamo qui per unire. Possiamo quindi offrire un contributo per lavorare assieme». Una dichiarazione d’intenti quindi, ripetuta più volte e in diverse forme nel corso dei 25 interventi, di fronte ad una nutrita platea di curiosi ed addetti ai lavori, tra mezza giunta comunale, ex (Pusterla, Introzzi) ed attuali assessori, consiglieri regionali, sindaci di altri comuni in gran numero, Cna, Cl ed altre sigle, con anche, coincidenza delle coincidenze, alcuni esponenti di quel Nuovo centrodestra “partner” romano del padre della sorella maggiore toscana.

La fredda cronaca del pomeriggio, quindi. Fin dalla sistemazione del palco si possono capire le esigenze comunicative di cui la manifestazione si vuole fare interprete: su un piccolo scaffale si possono vedere alcuni oggetti simbolo del Made in Italy, come una bottiglia di vino rosso, un pallone da calcio, un barattolone di nutella e il caffè espresso, in piena sintonia con quello spirito pop da sempre punto di forza dell’ex primo cittadino fiorentino. Con una piccola concessione “locale”,  una sciarpa del Calcio Como.

Un modo per dare “colore” probabilmente, ed il sospetto aumenta vedendo il filmato d’inizio dell’evento, poco prima delle 15: un cambio gomme ad una formula 1 di decenni in bianco e nero, seguito da un pit stop di una Ferrari dei giorni nostri, come a rafforzare l’intento di cambiare i “connotati” alla vita pubblica lariana.

L’interventi successivi si susseguono velocissimi, 5 minuti a persona, con una campanella a segnare il cambio (parola che sta tornando spesso) tra i vari relatori. Tra questi un’umanità piuttosto varia, tra imprenditori di successo e giovani geni, Terzo Settore d’assalto e promesse dello sport, insegnanti, scrittori ed esperti di cinema, tanti esempi di quello che i due presentatori definiscono «l’antidoto alla rassegnazione». Esperienze diversissime, accomunate dalla stretta di mano conclusiva del dinamico duo e dal regalo di un t shirt rossa con il simbolo della manifestazione, oltre al simpatico intermezzo musicale di “Alive”, scelta sicuramente non casuale, del gruppo australiano Empire of the Sun.

Sopravvissuti quindi, alla crisi e al clima del Paese e del territorio, a cui hanno assistito oltre agli habitué della cosa pubblica anche un certo numero di “estranei”, ragazzi e meno ragazzi, andati scemando nel corso delle ore ma presenti in buon numero nella battute iniziali, a significare comunque un certo interesse della cittadinanza.

Tanti in camicia bianca, ormai divisa del renzismo e  di questo culto, con un piccola grande eccezione: il nutrito servizio d’ordine, composto da giovanissimi e studenti in rigorosa tenuta rossa, volontari e militanti ma, come hanno tenuto a specificare alcuni, non del Partito democratico. Coincidenze? [Luca Frosini, ecoinformazioni]

 

Rivoluzioni violate/ Giuliana Sgrena all’Arci

IMGP7534Giuliana Sgrena, introdotta da Luigi Lusenti, nella presentazione del suo saggio Rivoluzioni violate, primavera laica, voto islamista  il 29 novembre al Circolo Arci La Ferriera di Lecco ha illustrato il contributo essenziale delle donne ai percorsi rivoluzionari nei diversi paesi nei quali si sono svolte le “rivoluzioni arabe” e la situazione politica attuale. Particolare interesse i partecipanti hanno dimostrato all’esposizione degli sviluppi della guerra in Siria, del ruolo della Turchia, delle conseguenze che potrebbe avere la creazione di uno stato kurdo in Iraq e delle tappe che hanno portato alla formazione dell’Isis. L’iniziativa, come quelle analoghe svolte il 25 a Brescia, il 26 a Varese, il 28 a Milano, e il 29 a Colico,  è parte del programma di Arci book, il circuito dei Circoli Arci che si occupano di promozione della lettura e di bookcrossing.  [Foto Silvia Beck]

Prima che a Lecco il tour di Giuliana Sgrena ha fatto tappa a Varese dove una quarantina di persone ha partecipato alla presentazione del volume di Giuliana Sgrena Rivoluzioni violate mercoledì 26 novembre nella nuova sede Arci di via Monte Golico a Varese. Un appuntamento del tour Arci Book, presentato da Luigi Lusenti, Arci Lombardia, moderato da Isabella Risetti, L’Albero di Antonia, associazione per la promozione dei diritti e delle pari opportunità delle donne.

La giornalista ha sottolineato le differenze fra le diverse rivoluzioni che hanno toccato la sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, rivoluzioni che ne hanno cambiato profondamente il volto e che hanno avuto esiti diversi. I movimenti popolari hanno portato alla caduta delle dittature in maniera differente. In Tunisia e in Egitto non c’erano partiti politici, né leader carismatici alla guida del movimento e c’erano ovunque le bandiere nazionali; diverso il caso, una rottura netta, della Libia con la bandiera di re Idris e della Siria con la bandiera del regime precedente. Così, mentre in Tunisia si sta svolgendo una transizione democratica, con più sussulti, Egitto, Siria e Libia sono cadute in un baratro quando sono subentrati religiosi e militari dopo la fase di rivolta popolare  laica e non violenta per la giustizia sociale, il lavoro, la democrazia, la libertà, la dignità (Karama), soprattutto,  e per le le donne pari diritti .

Una situazione comunque in evoluzione, come dimostra la Tunisia, dove il partito islamista Ennahda, che aveva vinto le elezioni, dopo il passaggio a un governo tecnico, ha perso l’ultima tornata elettorale, anche per il tentativo di islamizzazione della società e di compressione dei diritti delle donne, come nella nuova Costituzione.

La discussione si è incentrata sul ruolo delle donne nelle rivoluzioni e nelle compagini che ne sono scaturite. Un ruolo spesso da protagoniste che non vogliono abbandonare, con una riflessione sulla propria posizione nella società. «In Tunisia dopo la rivoluzione, ho incontrato la presidente dell’Unione delle donne tunisine e le ho chiesto, se per la nuova Costituzione, avrebbe proposto delle quote rosa. Mi ha risposto di no, perché essendo le donne il 50% della popolazione, dovevano avere il 50% dei posti – ha detto la Sgrena –. Una legge simile in Italia è stata respinta, mentre nel Parlamento algerino le donne sono il 35%, più che da noi».

Alcuni parlano di femminismo islamico, ma: «nessuna religione garantisce la parità fra uomo e donna». «Femminismo islamico è un ossimoro – ha aggiunto la giornalista –, come si fa a giustificare la poligamia?». Esistono sì delle riletture per vedere il ruolo della donna nel Corano come quelle di Fatima Mernissi.

Il problema è la reislamizzazione delle società musulmane influenzate e finanziate dalla Arabia Saudita, che segue l’ortodossia wahabita. Uno dei caratteri più evidenti è la reintroduzione del velo nelle sue differenti varianti. Un passo indietro e una forma di controllo delle donne che si scontra con una tradizione di indipendenza consolidatasi negli anni: «In Egitto all’inizio del ‘900 c’era un forte movimento femminista con legami con l’Europa». ricorda Sgrena.

Un dibattito, quello sul velo, che tocca anche l’Europa, come in Francia nel 2005 con l’approvazione di una legge contro l’utilizzo di qualunque simbolo religioso nei luoghi pubblici. «Sono andata a Parigi qualche mese dopo l’approvazione e non esisteva più il problema del velo e le ragazze erano felicissime perché si erano liberate di una forma di controllo dei maschi della comunità. Lì si può fare perché sono davvero un Paese laico».

E sul velo e la condizione delle donne si sono concentrate le domande del pubblico. A chi ha chiesto delle donne guerrigliere del Kurdistan, la relatrice ha risposto ricordando la difficoltà di spiegare queste realtà: «Quando sono stata nel Kurdistan iracheno, un medico era appena stato condanno per avere denunciato su un giornale di opposizione la pratica tuttora esistente dell’infibulazione, che tocca più del 30% delle donne curde».

Una situazione fluida e variegata da Paese a Paese, con apparenti contraddizioni come, ad esempio, ha spiegato Sgrena nelle risposte, quella, alla periferia di Tunisi, dove la vendita di terreni agricoli per la costruzione di fabbriche tessili, ha stravolto la tradizionale famiglia contadina: le donne sono diventate i veri capofamiglia portando a casa l’unico reddito come operaie. Questo ha messo in crisi gli uomini che come reazione hanno votato in massa Ennahda. [Michele Donegana, ecoinformazioni]

Migliaia di operatori agricoli, braccianti e precari a Roma

10429349_10202047781756060_2484729300088361735_nLa manifestazione è stata organizzata da Flai Cgil e Uila Uil. Attraverso una lettera, il segretario nazionale Nidil Cgil Claudio Treves ha  sancito l’adesione del coordinamento che si occupa dei precari: «Non faremo mancare  il supporto e la partecipazione che ci vede in prima linea, in particolare sulle problematiche dei voucher e della presenza della somministrazione in agricoltura». Da Como, una ventina di persone si sono recate a Roma.

12800_10202047782236072_137872339686918339_n 1604966_10202047619271998_7985484517512667203_n 10406377_10202047782436077_4401275817631257966_n 10429349_10202047781756060_2484729300088361735_n IMG-20141129-WA0002 IMG-20141129-WA0009Il corteo è partito da  piazza della Repubblica ed è arrivato a  piazza Santi Apostoli dove si è tenuto il comizio finale a cui sono intervenuti il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e il segretario generale della Uila Stefano Mantegazza.
Al centro della protesta, le politiche del governo sul lavoro agricolo e contro il lavoro nero e l’illegalità. In particolare, nel mirino del sindacato ci sono alcune misure contenute nel Jobs Act: liberalizzazione dei voucher, cancellazione della cassa integrazione straordinaria e in deroga, controllo a distanza, demansionamento e modifica all’art. 18. Tra le priorità, interventi per il settore della forestazione ed azioni concrete da parte del Governo e del parlamento per una riforma del mercato del lavoro agricolo che sia trasparente e legale, in grado di contrastare efficacemente i fenomeni di intermediazione illecita e lavoro nero. [aq, ecoinformazioni]

Video/ A Venegono Superiore con Zanotelli per il Forum contro la guerra

IMG_20141129_145706ugogiannangeliDopo gli interventi del mattino di Domenico Moro  e di Manlio Dinucci [Leggi l’articolo di Laura Tussi] si è aperta con l’intervento via Skype di Alex Zanotelli  (L’immoralità della guerra) e  quello di Ugo Giannangeli (L’illegalità della guerra), 29 novembre al Castello dei comboniani a Venegono Superiore (Va). la sessione pomeridiana del convegno L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica. All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Coordinamento comasco per la Pace. Presto on line sul canale di ecoinformazioni anche tutti gli altri video dell’iniziativa.

Guarda sul canale di ecoinformazioni anche tutti gli altri video dell’iniziativa.

 

Leggi anche l’articolo di Laura Tussi che illustra gli interventi al convegno.

29 novembre/ Giuliana Sgrena a Colico e a Lecco con l’Arci

sgrena-620x270Sabato 29 Novembre 2014 Giuliana Sgrena sarà in provincia di Lecco per presentare il suo ultimo libro Rivoluzioni violate, primavera laica, voto islamista edito da Il Saggiatore nel Marzo 2014.

Il primo appuntamento, previsto per le ore 17 presso l’Auditorium comunale di Colico,  è organizzato, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune,  dal  Circolo Arci Mille Papaveri Rossi di Chiavenna e dal Circolo Arci  Kollage di Colico.

Il secondo, invece, avrà luogo alle ore 21 presso il Circolo Arci La Ferriera di Lecco (via Invernizzi n°20, quartiere San Giovanni).

Guliana è una giornalista che dal 1988 scrive per Il Manifesto e collabora con il settimanale tedesco Die Zeit.  Inviata in Medio Oriente e in numerosi teatri di guerra tra cui Somalia, Algeria, Afghanistan e Iraq, da molto tempo si occupa del rapporto fra diritti delle donne e Islam. Collabora, inoltre,  con il settimanale tedesco Die Zeit.

Rivoluzioni violate, primavera laica, voto islamista è un saggio che vuole rimettere in primo piano tutte quelle migliaia di donne – giovani e non, casalinghe e studentesse, unite dallo stesso desiderio di cambiamento- che durante la Primavera araba abbiamo visto sfilare in corteo: le protagoniste assolute di quel breve periodo,  velocemente eclissate da quei partiti islamisti che si sono trasformati nei portavoce degli antichi codici patriarcali e che,  per riprendere il controllo socio-politico del territorio, hanno fatto appello ad una interpretazione del Corano che afferma la superiorità dell’uomo sulla donna.

I due appuntamenti lecchesi si inseriscono in una programmazione culturale più ampia, che vedrà, nel mese di novembre, la giornalista impegnata nella presentazione del proprio libro anche in alcuni Circoli Arci di altre città lombarde.

Il programma fa parte di Arci Book, il circuito dei Circoli Arci che si occupano di promozione della lettura e di bookcrossing realizzando attività quali presentazioni di libri, aperitivi e mostre letterarie,  letture a voce alta e animate, e-bookdjset  e bookslideshows, workshops, laboratori, concorsi letterari, promozione dell’editoria indipendente, della creatività testuale, dei progetti di natura letteraria con ricaduta formativa.

Per maggiori infomazioni sui Circoli Arci Book della provincia di Lecco, clicca qui. Per maggiori informazioni sull’autrice, http://giulianasgrena.globalist.it/ [Dal sito di Arci Lecco]

 

30 novembre/ Neanche con un fiore

neanche con un fioreA Bregnano domenica 30 novembre  dalle 14 si svolgerà Neanche con un fiore. La manifestazione  consiste in una camminata di 4 km partendo/arrivando al Polifunzionale aperta a tutti/e. La camminata si terrà anche in caso di mal tempo (saranno disponibili degli ombrelli a forma di fiore. Al termine del percorso verrà composto un grande cartellone con le mani colorate dei partecipanti e lo slogan 365 giorni no. A conclusione verrà servito un tè caldo.

Renzi contro i giovani/ Affossato il Servizio civile, saltano 1800 posti

logo_cnescDopo i tanti annunci , compreso quello fatto da Luigi Bobba nell’incontro a Como del Forum del terzo settore, la Legge di stabilità 2015 di Renzi prevede la più misera dotazione per il Servizio civile dal 2001. Il comunicato del Cnesc (Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cesc, Cnca, ConfederazioneNazionale Misericordie d’Italia, Cong.P.S.D.P.Ist.don Calabria, Diaconia Valdese, Federazione Scs/Cnos – Salesiani per il sociale, Federsolidarietà/ Cci, Focsiv, Legacoop, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Unpli).
«Il 25 novembre  il Governo Renzi  ha affossato l’emendamento “Patriarca e altri” presentato in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati che avrebbe conferito 200 milioni al Servizio Civile Nazionale invece dei 65 proposti dal Governo stesso.

In questo modo il Governo Renzi prende in giro i giovani, il Terzo Settore, gli Enti Locali, le Regioni e smentisce se stesso.

Ricorda Penelope: di giorno “tesse” la tela del proclama dei 100.000 giovani in Scu, di notte “disfà” iniziando dagli stanziamenti in Legge stabilità per il SCN.

 Ai proclami roboanti fa seguito l’umiliante realtà dei fatti e i giovani ne sono le vittime.

Altro che” Il Servizio Civile Nazionale lo faremo Universale”: niente di più falso.

Pochi giorni fa il sottosegretario Bobba aveva detto di aver recuperato i 10 milioni tagliati rispetto a quanto stabilito dal Governo Letta: altro falso.

L”effervescente Renzi” è battuto, per quanto riguarda il servizio civile, per 105 a 65 dal Governo del “grigio Letta”.

Al Governo Renzi va comunque  assegnato un record: la più misera dotazione per il SCN dal 2001!

Per chiarire, ecco gli effetti di queste scelte del Governo:

– saltano 1.800 posti nella programmazione degli avvii in Italia nel 2015, quindi non saranno più 24.500, al netto di quelli di Garanzia Giovani che sono un’altra cosa.

– nel 2016 ci saranno risorse per meno di 9.000 posti Italia, chiudendo anche questa porta in faccia ai giovani e con le ovvie conseguenze sul deposito dei progetti e gli investimenti qualitativi delle organizzazioni.

In sintesi oggi il Governo Renzi porta a compimento ciò che aveva iniziato il Governo Berlusconi: la chiusura del Servizio Civile Nazionale,  nascosta dalla cortina fumogena del Servizio Civile Universale.

Si tratta dello stesso Governo che il 1 Luglio 2014 al Parlamento Europeo ha detto che senza il servizio civile europeo non ci sarà l’Europa.

Adesso la legge di stabilità passerà al Senato. Ci saranno cambiamenti di comportamento del Governo Renzi? Ci sarà un sussulto di coscienza politica sulla posta in gioco? Si vuole aumentare la rabbia dei giovani verso ogni Istituzione?» [Cnesc: Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cesc, Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong.Psdp.Ist.don Calabria, Diaconia Valdese, Federazione Scs/Cnos – Salesiani per il sociale, Federsolidarietà/ Cci, Focsiv, Legacoop, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Unpli].