Con le associazioni si chiude la settimana del clima milanese

Nel pomeriggio di sabato 2 ottobre si è mosso da Largo Cairoli il corteo che concludeva le mobilitazioni organizzate parallelamente alla Pre-Cop, tenutasi al Mico di Milano.
Il giorno precedente almeno 30mila studenti e studentesse erano scesi in piazza con Greta Thunberg.

Nell’iniziativa di sabato erano invece le associazioni le protagoniste: hanno dunque partecipato Uds di varie province, Studenti indipendenti Milano, Link Milano, Legambiente, Extinction Rebellion, Cub, Udu e diverse altre sigle sindacali e di società civile. Il tema centrale era ovviamente il clima e la necessità di un cambiamento immediato; se venerdì il fulcro politico era la spinta dei giovani in questo senso, sabato è stata mossa una critica unanime al fatto che si dà troppo spesso priorità al guadagno anziché all’ambiente.
Tra aumenti di bollette, greenwashing e scelte produttive inquinanti, il mondo industriale non dà segnali di aver preso coscienza della gravità della crisi climatica. Ciò che chiedevano i manifestanti è il coinvolgimento coinvolto attivamente nella transizione ecologica e che il mutamento verso una produzione verde non si compia ai danni di lavoratori, lavoratrici, studentesse e studenti.

Mentre i circa 5000 manifestanti attraversavano la città, si concludeva la Pre-Cop, il meeting preparativo alla conferenza delle nazioni unite sul cambiamento climatico che si terrà a novembre a Glasgow. Migliaia di persone sfilavano in corteo, mentre pochi privilegiati discutevano le sorti del mondo. La conferenza stampa conclusiva, dice l’agenzia di stampa Ansa, ha visto unanimità dei vertici mondiali riguardo necessità di interrompere ricerche ed investimenti sui combustibili fossili. Il corteo, terminato intorno alle 18 in piazza Giulio Cesare di fronte a citylife, è stato animato da diversi cartelli e discorsi che hanno sottolineato la vuotezza delle parole dei politici e la necessità che le promesse diventino fatti.
Come ha sottolineato Greta Thunberg nel comizio che ha chiuso la manifestazione dell’1, alle persone “comuni” non resta che sperare che si prendano presto provvedimenti concreti e, nel caso non succedesse, continuare a reclamarli e a far sentire la propria voce perché la vita del pianeta prosegua ancora a lungo.

Dopo una settimana caldissima per Milano, che tra l’Eco social forum e due cortei ha mobilitato almeno 50mila persone, la lotta ambientale non accenna a fermarsi. Il 22 ottobre è già indetto il prossimo sciopero per il clima di Fridays for future e, ancora una volta, le città di tutta Italia saranno chiamate a mobilitarsi per un futuro ecologico ed un pianeta vivibile.
Gli scioperi del venerdì sono però una pratica prettamente studentesca; la manifestazione dell’1 ottobre è stata animata da ragazzi e ragazze dei collettivi ma anche da “normali” studenti e studentesse. La differenza non solo di numeri, ma anche di entusiasmo tra l’1 ed il 2 ottobre è stata evidente. Viene da chiedersi quanto la lotta climatica sia effettivamente sentita al di là delle generazioni più giovani e quanto invece non sia una sorta di pratica istituzionalizzata che, al di fuori di Legambiente e poche altre sigle strettamente ambientaliste, rischia di concretizzarsi in un vuoto manifestare di tanto in tanto più per portare in piazza la propria bandiera che per smuovere le coscienze di palazzo rispetto al futuro del pianeta Terra. [Pietro Caresana, ecoinformazioni]

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