Gisella Introzzi

18 luglio/ Città in vetrina alla Feltrinelli con Gisella Introzzi


18giugno2014

Presentazione venerdì 18 luglio alle 18 alla Feltrinelli di Como, in via Cesare Cantù 17, del numero 453 di ecoinformazioni. Partecipa l’assessora Gisella Introzzi. Il tema della rivista è Città in vetrina, con articoli, interviste e la prima mappa dei negozi della città. Sono in questo stagionale 52 le pagine dedicate all’approfondimento dei temi che il blog tratta quotidianamente. Scarica e diffondi la locandina. Sfoglia on line il 453 di ecoinformazioni.

Introzzi risponde agli attacchi

GISELLA INTROZZI1L’assessora del Comune di Como replica ad un articolo de La Provincia critico sul suo operato, su progetti, e i rapporti con L’isola che c’è: «Una rappresentazione dei fatti che alimenta diffidenza sull’operato dell’Assessorato».

 

Ai due principali capi di accusa Gisella Introzzi, assessora, tra le altre deleghe, all’Artigianato, Commercio e moda, Risorse umane e organizzazione, Finanziamenti pubblici e comunitari a Palazzo Cernezzi, risponde in una nota «non c’è stata nessuna consulenza, ma l’affidamento dell’incarico professionale di manager del Distretto urbano del commercio di Como, tra i cui compiti (elencati nel disciplinare di incarico) spicca la “progettazione di interventi e di azioni coerenti con il V Bando regionale Distretti del commercio”» e «le “consistenti” spese attribuite al settore “Attività produttive” ammontano (dati del consuntivo 2013) complessivamente a 752.907,65 euro, pari all’1,07% del totale dei pagamenti del Comune».

E l’assessora precisa sul manager del commercio, Lorenzo Donegana: «L’attuale incarico (a tempo determinato e part-time) è stato assegnato nell’aprile 2013 dopo una selezione pubblica, effettuata da una commissione composta da rappresentanti dei tre soggetti fondatori del Duc (Comune, Camera di commercio e Confcommercio). L’incarico, della durata di 14 mesi, prevedeva la possibilità di proroga. I risultati conseguiti con il progetto presentato a giugno 2013 sul Bando citato hanno portato alla scelta di prorogare l’incarico al 31 dicembre 2014, per procedere con la realizzazione delle azioni finanziate. Il costo complessivo per i 21 mesi di attività è di 30.300 euro omnicomprensivo di ogni onere di legge fiscale e previdenziale, nonché di tutte le spese sostenute nell’espletamento dell’incarico».

Quasi due anni di lavoro per 30mila euro lordi sottolinea quindi Introzzi, che rivendica anche l’affidamento ad un ex candidato della lista civica, Amo la mia città, che l’ha sostenuta alle scorse elezioni: «Impedire la partecipazione ad una selezione pubblica a chi si presenti come candidato in una elezione costituirebbe una ingiustificata discriminazione, tanto più se si considera che complessivamente 702 persone si sono candidate alle amministrative per il nostro Comune».

In una lettera di risposta le accuse vengono tutte rimandate al mittente, per cui Wayfinding, Campagna di pubblicità, App sono state finanziate con diversi e vari contributi e sostenute per circa un terzo, 55mila euro, dal Comune di Como: «Discendono per la maggior parte proprio dal programma finanziato col Bando che, a fronte di un impegno di 75mila euro dei soggetti del Duc, ha beneficiato di ulteriori 75mila euro di finanziamento regionale (importo massimo previsto). Il progetto è stato inoltre premiato da Smau 2013 con il premio Innovazione Ict. Nell’allegato A sono elencate azioni, costi, fornitori e modalità per la loro individuazione. Tutte le azioni ricomprese nel progetto sono state preliminarmente condivise con gli operatori (vedi la partecipazione economica nell’allegato B)».

Per le collaborazioni invece con l’associazione Isola che c’è di cui è parte integrante l’unico consigliere di Amo la mia città a Palazzo Cernezzi, Marco Servettini, la risposta verte sul Progetto – rifiuti + valore e beCOMe.

«Il progetto – rifiuti + valore è stato presentato da L’isola che c’è su un Bando Cariplo. Il Comune, e non l’Assessorato alle attività produttive, con propria delibera, ha aderito in qualità di partner assieme all’Associazione rete clima – precisa la nota –. Il co-finanziamento da parte del Comune consiste nella valorizzazione del lavoro svolto dai dipendenti comunali per lo svolgimento delle azioni in capo al Comune stesso (circa 22mila euro): a fronte di questo impegno, il Comune – più precisamente l’assessorato all’Ambiente – riceve un contributo di 33mila euro per lo sviluppo delle azioni previste presso il mercato coperto (realizzazione di inserimenti lavorativi temporanei a favore di soggetti svantaggiati per attività di presidio della piattaforma rifiuti del mercato coperto e di animazione presso commercianti ed acquirenti; dotazione dell’area commerciale di contenitori portarifiuti per la raccolta differenziata; l’acquisto di shopping bag riutilizzabili, ad uso dei commercianti aderenti all’iniziativa)». Per quanto riguarda: «Il progetto beCOMe, svoltosi tra il 30 maggio e l’1 giugno 2014, è iniziativa condivisa in due provvedimenti di Giunta e rappresenta, come ben sottolineato in sede di conferenza stampa dal coordinatore scientifico prof. Mauro Magatti, un investimento sulla città, teso a consolidare in Como un appuntamento annuale in grado di attirare l’attenzione su temi importanti legati allo sviluppo economico e sociale. La scelta di utilizzare parte delle risorse derivanti dall’imposta di soggiorno è stata condivisa con gli operatori. Il consuntivo – in fase di completamento a cura del soggetto organizzatore (il Centro di cultura scientifica Alessandro Volta) – sarà al più presto reso disponibile e pubblicato sul sito del Comune».

«La scelta di investire energie e risorse per la realizzazione di un marchio promozionale per la città (city branding) è stata ispirata da analoghe iniziative sviluppate per il marketing territoriale in diverse città italiane (Milano, Firenze, Cremona, Rimini, etc.) ed estere (su tutte l’esempio di Amsterdam) – aggiunge e conclude l’assessora –.A questo scopo, sempre previa intesa con gli albergatori, sono state riservate risorse provenienti dall’imposta di soggiorno, aggiuntive sul preventivo iniziale, per sviluppare un apposito progetto».

Il marchio uscirà da un contest on-line, che sarà gestito dalla vincitrice di un bando Zooppa Europe Srl: «La sola gara sarà motivo di propaganda e valorizzazione dell’immagine di Como presso un pubblico internazione e qualificato».

Il Comune di Como ha poi, in un comunicato, pubblicato i dati del personale, da cui si rileva una diminuzione di 2.330.000 euro dal 2011 alla stima per il 2014, passando da 30,8 milioni a 28,4, con una diminuzione di 40 unità dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014, «ai quali vanno aggiunti ulteriori 11 richieste di cessazione per pensionamenti previste per il 2° semestre 2014 e 3 per l’anno 2015», con un passaggio da 876 persone a 836, sempre al 30 giugno 2014, quando sono previste per il biennio 2014-15 32 assunzioni.

BeCOMe/ Verso Expo 2015

downloadIl secondo incontro nella giornata dedicata all’anteprima di BeCOMe di venerdì 23 maggio si è tenuto durante il pomeriggio nell’aula magna del Politecnico di Como in via Castelnuovo, accogliendo come ospiti l’Assessore alle politiche economiche, attività produttive e lavoro Gisella Introzzi, la Vicesindaco del Comune di Como Silvia Magni, e Paolo Verri, direttore Contenuti espositivi ed eventi di Padiglione Italia-Expo 2015. L’attenzione si è focalizzata su Padiglione Italia, i suoi eventi in programma, gli obiettivi durante e post Expo. [Guarda tutti i video dell’iniziativa e tutti i video della altre iniziative BeCOMe sul canale di ecoinformazioni; leggi su questo blog tutti gli altri articoli su BeCOMe]

L’esposizione universale si terrà nella zona nord-ovest del capoluogo lombardo, su una superficie di un milione di metri quadri, adiacente all’area espositiva di Fiera Milano, tra il primo maggio e il 31 ottobre 2015. Il tema sarà Nutrire il pianeta, energia per la vita, includendo tutto ciò che riguarda l’alimentazione e l’educazione alimentare. Vi parteciperanno 144 paesi, divisi in 60 padiglioni principali affiancati da dei padiglioni detti “cluster”, e l’Italia sarà il protagonista.

 

Padiglione Italia

«Sarà la porta d’ingresso del nostro paese, un biglietto da visita e un laboratorio di relazioni internazionali» spiega Paolo Verri alla platea (circa quaranta persone). Dall’incrocio dei due assi che attraversano in lunghezza e larghezza tutta la zona espositiva, si apre la grande Piazza Italia, su cui si affaccia Palazzo Italia, l’unico oggetto architettonico che rimarrà anche dopo l’Expo. Il concept individuato dal Padiglione è il Vivaio, una metafora che indica uno spazio che aiuta i progetti e le energie giovani a “germogliare”. Sarà il luogo in cui l’urbanità e l’architettura si fondono per dare vita al paesaggio italiano; tutti i materiali con cui è costruito sono a impatto zero, assorbendo la luce solare e trasformandola in energia per l’illuminazione del Padiglione. Grazie alla sua altezza, sarà visibile da tutti i punti dell’area.

 

Lo scopo

«Qualsiasi evento è uno strumento, non un obiettivo finale – spiega Paolo Verri mentre vengono proiettate delle diapositive – servirà a dimostrare che l’Italia non è solo museo e patrimonio, ma anche laboratorio aperto all’innovazione; fare leva sulla qualità dello stile di vita italiano e non sulla quantità; valorizzarne i marchi; presentare decine di start-up al giorno e lanciare il settore turistico». Quindi l’Expo sarà solo un punto di partenza, di cui le nazioni si dovranno servire nel vicino futuro  per creare e saldare le connessioni tra i territori: «Il compito di Expo non è quello di preoccuparsi degli effetti che farà sul territorio e di sostenere le connessioni che si creeranno»; dovranno quindi essere le nazioni a preoccuparsi di creare un sistema che sostenga le relazione nel lungo periodo.

 

Attività previste

In programma nei 6 mesi di manifestazioni ci sono 2000 eventi, attività con ospiti internazionali e nazionali, dirette tv, radio e in internet; show serali, attività per e con le scuole; 6 convegni scientifici, proiezione di film, conferenze sul ruolo italiano nella cultura e sull’imprenditorialità, eventi live di show coking , insieme  d anteprime degli eventi culturali nella città di Milano. Sono previste attività rivolte alle istituzione e imprese, ogni mese con una tematica diversa: sicurezza alimentare, riqualificazione urbana e rurale, sostenibilità e biodiversità, cooperazione, conservazione e creatività, innovazioni tecnologiche.

Per ulteriori dettagli su Expo e Padiglione Italia ecco i siti ufficiali: www.padiglioneitaliaexpo2015.com e www.expo2015.org.it

L’Assessore Gisella Introzzi ha ricordato gli appuntamenti di BeCOMe. [Clara Chiavoloni, ecoinformazioni]

 

Da sinistra: Gisella Introzzi, Paolo Verri, Silvia Magni
Da sinistra: Gisella Introzzi, Paolo Verri, Silvia Magni

 

 

 

Paolo Verri spiega le attività di Padiglione Italia a Expo 2015
Paolo Verri spiega le attività di Padiglione Italia a Expo 2015

 

 

 

 

beCOMe/ Per un’antropologia della ricchezza/ Video on line

becomeNei lavori del secondo momento di approfondimento teorico –  dopo la serata con Fitoussi, Magatti e Bonomi –  è stato il filosofo Silvano Petrosino, introdotto dall’assessora Gisella Introzzi,  a illustrare il tema Per un’antropologia della ricchezza. Già on line li video della serata che si è svolta con una cinquantina di partecipanti nella sala della Camera di commercio di Como dalle 18 di sabato 31 maggio. P

Guarda tutti gli altri video dell’incontro.

Una riflessione sulla ricchezza, sul suo reale significato al di là delle storture proprie della società attuale, che «propone un idea di eccellenza che sa di costrizione e schiavitù»: è questo che ha invitato a fare Silvano Petrosino, di fronte al pubblico della Camera di Commercio di Como.

Tre sono i livelli di approccio al “problema” individuati dal filosofo: «c’è l’idea di ricchezza come possesso, il contatto diretto con una “roba”, per usare suggestioni verghiane, che si può toccare, un qualcosa di fisico che definisce la nostra identità. Ma a questo manca qualcosa, è qui interviene la relazione, la forma di ricchezza che nasce dal contatto con altri esseri umani, dalla famiglia, dagli amici». Da qui nasce il concetto di Economia, nel senso più vero del termine, come appunto «relazione, com’è nell’etimologia del termine. Economia non è quindi business, com’è sembra dominante oggi, ma sottintende un mondo con al centro l’uomo, e il suo benessere. Chi parla invece solo di profitto, senza alcun riguardo che l’”umanità” del termine, sbaglia completamente».

Due livelli quindi, possesso e relazione, non autoescludenti a vicenda, ma che introducono la terza definizione, la più indefinibile: «come si dice, l’uomo non di solo pane vive. C’è qualcos’altro, qualcosa che non è “fisico” , che costituisce il valore più profondo che possiamo avere. E’ l’idea che ci manchi qualcosa, un qualcosa che ci definisce compiutamente». La ricchezza, quella più “profonda” è quindi « un desiderio che non è appetito, non è numerabile, non è oggetto. E’ la mancanza che non è pura assenza. Non è questa la ricchezza più grande dell’essere umano?».

A chiudere l’incontro, un breve spazio ad alcuni interventi dal pubblico, per confermare ulteriormente le parole del pensatore milanese. [Luca Frosini, eco informazioni]

beCOMe/ Fitoussi (in video) Magatti e Bonomi (dal vero) spiegano la crisi

beCome-2014-05-30La sala Scacchi della Camera di Commercio, abbastanza gremita da un pubblico attento e “importante”, con in prima fila sindaco, assessori e presidente della Camera di Commercio, nonché esponenti del mondo imprenditoriale, politico e del volontariato, è il primo “luogo dove creare nuove alleanze” secondo l’invito/programma della tre giorni beCOMe.

L’apertura dell’edizione 0 (come ormai si usa dire) di beCOMe è dedicata a un’analisi a tutto campo dei meccanismi della fase di inizio millenio. Che non si tratti di una “semplice” crisi ormai è noto. Su questo concordano tutte le analisi ascoltate nel corso della lunga serata. Ma la mole di segmenti di analisi, di definizioni, di esemplificazioni è tale che non è facile darne non si dice un resoconto, ma quasi anche una più semplice mappa.

“Transizione”, “metamorfosi”, “cambio di paradigma” sono le parole maggiormente utilizzate per definire quello che è successo negli ultimi anni (almeno a partire dal 2008, ma anche prima) e che ancora succede.

Fitoussi, in una lunga videointervista [guardala sul sito di beCOMe] realizzata nei giorni scorsi in sostituzione della sua prevista partecipazione poi cancellata per altri inderogabili impegni, coniuga una moderata speranza nelle capacità della politica di rispondere ai gravi problemi della fase con alcune indicazioni molto semplici. “Il rapporto tra debito pubblico e Pil si può migliorare in due modi: riducendo le cifre assolute del primo oppure aumentando il secondo” chiarisce e poi aggiunge che il Pil ormai non è più un adeguato misuratore della ricchezza delle nazioni, ma che bisogna necessariamente considerare (e quindi valorizzare) le qualità della vita: il capitale umano, il capitale sociale, il capitale naturale e così via. Le politiche di austerità hanno lavorato solo sulla riduzione del debito pubblico in assoluto, mentre è ora di lavorare sull’espansione dei diversi capitali che fanno la ricchezza delle comunità. Con la consapevolezza – sottolinea – che questa fase sta approfondendo ulteriormente le disuguaglianze e che esiste una soglia di “sostenibilità” di queste, che si sta rapidamente avvicinando, oltre la quale i rischi per la democrazia diventano incombenti.

Aldo Bonomi è meno ottimista sulla politica, e propone un modello di spiegazione della “crisi” che parte dal salto di paradigma a cavallo del secolo. A questa situazione si è risposto con diverse ideologie: il modello che sostiene che il capitalismo novecentesco ha fallito e che l’unica soluzione è la “decrescita felice”; il modello che, negando il funzionamento dell’austerità, rifiuta di riconoscere il debito; il modello secondo cui, se si mettono in campo le tecniche giuste, si può tornare “come prima”; e il modello secondo cui la metamorfosi in atto costringe a pensare a un nuovo modello di sviluppo. Senza mezzi termini, Bonomi si spende per quest’ultima ipotesi, identificando il nuovo, possibile modello di sviluppo nella definizione – per quanto ancora un po’ sfuggente – di green economy.

Mauro Magatti trova che la definizione di green economy sia riduttiva e ripropone il modello della nuova prosperità, che campeggia nel sottotitolo della manifestazione comasca, che – come spiegherà alla fine della serata – secondo lui significa che bisogna cambiare l’equazione dello sviluppo novecentesco secondo la quale crescita economica = consumo; aderendo a questa proposta di nuova prosperità solo le società che investono su loro stesse (cioè sul miglioramento della qualità della vita) creano le condizioni per sostenere il consumo.

Per tutti non c’è sviluppo senza giustizia sociale.

In mezzo a tante analisi di grande respiro non manca qualche ragionamento sulla situazione locale.

Aldo Bonomi argomenta su come, a suo parere, siano scomparsi i “distretti” su cui si fondava la “vecchia” economia, sostituiti da situazioni assai più complesse in cui si riconoscono “avanguardie agenti” (i settori in grado di rinnovarsi: turismo, ricerca, università, design…), i motori immobili (il nocciolo duro delle realtà incapaci di rinnovarsi, per le quali servono le politiche pubbliche) e i falliti (per cui bisogna riuscire a delineare un nuovo welfare e politiche di solidarietà).

Una città come Como, a partire dalla consapevolezza di questa situazione, deve riuscire a mobilitare tutti i soggetti, deve imparare a percepirsi in orizzontale (senza più un riferimento di comodo alla centralità di Milano), a riposizionarsi sull’asse della città infinita (quell’agglomerato urbano che va dalla pianura lombarda alle alpi svizzere), a riscoprire e a costruire nuove alleanze.

Gli elementi di riflessione non mancano di certo; manca invece, forse, qualche elemento di analisi sul fatto che per i più la crisi non è molto metamorfica, né tantomento metaforica.

Comunque, per approfondire questo rapido sunto, presto on line sul canale di ecoinformazioni tutti gli altri video di Valentina Rosso degli interventi della serata. [Fabio Cani, ecoinformazioni]

 

Videointervista Fitoussi [guardala sul sito di beCOMe]

Anteprima BeCOMe/ In campo le donne e l’agricoltura

donne_campoNella mattina di venerdì 23 maggio si è tenuta l’anteprima di BeCOMe, alla Biblioteca comunale di Como in piazzetta Venosto Lucati, con il convegno Le radici e il futuro. Sguardi sull’impegno delle donne nell’agricoltura dell’Alta Lombardia, organizzato dall’associazione Donne in campo Lombardia. Sono intervenuti: Gisella Introzzi, assessora alle politiche economiche, attività produttive e lavoro del Comune di Como; Adonis Bettoni, presidente di Cia Alta Lombardia; Chiara Nicolosi, coordinatrice di Donne in campo Lombardia; Bianca Pastori e Sara Roncaglia, ricercatrici dell’Associazione Avoce; Marco Pistocchini e Camilla Crugnola del Parco regionale Campo dei Fiori; Chiara Bassanelli dell’Università della Montagna di Edolo; Michela Zucca, antropologa, e infine Valeria Reggiani, presidente Donne in Campo Lombardia.

L’associazione Donne in campo Lombardia è nata nel 1999 da un gruppo di imprenditrici e di donne attive nel settore agricolo, fa parte della Cia (Confederazione italiana agricoltori) e partecipa all’Associazione nazionale Donne in Campo. Tra i suoi scopi c’è quello di diffondere i principi di pari opportunità, promuovere l’agricoltura in tutti i suoi aspetti e il ruolo delle donne attive nella stessa. Il tema dell’agricoltura è oggi rilevante, basta guardare ai dati ufficiali, esplicati da Chiara Nicolosi: secondo un sondaggio l’82% degli italiani l’agricoltura è il settore da cui ripartire dalla crisi, e il 50% ha un orto, e non si tratta solo di persone anziane. Nelle università, i corsi di agraria vedono un incremento nelle iscrizioni del 43%.

L’assessora Introzzi ha ricordato lo scopo dell’iniziativa di BeCOMe a Como «BeCOMe si inserisce a sostegno del percorso verso Expo 2015 a Milano con lo scopo di riflettere più consapevolmente sulle buone qualità che lo sviluppo deve seguire; la crisi ha cambiato totalmente il contesto economico – continua – quindi bisogna ragionare sullo sviluppo del benessere non solo a livello economico quantitativo ma anche a livello di valori per la società, come le relazioni umane e l’ambiente». Si è espressa anche a proposito dell’agricoltura: « È un settore che negli anni di forte sviluppo è andato riducendosi, ciononostante gli si sta dando progressivamente maggiore attenzione, senza contare che giova sul nostro benessere diretto nel senso di sostentamento alimentare con prodotti di qualità. Noi come Comune di Como – spiega – abbiamo realizzato un progetto per riqualificare una parte del Mercato coperto, quindi c’è sicuramente uno spazio e un interesse che vogliamo esaltare all’interno di BeCOMe».

Con Adonis Bettoni si è riflettuto sull’importanza della presenza dell’uomo sul territorio, che ne previene il degrado e l’abbandono: «L’uomo deve intervenire sulla natura quando ostacola l’efficienza nel lavoro, ma non si tratta di uno scontro tra uomo e natura, ma di una cooperazione; poi siccome è la collettività che gode dei propri territori dovrebbe essere compito della stessa contribuire a salvaguardarne l’ambiente – e poi ancora – la bellezza dei territori c’è perché è grazie a qualcuno che è da generazioni o da tempo recente che lo ha conservato così come vediamo». Per esempio per ottenere un vasto prato verde con l’erba tagliata in montagna ci vogliono anni, perché molto spesso un territorio abbandonato è invaso dai rovi, o dalle piante e dagli alberi, da zone paludose. Insomma, l’intervento dell’uomo permette ai luoghi abbandonati a loro stessi di tornare a vivere, e questa rivitalizzazione lo porta a essere definito “bello” dalla collettività.

Un elemento fondamentale per far sì che le persone permangano in un dato territorio, e così salvaguardarlo ed evitare il suo degrado, è l’opportunità di reddito. Bettoni sprona il pubblico:«Bisogna fare rete tra le aziende, fate cooperative, associazioni, perché questo metodo migliora la capacità economica e di offerta dell’azienda». Poi si esprime a proposito del kilometro zero: «Ci dobbiamo scordare la dicitura kilometro zero, perché non esiste. Qualsiasi prodotto deve fare un certo percorso lungo o corto che sia per arrivare al consumatore, e un’azienda cresce quando i propri prodotti escono dal Paese». Inizialmente si vende vicino all’azienda e pian piano si va nelle città limitrofe, poi fuori regione e così via. «Per crescere ci vuole il commercio – afferma con convinzione Bettoni – quindi ci vogliono i kilometri».

Bianca Pastori e Sara Roncaglia, per il loro progetto Etnografia e storia del lavoro dell’impresa e del territorio, supportato dalla Camera di Commercio di Como, hanno raccolto delle biografie video di contadini e contadine e di aziende agricole della provincia di Como per far emergere le motivazioni che hanno portato queste persone tornare nel mondo agricolo, o scegliere di entrarvi dopo aver vissuto esperienze lavorative totalmente diverse. Ciascuna proiezione video aveva un tema che lo distingueva dagli altri. Il primo tema riguarda la scelta, nel senso di scegliere di aprire da zero un’azienda agricola, in cui si coinvolge anche la propria famiglia, che gioca quindi un ruolo di sostegno nella scelta e di aiuto a portarla avanti; la famiglia diventa poi anche un bagaglio di conoscenze da trasmettere alle generazioni future che prenderanno le redini dell’azienda. Il secondo tema è quello della conservazione, ovvero salvaguardare e curare un territorio che era dei genitori o dei nonni. Un altro tema che riguarda le attività agricole è il prodotto e il Mercato: in alcuni casi chi avvia un’attività ha dietro una formazione accademica agricola, in altri casi invece no, quindi occorre un’autoformazione con l’aiuto di libri, corsi, ecc. In azienda si sperimentano nuovi metodi di produzione e malizie, per esempio quello di produrre il latte di capra durante tutti i mesi dell’anno, oppure quello di produrre formaggi freschi che possano essere convertiti in stagionati per ovviare all’invenduto; prevedere una vendita diretta al consumatore, in modo da ammortizzare i prezzi, e così via. L’ultimo video ha mostrato l’effetto positivo che un’attività agricola genera sulle persone che sono desiderose di avviare attività similari, come piantare un uliveto, degli animali per produrre latte, e di conseguenza sulla salvaguardia dei territori a essa limitrofi.

«Questo è il primo passo di quello che vediamo un lungo e importante progetto – afferma Sara Roncaglia – quello di far raccontare alle persone del loro lavoro nel settore agricolo, di far raccontare i successi ma anche quelle realtà che nonostante l’impegno, non riescono a permanere sul Mercato». Non si è trattato solo di condurre delle interviste, ma è una ricerca scientifica. (I video sono visibili sul sito dell’Associazione AVoce).

Marco Pistocchini e Camilla Crugnola hanno esposto il progetto Agricoltura contadina di piccola e media scala tra agronomia classica, nuove forme d’impresa e nuove ipotesi di mercato, che tra gli obiettivi ha quello di documentare la qualità dei prodotti per creare nuovi mercati di vendita diretta, fornire elementi per permettere alle persone di entrare nel mondo agricolo. La proiezione di due video ha fatto riflettere sui temi del cambiamento delle tecniche di lavoro tra generazioni, che non sempre sono migliori rispetto alle tradizionali, soprattutto se guardate “dalla lente” delle persone più anziane, e l’impatto negativo sui terreni; del “salto di qualità” nell’attività che i genitori sperano per i figli, sulla multifunzionalità a cui un’attività deve sempre puntare per fare successo, quindi dedicarsi non solo alla produzione del latte, ma anche dei formaggi, del legname, della ristorazione. (I video sono visibili sul sito www.naturauomonatura.it). Camilla Crugnola si è espressa sull’importanza della vendita diretta produttore-consumatore come un «rapporto capace di cura reciproca» e dell’agricoltura biologica come «L’educazione a nuovi stili di vita, al rinnovamento dei sistemi alimentari, perché si produce cibo buono, pulito e di qualità, è quindi giusto restituire centralità all’agricoltura contadina».

Chiara Bassanelli ha spiegato il progetto condotto dall’Università della Montagna di Edolo, che analizza gli aspetti salutistici e qualitativi delle produzioni agroalimentari tradizionali del territorio montano, come la patata blu, il mais rosso da polenta, lo zafferano che sono adatti esclusivamente all’ambito montano, e ne garantiscono quindi un valore aggiunto rispetto ad altri prodotti, sono più competitivi a livello commerciale. Il progetto quindi mira a recuperare la specificità delle aree montane, la sua biodiversità colturale, per favorire così uno sviluppo durevole di queste aree.  «La montagna non può puntare sulla quantità, ma sulla qualità dei prodotti, data la morfologia del territorio rispetto alla pianura; il prodotto tipico non è contrario all’innovazione, ma deve tenere le radici nel territorio per salvaguardarne l’identità».

Michela Zucca ha fatto invece riflettere sull’importanza economica e culturale del sistema di lavoro “turnario”, tipico delle aree montane italiane, come in Valfurva (SO) e in Trentino Alto Adige, dato il suo mestiere di far risollevare le piccole aziende. Il sistema turnario consiste nell’ inserire nell’attività un “contadino di sostituzione” che gira le diverse aziende assicurando le ferie ai loro lavoratori fissi. In montagna, per secoli, questo metodo aveva garantito la sopravvivenze degli abitanti del posto. C’è chi lo ha sempre fatto come mestiere, e chi ha ricominciato a farlo. Oggi per esempio le latterie turnarie consentono alle piccole aziende montane che non possono essere in regola con le norme igienico-sanitarie (a causa dell’altitudine in cui si trovano, in alpeggio e oltre) di caseificare. Basti pensare che dei 64 formaggi tradizionali lombardi, 53 sono di origine montana, quindi secondo Michela Zucca questo sistema dovrebbe essere rinforzato e ampliato ad altre zone. Nessuna di queste aziende ha lo scopo di raggiungere la grande produzione, ma il mercato di riferimento è per prima cosa l’autoconsumo, poi per gli abitanti del posto, e da ultimo per i turisti.

In chiusura al convegno è stato offerto un rinfresco all’esterno dell’auditorium. [Clara Chiavoloni, ecoinformazioni]

 

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Adonis Bettoni e Gisella Introzzi

 

 

 

Chiara Nicolosi, coordinatrice Donne in campo
Chiara Nicolosi, coordinatrice Donne in campo

 

 

 

 

 

Ridateci le nostre ragazze/ Anche Lucini al presidio

Al presidio di Seeing beyond limitation hanno partecipato le Donne in nero e l’assessore Gisella Introzzi. Già on line su ecoinformazioni l’intervista a Cristiana Barnor e il video della manifestazione alla quale ha presenziato anche il sindaco Mario Lucini. Leggi il volantino delle donne in nero distribuito al presidio.

 

Siamo sotto lo stesso cielo. Non lasciamole sole

«Abbiamo negli occhi e nel cuore l’immagine delle 276 ragazze nigeriane rapite, caricate su camion e portate via il 14 aprile.

Abbiamo negli occhi e nel cuore la paura che si legge sul loro volto nel video diffuso recentemente dai rapitori.

Abbiamo negli occhi e nel cuore la disperazione delle loro madri, dei loro padri, dei loro cari.

Non lasciamole sole. Non lasciamoli soli.

Michelle Obama ha detto: «In quelle ragazze Barack e io vediamo le nostre figlie. Vediamo le loro speranze, i loro sogni. Le consideriamo nostre figlie». E Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, associandosi all’appello che gira in rete con l’hashtag #bringbackourgirls, ha affermeto: «Hanno l’età delle nostre figlie le oltre duecento studentesse nigeriane rapite dagli estremisti di Boko Haram. Bambine e ragazze sequestrate solo perché hanno la “colpa” di studiare».

Le donne istruite fanno paura ai fondamentalisti di tutto il mondo. Boko Haram significa “l’educazione occidentale è peccato”.

«La scuola per queste ragazze è l’albero magico che apre la strada alla conoscenza del bene e del male, all’allargamento degli orizzonti culturali e della consapevolezza della propria dignità. La scuola è l’iniziazione all’emancipazione e all’autodeterminazione sul proprio corpo e sul proprio destino esistenziale. La scuola aiuta ad imboccare la strada irreversibile dell’autocoscienza». Ha scritto il giornalista Jean-LéonardTouadi.

«L’abbiamo attaccata perché diffondeva idee laiche fra i giovani e faceva propaganda contro di noi», hanno detto i mandanti del tentato femminicidio (ottobre 2012) nei confronti Malala Yousufzai, la studentessapachistana che faceva paura ai fondamentalisti perché scriveva sul suo blog, in lingua urdu: «Dateci penne oppure i terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi». «La ferocia e la crudeltà travolgono ogni dimensione umana quando si scontrano con la voglia di libertà e la bellezza». Disse allora, Dario Fo.

Per Malala e per il diritto all’istruzione delle donne si mobilitò nel 2012 il mondo intero. E ora il mondo si mobilita per le studentesse nigeriane. È inaccettabile per la coscienza civile della nostra pur smarrita umanità che in nome di un fanatismo cieco, violento delle ragazze vengano rapite per il loro desiderio di libertà, per i propri sogni, per le proprie aspirazioni.

Anche noi Donne in nero siamo in piazza per gridare il nostro dolore e la nostra indignazione, ma pensiamo sia giusto riflettere anche sull’ipocrisia del sentimentalismo a buon mercato di questi giorni.

Se è infatti unanime il coro di chi grida allo scandalo e all’orrore per quanto accade in Nigeria, pochi fanno notare che mentre rabbrividiamo per quello che accade lì, non ci mobilitiamo e indigniamo per quanto accade qui. Alla stragrande maggioranza di nigeriane e di nigeriani in Italia non viene riconosciuto lo status di rifugiati. Per questo continuano ad essere raggiunti da decreti di espulsione e rimpatrio. E continuano ad essere considerati alla stregua di migranti per motivi economici, come se il problema della Nigeria, uno dei paesi più ricchi dell’Africa fosse la povertà». [Donne in nero Como]

 

16 maggio/ Felice Scalvini per Lavoro Comune

lavoro comune scalvini

Secondo incontro dell’iniziativa Lavoro Comune di Amo la mia città e Paco-Sel. Nella Sala stemmi di Palazzo Cernezzi a Como venerdì 16 maggio alle 18 Como si terrà una tavola rotonda tra esponenti delle istituzioni per parlare di welfare, lavoro e innovazione sociale. Gisella Introzzi (assessora Politiche economiche e del lavoro, Finanziamenti pubblici e comunitari, Risorse umane e organizzazione del Comune di Como), Bruno Magatti (assessore Politiche sociali di sostegno alla famiglia, Solidarietà e inclusione sociale, Piani di zona, Sanità e igiene, Ecologia e ambiente del Comune di Como), Felice Scalvini (assessore alle Politiche per la famiglia, la persona e la sanità del Comune di Brescia) discuteranno di come si crea un sistema di welfare comunitario e partecipato, della possibilità di un nuovo modello di relazioni tra ente locale e privato sociale, di come il Comune può fare innovazione sociale. Presto on line su ecoinformazioni.

23, 30, 31 maggio, 1 giugno/ Become

logobecomeL’assessora al Commercio e alle Attività produttive del Comune di Como Gisella Introzzi insieme a Patrizia Cappelletti, Università Cattolica, e Valeria Guarisco, Comune di Como,  hanno presentato  alla stampa Become del 30, 31 maggio e 1 giugno con un’anteprima il 23. Presto on line su ecoinformazioni i video della presentazione e il programma completo dell’iniziativa.

SmartFuSION

smartfusionDal 5 al 10 maggio Como prova: «Un nuovo modello di logistica urbana più efficiente, meno inquinante».

 

Dopo il fallimentare tentativo di Merci in centro il capoluogo lariano riprova a ripensare la logistica della Città murata: «Tra il 5 e il 10 maggio, partirà a Como la sperimentazione del progetto Smart Urban Freight SolutIONs (SmartFuSION), cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma quadro e dedicato allo studio di un nuovo modello di logistica urbana più efficiente, meno inquinante e in grado di ridurre la congestione da traffico nel centro città».

«Il progetto, diretto dall’Università di Newcastle, vede la partecipazione di Regione Lombardia e di altri 13 partner, tra cui il Centro Ricerche Fiat e il gruppo Ptv, specializzato in software per la pianificazione del traffico – spiegano da Palazzo Cernezzi –. Como ospiterà la sperimentazione insieme a Berlino e alla stessa Newcastle. La città lariana è riconosciuta dai partner del progetto una best practice».

«Il progetto prevede che un veicolo elettrico venga utilizzato per effettuare le consegne delle merci ai negozi del centro e della convalle partendo da una base che sarà allestita all’autosilo Valmulini – prosegue la nota –. Il veicolo sarà dotato di una strumentazione specifica che permetterà al conducente di pianificare il proprio giro di consegna in tempo reale, ottimizzando il consumo di energia per la trazione del mezzo: efficienza, economicità e sicurezza sono le parole chiave dell’operazione. La partecipazione dei commercianti, sui quali non ricadrà alcun costo aggiuntivo e che non subiranno ritardi nella consegna delle merci, favorirà la buona riuscita della sperimentazione con evidenti ricadute positive sulla città in termini di riduzione di inquinamento, congestione del traffico dentro e fuori le mura e vivibilità del centro storico».

«La città di Como, insieme a Berlino e Newcastle, è una delle città scelte per la dimostrazione delle funzionalità delle innovazioni e ha come partner italiani il Centro ricerche Fiat e il Gruppo Clas dell’Università Bocconi di Milano – ha sottolineato l’assessore al Commercio, turismo e terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli, intervenuto in un incontro in Camera di Commercio a Como giovedì 10 aprile –. Le finalità del progetto sono: incentivare lo smistamento urbano-interurbano di merci attraverso l’utilizzo di veicoli elettrici e ibridi; stimolare l’acquisizione delle innovazioni da parte del mercato della logistica; sviluppare strumenti di analisi che consentano ad altre città-regioni e filiere di distribuzione merci di analizzare le probabilità di successo e i benefici derivanti dall’applicazione di queste innovazioni, al loro territorio».

Presenti all’incontro: «Anche gli assessori del Comune di Como Gisella Introzzi (Attività Produttive), Daniela Gerosa (Mobilità) e Bruno Magatti (Ambiente) concordi nell’augurarsi che il numero dei commercianti aderenti continui ad aumentare».

La Commissione europea sta investendo 4.056.337 euro, da aprile 2012 a settembre 2015, e Regione Lombardia riceverà 133.920 euro, cofinanziando per 59.860 euro. [md, ecoinformazioni]