Sel-Si: legalità e giustizia/ Solidarietà con Lisa Bosia Mirra

Lisa Bosia MirraMarco Lorenzini, coordinatore provinciale di Sel-Si esprime solidarietà alla deputata socialista Lisa Bosia Mirra, accusata di aver cercato di ripristinare la legalità violata, si oppone alle deportazioni dei migranti che con grandi costi vengono mandati al Sud; evidenzia il legame tra i ragazzi che hanno trovato rifugio alla stazione San Giovanni di Como e i potenti del Forum Ambrosetti:  «i primi chiedono il diritto, per ora negato, di esistere e di spostarsi liberamente, i secondi rappresentano la totale libertà e senza controllo di spostamento dei capitali». leggi nel seguito il comunciato di Sel-Si.

«In queste giornate, tra i ragazzi migranti accampati alla stazione di Como e i partecipanti al forum Ambrosetti di Cernobbio c’è un legame simbolico: i primi chiedono il diritto, per ora negato, di esistere e di spostarsi liberamente, i secondi rappresentano la totale libertà e senza controllo di spostamento dei capitali. Agire con azioni volontarie per aiutare i migranti, vuol dire ridare dignità umana e considerazione a persone che la storia contemporanea ha relegato ai margini del mondo.

La presenza di centinaia persone accampate nei giardini della stazione S. Giovanni di Como ha costretto la città a fare i conti con uno dei problemi mondiali più grandi del nostro tempo: lo spostamento di milioni di donne e uomini che fuggono da zone di guerra, da regimi dittatoriali, da violenze, da povertà, da territori interessati a cambiamenti climatici. La risposta della città è stata coraggiosa e solidale, ma in prospettiva non sufficiente per dare stabilità a un fenomeno strutturale. La domanda di fondo rimane la stessa: vogliamo chiudere l’Europa in una fortezza circondata da un muro o dare risposte economiche, di solidarietà, di integrazione, di dialogo culturale e religioso? Il governo italiano, anche nel recente incontro di Ventotene ha scelto una linea ambigua: da una parte è il primo paese d’Europa a intraprendere azioni di salvataggio nel Mediterraneo, ma dall’altra è disposto a fare accordi con il Sudan, la Libia, l’Egitto, la Turchia e i paesi del corno d’Africa, per demandare, in cambio di denaro, il controllo del flusso dei migranti a regimi autoritari e dittatoriali. A Como i migranti in transito non vogliono lo status di rifugiati, chiedono soltanto il diritto alla libertà di spostamento, il diritto a costruire un progetto di vita. La Svizzera ha risposto violando le leggi sul diritto di asilo e di protezione nei confronti dei minori, la Prefettura di Como ha scelto di “deportare” centinaia di migranti in transito, a Taranto e in Sardegna. I migranti vengono fatti salire sui bus della ditta Rampinini al confine di stato, senza essere informati sulla destinazione né sui motivi del respingimento. Questo ricorda simbolicamente tristi vicende storiche che non avremmo mai voluto si ripetessero.

In queste giornate, tra i ragazzi migranti accampati alla stazione di Como e i partecipanti al forum Ambrosetti di Cernobbio c’è un legame simbolico: i primi chiedono il diritto, per ora negato, di esistere e di spostarsi liberamente, i secondi rappresentano la totale libertà e senza controllo di spostamento dei capitali. Agire con azioni volontarie per aiutare i migranti, vuol dire ridare dignità umana e considerazione a persone che la storia contemporanea ha relegato ai margini del mondo. Ecco perché il rispetto della legalità si deve coniugare con la giustizia; le leggi nazionali non possono violare la dichiarazione universale dei diritti umani, lo spirito democratico delle costituzioni europee, la cultura dei diritti dalla quale è nata l’Europa politica. In tal senso siamo solidali con la deputata Svizzera Lisa Bosia Mirra e fermamente convinti che non si possono criminalizzare le azioni di solidarietà e di aiuto nei confronti di uomini e donne che cercano un futuro.

Ribadiamo con forza che il nostro governo debba concordare l’apertura di corridoi umanitari, la revisione del trattato di Dublino, rivedere la legge Bossi-Fini del 2002, promuovere un progetto nazionale di accoglienza stabile. Sul piano locale, rispetto alla prossima apertura del campo governativo, Sel Sinistra Italiana appoggia le proposte della rete Como senza frontiere e dei Volontari della mensa di S. Eusebio». [Marco Lorenzini coordinatore provinciale Sel-Si Como]

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